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Le privatizzazioni di Gamberale: “L’Italia crei una grande aggregazione nell’acqua e nei rifiuti”

where Milano when Lun, 07/04/2014 who redazione

L'amministratore delegato di F2i, nel corso dell'assemblea dell'Aifi a Milano, ha spiegato come immagina il futuro per le infrastrutture italiane, un tempo “all'avanguardia nel mondo. Ora, dice, “bisogna aggregarle. Non è possibile avere 4mila aziende che gestiscono l'acqua e 6mila i rifiuti”. E Bassanini (Cdp) lo sostiene

Vito Gamberale sogna che “l'Italia possa dare origine a una grande aggregazione nell'acqua e nei rifiuti”, due settori dove le multiutility sono, a suo dire, “troppe”.
L'amministratore delegato di F2i, nel corso dell'assemblea dell'Aifi a Milano, ha spiegato come immagina il futuro per le infrastrutture italiane, un tempo “all'avanguardia nel mondo”: ma ora, dice, “bisogna aggregarle. Non è possibile avere 4mila aziende che gestiscono l'acqua e 6mila i rifiuti”.
Allo stesso modo, il numero uno del fondo infrastrutturale auspica che il Governo vada avanti con le privatizzazioni, ma punti proprio sulle multiutility locali. “I guadagni che ne possono derivare - spiega - vanno visti in rapporto al debito di quell'ente locale”. Le privatizzazioni degli asset locali possono rispondere anche “alla nuova ondata di interesse da parte degli investitori stranieri in Italia”.
Gamberale ripercorre, durante il convegno Aifi, la storia recente delle multiutility, come Acea, A2a, Iren e Hera, di cui nei primi anni 2000 si è tentata la privatizzazione, “purtroppo rimasta spesso incompiuta”. Secondo il manager, “bisognerebbe avere il coraggio, per settori come l'acqua e i rifiuti, di fare ciò che il primo Governo di Centrosinistra fece per l'energia elettrica nel 1963, quando, partendo da numerosissimi operatori locali, nacque Enel”.
E questo perché “solo player di dimensioni rilevanti e specializzati possono generare cash flow quantitativamente sufficienti alla realizzazione di nuovi investimenti”. Laddove, invece, “le aziende infrastrutturali sono rimaste totalmente o a maggioranza pubblica, specialmente a livello locale, hanno progressivamente risentito delle carenze della finanza pubblica, di gestioni opache, di inefficienze dovute alla frammentazione degli asset”.
Le infrastrutture, invece, oggi “possono ritornare ad essere un volano di sviluppo, fornendo l'impulso necessario alla ripresa economica del nostro Paese”. La stessa F2i ha offerto “un modello” al mondo delle infrastrutture in Italia. Gamberale elenca gli ultimi risultati ottenuti dal fondo: nel 2013 ha raggiunto un fatturato di 2,2 miliardi, con Ebitda pari a 850 milioni e investimenti pari al 55% dell'Ebitda (480 mln). Nelle multiutility, lo spazio deve essere lasciato ai privati: “Il ruolo di aggregatore non può più essere assolto dallo Stato per carenza di finanza pubblica, che, in passato, è stata il motore dello sviluppo delle infrastrutture. La gestione efficiente delle infrastrutture può - conclude - essere perseguita solo attraverso la finanza privata, purché sana e non speculativa”.
E anche Franco Bassanini spinge verso una super aggregazione. ”Attraverso il fondo strategico siamo disponibili a sostenere con equity il processo di consolidamento delle utility locali”. Così il presidente della Cassa Depositi Prestiti, nel corso di un suo intervento a un convegno organizzato da Gdf Suez.

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Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i