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L’agrochimica in acqua. L’Ispra rileva più pesticidi in fiumi e falde

where Roma when Lun, 14/05/2018 who roberto

Rapporto annuale. Erbicidi, insetticidi, fungicidi e altri prodotti per l’agricoltura nel 67% delle acque superficiali e nel 33,5% delle acque sotterranee controllate

Nelle acque sotterranee di falda inquinamentoacque.jpgè in testa l’atrazina, nelle acque superficiali è il glifosato insieme al suo metabolita AMPA, ma anche il metolaclor, che supera i limiti nel 7,7% dei punti di monitoraggio e del suo metabolita metolaclor-esa, che tuttavia è ricercato solo in Friuli Venezia Giulia e che supera i limiti nel 16% dei siti, nonché del quinclorac, superiore ai limiti nel 10,2% dei casi. Tali valori dimostrano l'opportunità di estendere in maniera uniforme il monitoraggio anche in altre Regioni.

Sono i dati dell'ultimo Rapporto Ispra "Pesticidi nelle Acque", che in questa edizione presenta i risultati relativi al biennio 2015-2016 sulla base dei dati provenienti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Tra gli obiettivi vi è anche quello di avere notizie rispetto ad eventuali effetti negativi che in futuro possono essere considerati per migliorare l'efficacia delle autorizzazioni.
Le sostanze cercate - Nel complesso, salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia. La situazione è differente tra regione e regione ed è indispensabile incrementare il monitoraggio riguardo a nuove sostanze indicate dalle linee guida dell'Ispra.

Il risultato dei controlli - In generale, sono 35.353 i campioni di acque superficiali e sotterranee analizzate in Italia nel biennio 2015-2016, per un totale di quasi 2 milioni di misure analitiche e 259 sostanze rilevate (erano 224 nel 2014). Nel 2016, in particolare, sono stati trovati pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3.129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli standard di qualità ambientale nel 23,9% delle acque superficiali e nel 8,3% delle acque sotterranee. Gli erbicidi, in particolare, rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità e il periodo di utilizzo, che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi.
Si sottolinea che, nonostante un notevole incremento dell'attività di monitoraggio e nonostante l'evoluzione dei metodi analitici - con un aumento della copertura territoriale, del numero di campioni e delle sostanze cercate - le sostanze responsabili della maggior parte dei superamenti normativi non sono ricercate omogeneamente sul territorio nazionale.
Nel sottosuolo - Nelle acque sotterranee, 260 punti (l'8,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti. Anche in questo caso le sostanze che maggiormente hanno superato il limite sono gli erbicidi atrazina desetil desisopropil, glifosate e AMPA, bentazone e 2,6-diclorobenzammide, l'insetticida imidacloprid, i fungicidi triadimenol, oxadixil e metalaxil.
Il caso della Calabria - La maggior presenza di pesticidi si riscontra nella pianura padano-veneta, dove le indagini sono generalmente più approfondite (in termini di numerosità dei campioni e di sostanze ricercate); nelle regioni del nord, infatti, si concentra più del 50% dei punti di monitoraggio della rete nazionale. Nel resto del paese la situazione resta ancora abbastanza disomogenea: non sono pervenute, infatti, informazioni dalla Calabria e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come resta limitato, nonostante l'aumento, il numero delle sostanze ricercate.
Più controlli - Sempre a livello regionale, la presenza dei pesticidi interessa oltre il 90% dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell'80% dei punti in Emilia Romagna e Toscana. Supera il 70% in Lombardia e provincia di Trento. Nelle acque sotterrane è particolarmente elevata in Friuli (81%), in Piemonte (66%) e in Sicilia (60%). Si precisa che dove il dato è superiore alla media, c'è stata un'ottimizzazione del monitoraggio in termini di punti di prelievo, che si concentrano in modo particolare nelle aree dove vi è più presenza di pesticidi, nonché in termini di numero di sostanze analizzate oltre che di miglioramento delle prestazioni analitiche.
Prodotti migliori - Si segnala, dopo oltre dieci anni di diminuzione, un'inversione di tendenza nelle vendite di prodotti fitosanitari, che nel 2015 sono state pari a 136.055 tonnellate, comunque inferiori alle 150.000 del 2002 (anno in cui si è avuto il massimo). Significativo invece il calo delle vendite dei prodotti tossici e molto tossici che nel periodo di riferimento segnano un -36,7% rispetto al massimo di oltre 5.000 tonnellate raggiunto in passato. La media nazionale delle vendite riferite alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è pari a 4,6 kg/ha. Si collocano al di sopra: Veneto con oltre 10 kg/ha, Provincia di Trento, Campania ed Emilia Romagna che superano gli 8 kg/ha e Friuli-Venezia Giulia 7,6 kg/ha.
Alla diminuzione delle vendite però non corrisponde un'analoga diminuzione della frequenza di pesticidi nelle acque. Nel periodo 2003-2016, infatti, oltre al numero delle sostanza trovate aumentano anche i punti interessati dalla presenza di pesticidi che sono cresciuti di circa il 20% nelle acque superficiali e del 10% in quelle sotterranee. La ragione va cercata nel'aumento dello sforzo di monitoraggio e della sua efficacia, ma anche nella persistenza delle sostanze e nella risposta complessivamente molto lenta dell'ambiente, in particolare nelle acque sotterranee. I benefici della diminuzione delle vendite di pesticidi si potranno vedere solo in futuro.

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