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​Festival dell’Acqua/1 – Bazzano: “Servono investimento o water bond”. D’Ascenzi “Acqua pubblica non significa gratis”

where L’Aquila when Mar, 15/10/2013 who michele

Per il presidente della Federutility, “lo Stato non ha soldi e l’instabilità normativa di questo settore ha allontanato gli investitori”

Lo Stato non ha soldi e l’instabilità normativa di questo settore ha allontanato gli investitori. Sarebbe fondamentale che la Cassa depositi e prestiti finanziasse le imprese idriche”. Lo ha detto al Festival dell’Acqua il presidente di Federutility Roberto Bazzano. “Non chiediamo tassi agevolati, ma tassi di mercato, perché gli altri istituti non si fidano a finanziare. Strumenti come project e water bond, con agevolazioni fiscali per sottoscrittori o fondi rotativi, insieme alle semplificazioni normative, sono una possibile soluzione”.
“Il tema dell’Acqua, quello che impatta con le società umane, non è fatto di principi filosofici ma di tubi che raccolgono l’acqua, di pompe che la sollevano e la distribuiscono, dei cambiamenti climatici in corso, con le bombe d’acqua che mietono vittime e che invece dobbiamo imparare a governare per trattenere quell’acqua potenzialmente distruttiva da utilizzare quando serve; è fatto di depuratori, per cui pagheremo non per costruirli ma per le sanzioni europee per non averli fatti, e ancora non li avremo per depurare i reflui e restituire all’ambiente acqua depurata”.  Questa la visione di Mauro D’Ascenzi, vice presidente di Federutility, secondo il quale l’acqua è un “bene comune, di proprietà incedibile del demanio dello Stato, la cui fruizione tuttavia ha un costo ineludibile, chiunque sia a pagarlo, al di là di riflessioni astratte. Acqua pubblica non significa acqua gratis”.
Per acquedotti (con perdite di rete intorno al 32%), fognatura e depurazione (servizi indisponibili rispettivamente per il 15% e 30% della popolazione) dovremmo spendere 80 euro/abitante/anno (media Ocse), in realtà in Italia ne spendiamo 20 euro per abitante/anno. “Il differenziale - conclude amaro D’Ascenzi - è debito e danno ambientale, che trasferiamo alle future generazioni”.
 
 

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