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Riciclo dei materiali e taglio emissioni, ecco le buone pratiche delle aziende italiane

where Milano when Mer, 18/07/2018 who roberto

Il rapporto Sustainability Management Barometer di SDA Bocconi evidenzia ancora scarsa l’attenzione per la riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti: in controtendenza le fonderie italiane

C’è attenzione per gli interventi a sostenibilita.jpgvalle del ciclo produttivo e per la mitigazione degli impatti sulle risorse naturali, ma è ancora scarso l’impegno per prevenire l’inquinamento e ridurre l’impatto ambientale dei prodotti: è quanto emerge dal rapporto Sustainability Management Barometer. La sostenibilità delle aziende italiane, realizzato nell’ambito del Sustainability Lab di SDA Bocconi School of Management, presentato nei giorni scorsi nella sede dell’ateneo milanese.

Lo studio, che ha coinvolto oltre 175 aziende italiane attive prevalentemente nel settore manifatturiero, ha evidenziato come le imprese del nostro Paese stiano sempre più investendo sulla sostenibilità, anche se si registra ancora un ritardo rispetto alle aziende manifatturiere tedesche, considerate come benchmark.
 Fra le soluzioni tecnologiche e operative per la gestione ambientale sono il riciclaggio dei materiali all’interno dell’azienda (69%), il trattamento per la riduzione delle emissioni in aria (65%) e il riciclo degli imballaggi (62%) le pratiche più adottate dalle imprese italiane.

“Gli interventi più adottati sono quelli “end of pipe” o di fine ciclo, che intervengono cioè sul trattamento dell’inquinamento dopo che esso è stato prodotto - ha sottolineato Stefano Pogutz, ricercatore e docente del Master in Green Management, Energy and Csr (Mager) dell'università Bocconi. - È invece ancora limitato, soprattutto per le PMI se paragonato a quanto avviene in Germania, il ricorso a interventi di prevenzione dell’inquinamento e di riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti lungo il loro intero ciclo di vita”.
In parziale controtendenza, sotto questo punto di vista, il comparto delle fonderie: il presidente di Assofond Roberto Ariotti ha illustrato le dinamiche del settore in una tavola rotonda che ha visto protagonisti anche Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Alimentari e Lucia Silva, Group Head of Sustainability and Social Responsibility di Generali. “Le fonderie – ha sottolineato Ariotti – rappresentano la “cerniera dell’industria” e contribuiscono, direttamente e indirettamente, allo sviluppo dell’economia circolare: innanzitutto due terzi delle nostre materie prime sono rappresentate da rottami metallici, che riutilizziamo per creare nuovi prodotti. Inoltre, la nostra tecnologia rappresenta una delle opzioni più semplici ed energeticamente efficienti per realizzare componenti indispensabili per la produzione di energia pulita, come turbine idrauliche o sistemi di trasmissione del moto per pale eoliche”
L’attenzione per la riduzione “a monte” dell’impatto ambientale caratterizza, infine, l’impegno del comparto delle fonderie in tema di sostenibilità: “Stiamo lavorando per ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti lungo il loro intero ciclo di vita partecipando al progetto Effige, finanziato dall’unità Life della Commissione Europea, che ha l’obiettivo di introdurre il metodo PEF (Product Environmental Footprint) all’interno delle nostre aziende. In questo modo – ha concluso Ariotti – puntiamo a individuare un sistema univoco di calcolo dell’impronta ambientale dei nostri prodotti e a implementare soluzioni in grado di ridurla”.

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