torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Gli ambientalisti (uniti) al futuro governo: stop al consumo di suolo

where Roma when Lun, 07/01/2013 who matteo

Le associazioni chiedono subito l’adozione di una “Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici”, già adottata da 13 partner europei. Coldiretti: il clima pazzo fa crollare i raccolti made in Italy

L’Italia fragile dei precari equilibri idrogeologici, sottoposta ai fenomeni meteorologici estremi provocati o amplificati dai cambiamenti climatici, ha bisogno di atti concreti che dimostrino nei fatti un cambiamento di rotta. Per questo Cai (Club alpino italiano), Fai (Fondo ambiente italiano), Italia Nostra, Legambiente, Touring Club e Wwf chiedono insieme che il prossimo governo faccia propria la proposta del ministero dell’Ambiente di dotare l’Italia di una “Strategia nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
Già 13 paesi membri dell’unione Europea su 27 l’hanno adottata, ricordano le associazioni, indicando “precise priorità di intervento”.
Dopo l’esito deludente dei negoziati di Doha, è importante che l’Italia proceda al più presto su questa strada. Tre le priorità, secondo gli ambientalisti: innanzitutto mettere in campo un’efficace politica di gestione del territorio per la mitigazione del rischio idrogeologico, procedendo al più presto all’aggiornamento delle mappe di pericolosità e dei piani di assetto e all’applicazione delle direttive europee su acque (2000/60) e alluvioni (2007/60), a partire dalla costituzione delle autorità di distretto. Quindi lanciare un chiaro segnale di stop a nuovo consumo di suolo e all’edificazione nelle aree a maggiore vulnerabilità e anche delocalizzazioni nelle situazioni a maggior rischio. Infine, privilegiare gli interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione fluviale e dei versanti, in un quadro più ampio di tutela della biodiversità e di riconoscimento del valore dei servizi garantiti dagli ecosistemi.

Segno meno per le produzioni agricole – Il clima pazzo, nel frattempo, fa crollare le produzioni agricole, fiore all’occhiello del made in Italy. Nel 2012 l’agricoltura è stata in grado di garantire scorte alimentari nazionali per soli nove mesi, avvisa la Coldiretti, a causa della siccità estiva ma anche del gelo invernale e dei nubifragi autunnali. In discesa i prodotti base della dieta mediterranea: se la vendemmia si è attestata sui valori minimi da quasi quarant’anni con un calo del 6% del vino, la produzione di pomodoro da conserva è scesa addirittura del 12%, così come quella di olio d’oliva. Giù anche mais (meno 13%), mele (con un picco del meno 22%) e miele (meno 25%). Malissimo, infine, anche le castagne, con il raccolto dimezzato da siccità e dagli attacchi del cinipide, il parassita di origine cinese che riduce drasticamente la quantità di frutti prodotti dai castagni.
Dati che non sorprendono e sono direttamente collegati al clima: il weekend della befana con temperature primaverili segue un 2012 che è stato in Italia il quinto anno più caldo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni: rispetto alla media, la temperatura è stata superiore di 1,02 gradi e le precipitazioni inferiori del 6%.

leggi anche: