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​Eureka! Arriva dalle cozze la supercolla che resiste all'acqua

where Roma when Lun, 29/09/2014 who redazione

I ricercatori del Mit hanno progettato una versione modificata del batterio dell'Escherichia coli in grado di produrre un materiale ibrido che incorpora le proteine appiccicose delle cozze con quelle batteriche presenti nelle biopellicole

Dopo i cerotti copiati dai gechi, i nanotubi di carbonio per diventare come l'uomo ragno, e la fibrina per suturare meglio le ferite, arriva una nuova supercolla, questa volta derivata dalle cozze.
Ispirati dalle proteine che secernono questi animali marini, che sono degli adesivi naturali, i ricercatori del Massachussets Institute of Technology (Mit) hanno progettato un nuovo materiale resistente all'acqua e in grado di riparare le navi, o aiutare a guarire ferite e incisioni chirurgiche. Come spiega lo studio coordinato da Chao Zhong e pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, si è arrivati allo sviluppo di questa colla ultraresistente grazie all'uso di un particolare batterio impiegato come “mini-fabbrica”. In sostanza, i ricercatori del Mit hanno progettato un batterio dell'Escherichia coli in grado di produrre un materiale ibrido che incorpora le proteine appiccicose delle cozze con quelle batteriche presenti nelle biopellicole. Una volta combinate insieme, queste proteine hanno formato una colla idroresistente ancora più forte di quella secreta naturalmente dai mitili. La sostanza, che consente alle cozze di attaccarsi alle superfici sott'acqua è composta da varie proteine, contenute nel suo piede o bisso. Già precedentemente altri ricercatori avevano progettato un E.coli capace di produrre queste proteine immagazzinate nel suo piede, ma il materiale così prodotto non aveva la stessa complessità dell'adesivo naturale delle cozze. Questa volta, invece, i ricercatori sono riusciti a far sì che producesse due diverse proteine adesive, combinandole con le proteine batteriche, in modo da raggrupparsi insieme in una rete molto più larga e complessa. Dopo aver purificato le proteine così realizzate dal batterio, i ricercatori le hanno tenute in incubazione e fatto formare delle maglie dense e fibrose: il materiale così ricavato è stata una struttura regolare e flessibile che si attacca alle superfici sia umide che asciutte. Dopo di che la supercolla è stata messa alla prova con il microscopio a forza atomica. In questo modo si è verificato che è in grado di attaccarsi ai bordi di tre diversi materiali, quali silicone, oro e polistirolo. Si tratta di un nuovo tipo di approccio, spiega lo studio, che può essere sfruttato per sintetizzare materiali biologici con componenti multipli, usando i batteri come delle minuscole fabbriche. I ricercatori ora vogliono cercare di creare delle colle viventi composte da pellicole di batteri, in grado di “percepire” i danni alla superficie e ripararla secernendo l'adesivo, e vedere se, aggiungendo altre proteine adesive delle cozze, si può aumentare la forza adesiva.

immagini
Una rappresentazione della supercolla
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