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Dispersione idrica al 35%. Dagli Stati generali green quattro proposte per uscire dall’emergenza

where Roma when Mar, 23/07/2013 who michele

In Italia le risorse idriche sono sufficienti: il problema è la gestione e il corretto uso. Secondo il sottosegretario D’Angelis, si possono sbloccare subito cantieri già finanziati per 4,8 miliardi. Parte da Roma il piano dell’Assemblea nazionale acque (Stati generali della green economy 2013)

Perdite di rete superiori in media al 35%, ma si arriva anche al 70%. Rete fognaria che ancora non serve il 15% degli italiani, depuratori malgestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre. Acqua che esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto al sud, circa il 35% dei corpi idrici di superficie che non raggiunge gli standard di qualità ambientale.
Per tracciare la rotta corretta per proteggere la risorsa, l’Assemblea nazionale acque, che si è svolta a Roma in preparazione degli Stati generali della green economy 2013, ha lanciato quattro proposte che partono da questo quadro generale: in Italia sono disponibili 52 miliardi di metri cubi di acqua e di questa il 50% è utilizzata in agricoltura, il 15-20% per uso domestico, il 30-35% per uso energetico/industriale.
170mila chilometri di rete da riparare – “L’Italia convive con un grave deficit infrastrutturale nel settore degli acquedotti e della depurazione – osserva Erasmo D’Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti. – Il governo Letta sta affrontando seriamente il problema e presto ci incontreremo con regioni e aziende per far ripartire gli interventi infrastrutturali urgenti e per rendere universale il servizio in tutto il paese, rottamare o riparare 170mila chilometri di reti e posarne almeno altre 50mila. Sarebbe ossigeno anche per l’occupazione – conclude D’Angelis – e per aprire velocemente 480 cantieri per 4,8 miliardi di euro già finanziati a livello locale dalle principali aziende idriche”.
L’acqua, “linfa vitale della green economy”, non è un prodotto commerciale ma un patrimonio che va protetto e difeso. “L’annuncio del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, di voler predisporre un piano nazionale per questo settore va nella giusta direzione”, ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
“In Italia – ha aggiunto Gianni Squitieri, coordinatore del gruppo di lavoro sull’acqua degli Stati generali – le risorse idriche sono complessivamente sufficienti; il problema è la loro gestione e il loro corretto uso”.
Quattro mosse – Ecco le quattro proposte dell’Assemblea per avviare una strategia nazionale per la gestione della risorsa acqua. Innanzitutto, occorre dare piena attuazione alle direttive europee adeguando le norme nazionali. In attesa della riforma complessiva del settore, prioritaria è l’effettiva operatività dei distretti idrografici con la ridefinizione dei loro confini e la revisione dei piani di gestione.
Quindi, secondo gli esperti, è centrale reperire 66 miliardi di euro: si tratta delle risorse necessarie per le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative. Con interventi di upgrade spalmati su trent’anni, gli investimenti genereranno un effetto occupazionale stimabile tra 150 e 200mila addetti attraverso, in primo luogo, la qualificazione dell’uso dei fondi strutturali 2014-2020.
Terzo punto, l’Assemblea chiede di migliorare le prestazioni ambientali del settore valorizzando il risparmio idrico con i “certificati blu”, riconoscendo gli incentivi a chi riutilizza le acque reflue depurate, soprattutto in agricoltura, riducendo le dotazioni idriche a 200 litri per abitante al giorno (ora sono in media superiori del 20-40%) e le perdite che non dovrebbero superare il 20%. “Bisogna favorire anche in Italia la penetrazione di tecnologie per la gestione sostenibile delle acque nel settore domestico”, spiegano i tecnici: oggi, difatti, solo 530 comuni su 8.092 hanno regolamenti edilizi con prescrizioni che riguardano la gestione dell’oro blu.
Infine, è necessario coinvolgere i cittadini attraverso percorsi di comunicazione e formazione.

Info, proposte integrali e slide dei relatori: statigenerali.org 

 

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