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​Arriva dal Mit un materiale che riesce ad immagazzinare calore nei vestiti

where Roma when Lun, 11/01/2016 who redazione

Si tratta di un film polimerico trasparente che può essere applicato a superfici diverse. Il segreto è in una nuova molecola

grossman-jeff-bio.jpgImmagazzinare calore nei vestiti o nel parabrezza della macchina: secondo un gruppo di ricercatori del Mit, sarà possibile in poco tempo, grazie ad un nuovo materiale che può stoccare energia solare durante il giorno e rilasciarla successivamente come calore, ogni volta che è necessario. Il nuovo materiale è un film polimerico trasparente, che potrebbe essere applicato a molte superfici diverse, come il vetro delle  finestre o addirittura degli indumenti.

Una molecola stabile - Il segreto del lavoro svolto dal professore del Mit Jeffrey Grossman e da altri ricercatori è una molecola che può rimanere stabile in due diverse configurazioni. Quando esposta alla luce, l'energia solare pone le molecole nella configurazione “carica”, dove può rimanere per lunghi periodi. Quando attivate da temperature specifiche, le molecole tornano alla forma originaria, emettendo calore. Questi materiali, noti come combustibili solari termici, sono stati già sviluppati in precedenza, ma gli sforzi erano concentrati sull'utilizzo in soluzioni liquide e non in grado di produrre film durevoli allo stato solido. Per mettere la pellicola in grado di immagazzinare una quantità utile di calore, i ricercatori hanno utilizzato gli azobenzeni, che cambiano configurazione molecolare in risposta alla luce.

Cambiate le proprietà - In particolare, i ricercatori hanno modificato la chimica del materiale migliorando alcune proprietà, come la densità di energia (ossia la quantità di energia che può essere conservato per un dato peso). Attualmente il materiale ha una leggera sfumatura giallastra, ma i ricercatori stanno lavorando per migliorarne la trasparenza. Inoltre, è in grado di rilasciare calore aumentando la temperatura circostante di circa 10 gradi Celsius. L'obiettivo del team è di arrivare a 20 gradi.
 
 

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Il professore del Mit Jeffrey Grossman