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Rapporto #italiasicura, gli investimenti per il settore idrico saranno destinati al Sud

where Roma when Lun, 22/02/2016 who michele

I fondi al 2020 per interventi nel settore idrico verranno allocati all’80% al Sud. Bortoni parla di tre italie e Valotti di Paese da terzo mondo

Andranno quasi tutti al Sud i fondi degli investimenti 2014-2020 per il settore idrico: in particolare, si stima una disponibilità di 1,85 miliardi di euro a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, che saranno destinati per l'80% al Sud. Lo indica il rapporto Sviluppo delle infrastrutture idriche , il documento, a cura di di #italiasicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, finalizzato a definire il quadro degli investimenti pubblici nel settore del Servizio Idrico Integrato. Nella nuova programmazione si stimano risorse nazionali e comunitarie per 2,4 miliardi di euro contro i 4,3 miliardi della programmazione 2007-2013.
Per quanto riguarda la programmazione delle risorse europee, l'Accordo di Partenariato 2014-2020 ha previsto 517 milioni di euro per il miglioramento del Servizio Idrico Integrato per usi civili e riduzione delle perdite di rete di acquedotto. Tali risorse saranno allocate attraverso i Por (Programma operativo regionale) nelle Regioni Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata e Puglia e nella Regione Sardegna.

Bortoni, per gli investimenti bisogna sollecitare le obbligazioni - La radiografia idrica del Paese mostra “tre Italie”. Guido Bortoni, presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il servizio idrico-Aeegsi, lo ha detto intervenendo alla presentazione. La prima, il Sud e le Isole, mostrano una significativa discontinuità del servizio idropotabile: mancanza o non regolarità nell'erogazione, con una grossa perdita di rete e una carenza di sistemi fognari e depurativi. L'area del Centro segnala invece criticità relative soprattutto all'assenza di misuratori e limiti all'attività di lettura, quindi una contabilizzazione carente di quello che è il flusso, l'erogazione del servizio, ha proseguito dice il presidente Aeegsi.
Le aree del Nord Est e Nord Ovest mostrano invece situazioni di criticità riguardo lo stato di conservazione della rete e degli impianti. Per finanziare le infrastrutture nel settore idrico, ha quindi aggiunto, “accanto ai due strumenti fondamentali, cioè la tariffa e le risorse pubbliche, che sono complementari, sarebbe opportuno il ricorso alle obbligazioni, cioè al risparmio diffuso”. In particolare, “per il periodo 2014-2017 gli interventi da finanziare con la tariffa sono pari a 5,5 miliardi”; da sottolineare anche che “la regolazione tariffaria per il 2014-2015 e per il 2016-2019 ha dato enfasi al rilancio degli investimenti”.

Valotti, Italia da Terzo mondo - In Italia la situazione del settore idrico “è più vicina a quella del Terzo mondo piuttosto che a quella dei Paesi del Nord Europa. È drammatica". Lo ha detto il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti, secondo il quale “sono necessari 5 miliardi all'anno per i prossimi anni, ma di opere realizzate, non solo programmate”.
Valotti ha osservato che ora stiamo programmando risorse per 1,5 miliardi, cioè 30-35 euro in media per abitante contro gli 80-120 di altri Paesi europei, siamo a un terzo, un quarto". Al Sud, poi, “diventano 18 euro, la metà della media italiana". A fronte di un sistema idrico “penoso”  serve un 'recovery plan' che metta qualche toppa. In un'analisi molto cruda del sistema idrico italiano, Valotti ha spiegato che c'è un deficit del 30% negli impianti di depurazione che scaricano direttamente nei fiumi e nei laghi; le perdite idriche si attestano intorno a una media del 37%, con punte del 55% ad esempio in Sardegna e del 47% nel Lazio.

Grassi, il quadro del settore non è confortante - Il quadro che emerge dall'analisi degli investimenti e della realizzazione delle opere del sistema idrico nazionale contenuto nel rapporto “non è confortante”. A dirlo Mauro Grassi, responsabile della struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. In particolare, in merito ai tempi di attuazione degli interventi conclusi, il capo di #italiasicura ha sottolineato che, mediamente, sono necessari 5 anni e 6 mesi per realizzare un investimento pubblico nel settore idrico, ai quali si aggiungono altri anni, oltre 3, per le lungaggini burocratiche legate all'iter per il finanziamento, da quando si decide di finanziare l'opera a quando inizia la progettazione. Poiché il trend delle risorse che lo Stato investirà per il settore idrico è decrescente, “è fondamentale che si avvii un percorso condiviso fra operatori del settore, amministratori e soprattutto i cittadini, che punti a riavvicinare le tariffe dell'acqua che paghiamo in Italia a quelle che gli altri cittadini dell'Unione pagano in Europa. Per poter così rilanciare - prosegue il suo intervento - il livello di investimenti necessari a fare un salto di qualità all'industria dell'acqua pubblica in Italia. Qualità che vuol dire qualità, quantità e regolarità dell'acqua, depurazione efficace, minor spreco della risorsa e capacità e tempestività nel ripristinare rotture e criticità del sistema infrastrutturale. Anche per evitare, come è successo recentemente a Messina, che la popolazione se ne stia 15 giorni senza acqua in attesa di una soluzione tecnica temporanea”. Per Grassi, occorre quindi “un percorso che oltre alla riorganizzazione della governance del settore, includa la necessità di affidare il servizio a gestori industriali capaci di garantire qualità del servizio ed economie di scala nel rispetto dell'importanza della risorsa acqua”.
Daga (M5S), l’acqua deve essere pubblica - “Non si tratta di scelte di pancia o di testa, la gestione dell'acqua, il bene pubblico per eccellenza, deve essere pubblica: decisione pienamente condivisa da tutti i cittadini italiani e ora proposta di legge in discussione alla Camera”. È quanto espresso dalla deputata Daga (M5S), prima firmataria della proposta di legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico,  dopo la presentazione del report.
 
Leggi il rapporto completo “Sviluppo delle infrastrutture idriche” di #Italiasicura  in pagina Approfondimenti.

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Immagine di copertina del rapporto Italia sicura settore idrico
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