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L’acqua e l’ambiente. Sette donne difendono l’oceano per raccontare la ricerca scientifica al femminile

where Parigi when Lun, 22/03/2021 who roberto

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua la commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco presenta le figure di rilievo per il Decennio del Mare

Dall’artista alla ricercatrice, dalla annedecarbuccia.jpgchef alla giudice: sono sette le donne, impegnate con le loro diverse professioni e specializzazioni a difendere il mare, scelte dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (Ioc-Unesco) come “role models” per il Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile (2021-2030), proclamato dalle Nazioni Unite. Dieci anni che hanno l’obiettivo di sostenere il ruolo delle scienze del mare nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella implementazione dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
“Ciascuna di queste donne rappresenta uno dei sette risultati attesi dal Decennio del Mare, dedicato appunto a costruire l’oceano che vogliamo: pulito, sano e resiliente, produttivo, predicibile, sicuro e accessibile, ma anche un oceano che ispira e che coinvolge”, spiega Francesca Santoro, specialista di programma dell’Intergovernmental Oceanographic Commission Unesco e promotrice del Decennio del Mare in Italia.
Uno degli obiettivi del decennio è infatti promuovere l’equità di genere, mettere in discussione e denunciare pregiudizi e disuguaglianza. Il mondo delle scienze marine continua infatti a essere sottorappresentato dal punto di vista femminile: secondo i dati del Global Ocean Science Report 2020, solo il 39% dei ricercatori scientifici oceanici di tutto il mondo sono donne.
 
Anne de Carbuccia, artista ambientalista e filmmaker

Anne de Carbuccia (nella foto) è un'artista franco-americana che viaggia per i luoghi più remoti della terra per documentare con le sue opere siti, animali e culture a rischio d’estinzione. Le sue immagini sono state esposte in musei ed istituti pubblici in Europa e negli Stati Uniti. Il suo cortometraggio One Ocean, presentato alla 75a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, è disponibile in italiano ed inglese in free streaming su One Ocean. Inoltre, è Fondatrice dell’associazione One Planet One Future e della Time Shrine Foundation negli USA, costituite con l’intento di aumentare la consapevolezza sull’emergenza climatica e sulle minacce portate al pianeta dal comportamento dell’uomo. Attualmente Anne sta girando un documentario sulle sfide dell’“Antropocene” che uscirà nel 2021. Anne compensa le sue impronte di carbonio con MyClimate. “Con le mie opere cerco di dare una voce al nostro pianeta blu. Per me l’oceano è fonte di grande ispirazione, ed è coinvolgente. È una grande fonte di passione, ci mostra le nostre forze e le nostre debolezze”, spiega Anne de Carbuccia.
 
Arianna Mancuso, biologa e subacquea, ricercatrice dell'Università di Bologna
“Dall’oceano noi fortemente dipendiamo. Per questo abbiamo bisogno di un oceano sano”, sottolinea Arianna Mancuso, che tutti i giorni si occupa di comprendere la relazione tra acidificazione di oceano e vita marina, misurarne le criticità e trovare soluzioni. Arianna Mancuso è infatti biologa e subacquea, membro del Marine Science Group dell’Università di Bologna; svolge la sua attività di ricerca presso il Fano Marine Center. Arianna si occupa di biodiversità ed ecologia marina nel Mar Mediterraneo, dove indaga le relazioni tra gli organismi bentonici e l’ambiente in cui vivono. Studia in particolare la biometria, la crescita e le proprietà degli scheletri di coralli e delle conchiglie di molluschi in relazione a variazioni di temperatura, salinità e pH. Grazie al National Geographic Early Career Grant, Arianna ha svolto un progetto per capire gli effetti dell’acidificazione del mare sugli organismi marini calcificanti nel cratere sottomarino di Panarea, un laboratorio naturale unico nel suo genere. Qui, infatti, a causa di un’emissione continua di bolle di anidride carbonica, si registrano livelli di pH più bassi della media dei mari e pari a quelli previsti alla fine del secolo dai modelli sui cambiamenti climatici. Oltre alla scienza, Arianna ha una grande passione per i viaggi, lo sport e le piante: ama circondarsi di verde e usare la sua creatività per dare una seconda vita ai rifiuti, trasformandoli così in risorsa.
 
