Mobilità sostenibile. Come cambia la Cina: nello Shanxi si punta tutto sulle auto elettriche
Il governo locale investirà quasi 800 milioni di dollari nelle stazioni di ricarica veloce
La lotta alle emissioni inquinanti e all'eccessiva dipendenza dal carbone passa attraversa la provincia cinese più nota per lo sfruttamento di questa risorsa, lo Shanxi, nel nord-ovest del Paese. Le autorità provinciali puntano sulle auto elettriche per ridurre l'inquinamento atmosferico, ed entro il 2020 contano di vedere su strada duecentomila veicoli alimentati a fonti energetiche pulite.
L'obiettivo, spiega l'agenzia Xinhua, sarà raggiungibile grazie agli investimenti di diversi gruppi automobilistici che entro il 2020 porteranno la produzione annua di auto elettriche a quota 200mila. Contemporaneamente, il governo locale investirà 5,2 miliardi di yuan (780 milioni di dollari) nelle stazioni di ricarica veloce per i veicoli alimentati a energia pulita. L'operazione di rendere lo Shanxi più eco-sostenibile è già cominciata. Ad aprile, la municipalità di Taiyuan, capoluogo provinciale, aveva annunciato che entro la fine del 2016 sulle proprie strade correranno soltanto taxi elettrici, che andranno a sostituire interamente i quasi novemila veicoli a benzina della "Coal city" cinese.
L'obiettivo delle autorità non è solo ripulire l'aria, ma anche fare ripartire altri settori dell'economia, a cominciare dal turismo: lo Shanxi viene considerata una delle aree archeologicamente più importanti per la cultura cinese in cui sono conservati reperti antichi anche di duemila anni. Secondo i dati dell'Ufficio del Turismo locale, i primi risultati sarebbero già arrivati: i 36 principali siti di interesse archeologico o culturale hanno avuto, rispetto allo scorso anno, un aumento del 4% dei visitatori e dell'11,8% dei ricavi, nel periodo tra il 1 e il 4 ottobre scorso, ovvero nel pieno della settimana di ferie per l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao Zedong nel 1949.