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L’inceneritore di Parma perde i certificati verdi. Iren ricorre al Tar

where Parma when Mar, 11/06/2013 who matteo

In ballo ci sono 70 milioni di euro d’incentivi. Autorizzato per 130mila tonnellate di rifiuti in ingresso l’anno, l’impianto di Ugozzolo è costato 192,5 milioni

Niente certificati verdi e niente contributi pubblici per 15 anni. Si profila un nuovo ostacolo per il termovalorizzatore che Iren, la multiutility attiva nei settori dell’energia, gas, acqua e gestione dei rifiuti in Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna, sta mettendo in funzione a Parma. Il Gse, Gestore dei servizi energetici – l’ente regolatore che promuove lo sviluppo sostenibile attraverso incentivi alla produzione energetica da fonti rinnovabili – ha negato all’inceneritore di Ugozzolo i cosiddetti certificati verdi, un contributo che nel caso dell’impianto di Iren varrebbe 4,5 milioni di euro l’anno per 15 anni. Il motivo? L’inceneritore non sarebbe classificabile come “impianto alimentato da fonti rinnovabili”. Lo scrive “La gazzetta di Parma”.
La notizia, secondo gli osservatori, potrebbe segnare uno stop all’impianto dopo le indagini della magistratura, le contestazioni del comune e le diffide della provincia di Parma alle prove di combustione che hanno portato alla sospensione temporanea delle attività nel forno.
Autorizzato per 130mila tonnellate di rifiuti in ingresso l’anno, l’impianto di Ugozzolo è costato 192,5 milioni di euro: accedere ai certificati verdi significherebbe portare in cassa 70 milioni di euro, sia pure spalmati su più anni.
Folli: “Gestione preoccupante” – “Siamo molto preoccupati per come è stato gestito da parte di Iren il progetto dell’inceneritore – spiega l’assessore all’Ambiente del comune Gabriele Folli. – Prima c’è stata una falsa partenza dell’impianto, il 29 aprile, con problematiche che hanno generato una diffida da parte di Arpa e una da parte della provincia. Ora arriva questa nuova situazione che, se confermata, potrebbe togliere al piano finanziario dell’impianto 30 milioni di euro”. Il Movimento 5 Stelle sta pensando di proporre una riconversione dell’area.
Cassazione, no al sequestro – Poche ore prima dell’intervento tecnico del Gse, i giudici della Cassazione avevano detto no al sequestro del cantiere. Un punto a favore dell’inceneritore dietro al quale si muovono complessi scenari legali.
In ogni modo, anche senza sequestro dell’area, prosegue l’inchiesta della procura mentre Iren ha annunciato il ricorso al Tar del Lazio per non perdere gli incentivi statali verdi.

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