Bonetta dell'Oglio, presidente di Donne di Mare e Chef dell’Alleanza Slow Food Italia
“Ci nutriamo del mare e il mare ci nutre tantissimo. Per questo mi sono sempre impegnata nella valorizzazione della biodiversità e nella difesa della cucina biologica”, sottolinea Bonetta dell’Oglio, chef palermitana dell'Alleanza Slow Food Italia.  Ha insegnato presso la scuola di cucina dell’Università di Scienze Gastronomiche di Bra, è docente presso master in food management UET, fondatrice della “Rivoluzione in un chicco”. La sua sensibilità artistica trova espressività nella valorizzazione della biodiversità e del patrimonio culturale del gusto Mediterraneo: Bonetta dell’Oglio ha elaborato il “lusso naturale” con coscienza critica e valorizzazione degli ingredienti di prossimità con riguardo al benessere animale, al massimo rispetto del lavoro degli artigiani e alla millenaria storia siciliana. Tutto questo, espressione delle contaminazioni e delle dominazioni, è divulgato attraverso il suo libro “Romanzo Culinario”, antologia di ricette etiche e manifesto di biodiversità.
 
Ida Caracciolo, giudice del Tribunale del mare

Ida Caracciolo è professoressa ordinaria di diritto internazionale nel dipartimento di scienze politiche dell’Università della Campania e giudice del Tribunale internazionale del diritto del mare. È inoltre membro della Corte permanente di arbitrato, vice-arbitro nella Corte di arbitrato e conciliazione dell’OSCE e autrice di volumi e articoli, in collettanee e riviste italiane e straniere, di diritto internazionale pubblico. “L’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso, che deve essere protetto e ripristinato per mantenere la biodiversità e la vitalità dell’oceano”, sottolinea Ida Caracciolo.
 
Roberta Ivaldi, professoressa presso l'Istituto idrografico della Marina
Roberta Ivaldi è professoressa associata di geologia marina presso l'Istituto Idrografico della Marina e tra i vari ruoli ricopre quello di membro della commissione internazionale Gebco Scufn (General Bathymetric Chart of the Oceans Sub-Committee on Undersea Feature Names) in qualità di rappresentante dell'Organizzazione Internazionale dell'Idrografia (Iho - International Hydrographic Organization). Ha partecipato a diversi progetti di ricerca e campagne oceanografiche in Mediterraneo, in Atlantico settentrionale, in Antartide nell'ambito del Global Change, Progetto Glaciologia e Paleoclima del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e in Artico. Grande è il suo interesse rivolto ai caratteri e ai processi dei fondali marini e delle aree polari, considerando l’oceano trasparente e accessibile con il recente sviluppo del 3D mapping integrato, dal satellite al sottofondo. "L'oceano deve essere trasparente e accessibile perché non è solo vento, acqua, ghiaccio, ma è soprattutto fondale. Quello che mi aspetto è un oceano trasparente nel libero accesso a dati, informazioni e tecnologie, anche per formare i giovani alla conoscenza del mare. Ad oggi solo il 19% dell’oceano è stato coperto da una mappatura ad alta risoluzione con tecnologie recenti”, sottolinea Roberta Ivaldi.
 
Simona Masina, ricercatrice del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici

Simona Masina è un’oceanografa fisica e prima ricercatrice all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e affiliata al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), dove dirige la divisione di modellistica oceanografica e assimilazione dati. È inoltre membro della Commissione Oceanografica Italiana e del board scientifico di Mercator Ocean International. I suoi interessi scientifici si focalizzano in particolare sullo studio del ruolo dell’oceano nel sistema climatico globale e sulla capacità di prevedere lo stato del mare e la sua variabilità a diverse scale spaziali e temporali. Con oltre 20 anni di esperienza nella modellizzazione dell’oceano, è stata coinvolta in progetti nazionali ed internazionali sia con responsabilità scientifiche che di coordinamento. Ha al suo attivo più di 100 pubblicazioni su riviste internazionali referenziate e dallo scorso anno insegna nel dottorato Future earth, climate change and societal challenges presso l’Università di Bologna. “Dobbiamo migliorare la nostra capacità di conoscere il mare e di fare previsioni sempre più accurate, per fornire conoscenza scientifica a supporto della società. Il Decennio del Mare rappresenta l’occasione per formare giovani ricercatori e ricercatrici, animati da una curiosità scientifica di conoscenza dell’oceano”, sottolinea Simona Masina.
 
Claudia Pasquero, professoressa di oceanografia e fisica dell’atmosfera
Professoressa associata di oceanografia e fisica dell'atmosfera presso l'Università degli Studi di Milano - Bicocca, Claudia Pasquero è anche ricercatrice associata presso l'Istituto di scienza dell'atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e vicepresidente del comitato di geofisica matematica dell'Unione Internazionale di Geodesia e Geofisica. Si occupa in particolare dello studio delle interazioni tra oceano e clima e recentemente la sua ricerca ha portato a miglioramenti significativi nella comprensione delle dinamiche di tifoni e uragani. Lavora inoltre sulle interazioni tra le dinamiche oceaniche e gli ecosistemi marini. “Vorrei un oceano sicuro, per questo mi occupo dello studio delle interazioni tra oceano e atmosfera, oceano e clima: voglio capire il ruolo dell’oceano nel mitigare i cambiamenti del clima”, sottolinea Claudia Pasquero.

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