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​Sprofondamenti e voragini in Italia, l’Ispra fa il punto

where Roma when Lun, 12/05/2014 who michele

Tra le regioni più colpite dai fenomeni di sprofondamento naturale, la Campania, la Sardegna, la Puglia e il Lazio

L'Ispra ha censito a Roma più di 2500 sinkholes registrati dal 1875 al 2014. Tra le regioni più colpite dai fenomeni di sprofondamento naturale, la Campania, la Sardegna, la Puglia e il Lazio. In particolare, per quest'ultima regione l'Ispra ha prodotto una Carta di suscettibilità  ai fenomeni di sprofondamento e sono state individuate 33 aree a rischio, con un totale di 393 voragini censite. Una normativa ad hoc è stata realizzata dalle Regioni Lazio e Sardegna, dalle Autorità di Bacino dell'Abruzzo e della Puglia, le quali prevedono sia il monitoraggio delle aree edificate che di quelle su cui si intende costruire. La Regione Sardegna ha individuato finora 45 aree a rischio sinkhole, di cui 27 localizzate nelle zone minerarie metallifere e lignitifere del Sulcis-Iglesiente.
Questi alcuni dei dati emersi nel corso del convegno organizzato dall'Ispra “Voragini in Italia: i sinkholes e le cavità sotterranee: ricerca storica, tecniche di studio e d'intervento”, durante il quale è stata presentata una "Carta di suscettibilità ai sinkholes" del territorio di Roma sino al Raccordo anulare, aggiornata al 2014, strumento fondamentale per monitorare la stabilità e il rischio di voragini dei quartieri della città.
Nel sottosuolo della Capitale, come in molte città italiane, tra le quali Napoli -  dove, da diversi anni, sono state censite dal comune oltre 900 cavità sotterranee, per una superficie complessiva di oltre 60 ettari - è presente un reticolo esteso e denso di cavità sotterranee: cave, catacombe, reti idrauliche, acquedotti, fognature e cunicoli di interesse archeologico, che se interessate da piogge copiose, fratture del suolo, eventi sismici o attività umane non adeguate alla situazione geologica, possono innescare i sinkholes. Per esempio, il quadrante est della Capitale è particolarmente ricco di cave di tufo scavate dai romani in galleria nel sottosuolo, che si sviluppano per chilometri e sono collegate tra loro. La presenza di tali cavità potrebbe essere ragione del collasso degli strati più superficiali del terreno, con la formazione di voragini di dimensioni metriche.
In sintesi, nel solo territorio di Roma, negli ultimi 15 anni si sono verificati in media 100 sprofondamenti l'anno, dovuti per lo più a cedimenti  delle cavità sotterranee, con danni anche significativi. Il fenomeno è purtroppo in incremento e nei recenti episodi alluvionali intensi si sono aperti circa 20 sprofondamenti al giorno, di dimensioni e pericolosità molto diverse tra loro, a causa del sovraccarico di pioggia nella rete dei sottoservizi della Capitale. Tra i quartieri che meritano particolare attenzione, il Prenestino, l'Appio-Tuscolano, il Tiburtino, Monteverde vecchio e l'Esquilino. Il Servizio Geologico d'Italia dell'Ispra, da anni impegnato nella  realizzazione di uno studio sistematico degli sprofondamenti, ha realizzato un Database Nazionale dei Sinkholes consultabile sul sito dell'Istituto (www.isprambiente.gov.it ) e ha proposto di realizzare una mappatura di  suscettibilità del territorio mediante una metodologia geo-statistica.
 

 

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Voragine in via Columella a Roma