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Rapporto, entro 2 anni servono soluzioni “di rottura” per la e-mobility

where Milano when Mer, 09/05/2018 who roberto

I prossimi due anni saranno decisivi per la svolta verso la mobilità elettrica; indispensabile rafforzare l’ infrastruttura di ricarica. Lo si legge nel rapporto di Repower sulla e-mobility in Italia e nel mondo

I prossimi due anni saranno decisivi per il futuro della mobilità elettrica, sia perauto-elettriche-usate.jpg l’ingresso deciso dei principali Gruppi produttori di auto nel comparto, con investimenti importanti - pari a 90 miliardi complessivi per Ricerca&Sviluppo - sia perché sarà imprescindibile un approccio di rottura e soluzioni innovative che mettano insieme soggetti pubblici e privati, per portare a una svolta nel settore, che in molti Paesi, tra cui l’Italia, fa fatica ad affermarsi.
Lo rivela il Rapporto “Mobilità sostenibile e veicoli elettrici” di Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, che fa il punto sull'evoluzione di tecnologie, infrastrutture, veicoli e mercato, e sugli ultimi dati dell’elettrico in Italia e nel mondo.
 
2020, anno della svolta - Il 2020 è l’anno scelto da molte case automobilistiche per entrare definitivamente nel mercato della mobilità elettrica. Da Audi e BMW, da Citroen a Volkswagen, Hyundai e FCA, i principali player sono in prima linea. Dal punto di vista dei modelli disponibili, Repower rileva come siano ancora poche le auto completamente elettriche disponibili nel nostro Paese, circa una decina; tra i modelli più diffusi la Model S e Model X di Tesla, la Renault Zoe, BMW i3, Volkswagen eGolf e la Smart fortwo elettrica. La diffusione della e-mobility darà maggior impulso ai sistemi a guida autonoma, permettendo di superare la complessità di gestione delle auto termiche. Dai sistemi attuali a “guida assistita”, quindi, si potrà passare a sistemi ad alta automazione, in cui non sarà più necessaria la supervisione del pilota, e alla guida interamente autonoma gestita dal sistema in ogni situazione.

Punti di ricarica - Secondo il Gruppo energetico servono strategie “disruptive”: le batterie saranno sempre più capienti, serviranno quindi sistemi di ricarica sempre più capillari e distribuiti. Serve un cambio di mentalità, che porti il driver elettrico a ricaricare mentre fa altro. Sempre più si investirà nella ricarica rapida e in punti di ricarica sul territorio, ma è importante pensare anche a scenari più innovativi, con soluzioni senza cavi.
La mobilità del futuro? Sarà “shared” e “smart”. Nel nostro Paese, però, c’è ancora molto da fare. Eppure, per rispettare l’accordo di Parigi, il 25% dei veicoli dovrà viaggiare a zero emissioni entro il 2020, il 100% entro il 2030. Ma le soluzioni per rendere la mobilità sempre più sostenibile sono ancora in fase di sperimentazione. Uno dei trend è la conversione della mobilità condivisa in mobilità condivisa ed elettrica, come per esempio già succede a Milano, Torino, Roma, Firenze.
Italia: cosa serve per la diffusione della e-mobility - Senza arrivare alla Norvegia, in cui nel 2017 il 52% delle nuove immatricolazioni sono state auto elettriche o ibride, precise scelte politiche in molti Paesi hanno iniziato a sostenere la mobilità elettrica. Purtroppo in Italia, commenta il Rapporto, “non sembra esserci un piano di azione condiviso e molto è demandato alle iniziative di singole amministrazioni regionali o comunali”. Servono incentivi a livello nazionale e investimenti nel rafforzamento dell’infrastruttura di ricarica. Da questo punto di vista, Repower propone un approccio “misto”, in cui soggetti pubblici e privati collaborino a un piano per il potenziamento della mobilità elettrica. È il caso di hotel e ristoranti che decidono di erogare il servizio anche gratuitamente, ma anche dei car sharing aziendali.

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