torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Nome in codice Parbuckling Project: ecco come un telecomando rimuoverà la Concordia

where Isola del Giglio (Grosseto) when Mar, 22/01/2013 who matteo

L’operazione, condotta da Titan and Salvage con Micoperi, sarà comandata a distanza. Un “muro di bolle” protegge cetacei e fondale del Giglio. Progetto da 376 milioni di euro

Costerà 500 milioni di dollari, circa 376 milioni di euro, il progetto per rimuovere dagli scogli dell’isola del Giglio l’intero scafo della Costa Concordia. In pratica, un costo pari alla costruzione stessa della nave. L’operazione – il cui nome in codice è Parbuckling Project – si farà grazie all’uso di una tecnologia altamente innovativa, sofisticata ed ecologica.
L’ok ai lavori è arrivato quasi otto mesi fa e da quel momento si muovono attorno al relitto, ventiquattrore al giorno, più di trecento persone: operai, tecnici, carpentieri e sommozzatori.
“Il raddrizzamento e la messa in galleggiamento della Concordia saranno telecomandate attraverso un sofisticato sistema di controllo remoto”, spiega all’agenzia Tmnews Sergio Girotto, project manager di Micoperi che collabora con Titan and Salvage per rimuovere il relitto naufragato il 13 gennaio del 2012. Non ci saranno uomini sulla Concordia, né nei suoi pressi, nelle fasi più delicate di attuazione del progetto, che dovrebbero completarsi, al più tardi, nel mese di settembre. “Opereremo in maniera remota a seconda della fase di rotazione o di galleggiamento – riferisce Girotto. – Esiste una struttura di controllo remoto perché, naturalmente, quando effettueremo la rotazione non avremo personale sul relitto o nelle dirette vicinanze. Tutto sarà centralizzato in una stazione di controllo e comando”.
A distanza saranno azionati anche i sistemi che permetteranno di riempire di acqua e poi di svuotare i giganteschi cassoni, alti trenta metri e costruiti in quattro differenti cantieri, per “tirare su” il gigante dei mari. In pratica, la nave sarà poggiata su un falso fondale, composto di alcune piattaforme, una delle quali pesa mille tonnellate e misura quaranta metri per lato con gambe di due metri.
Il “muro di bolle” a protezione dei pesci – C’è pure un’essenziale innovazione ecologica nel progetto di recupero: il muro di bolle. Si tratta di una barriera di bollicine d’aria fatte fuoriuscire da un sistema di tubi collocati sul fondale del Giglio. Il risultato, spiegano gli esperti, è una vera “gabbia d’aria” creata nell’acqua intorno alla nave, capace di schermare il rumore del cantiere che potrebbe disturbare pesci e cetacei e contenere polveri e residui rischiosi per le acque.
Una volta riportata a galla, lo scafo verrà lentamente rimorchiato (velocità prevista: due nodi) verso il cantiere navale del porto di Piombino dove, si presume, verrà eseguito il restauro milionario.

Guarda subito il video sul progetto di rimozione dello scafo!

immagini
leggi anche: