L’ambiente e l’Europa. Bene anzi malino. Il ritratto della Ue e dell’Italia
Il rapporto dell’Agenzia europea dell'ambiente: nella Ue ci sono progressi nella riduzione delle emissioni e dell'inquinamento atmosferico ma sono necessari maggiori sforzi. Bravi gli europei contro la CO2 e contro lo smog. Il meteo peggiora. Maluccio la biodiversità. Il 28 ottobre la presentazione in Italia con i dati nazionali: italiani fortissimi nell’agricoltura biologica e nel migliorare la qualità dell’aria, male il consumo di suolo.
L'Agenzia europea dell'ambiente
(Aea, ovvero European environment agency Eea) ha pubblicato la sua relazione quinquennale sullo stato dell'ambiente in Europa.
Negli ultimi cinque anni sono stati compiuti progressi significativi nel ridurre le emissioni di gas serra e l'inquinamento dell’aria. Ma non basta. Per raggiungere gli obiettivi, sono necessari nuovi sforzi, poiché il riscaldamento globale e il degrado ambientale – afferma l’Aea - comportano gravi rischi per il benessere economico, la competitività, la sicurezza e la qualità della vita in Europa. Sono stati compiuti progressi rilevanti, tra l'altro, in ambiti come la qualità dell'aria, il riciclo dei rifiuti, l'innovazione, il lavoro verde e la finanza sostenibile. Ma ci sono gli impatti dell'accelerazione del riscaldamento globale, la quale rappresenta una sfida urgente. Il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 dipende anche da una gestione migliore e responsabile del suolo, dell'acqua e delle altre risorse. La protezione delle risorse naturali, la mitigazione del riscaldamento globale e l'adattamento, nonché la riduzione dell'inquinamento rafforzeranno la resilienza delle funzioni sociali vitali che dipendono dalla natura, quali la sicurezza alimentare, l'acqua potabile e la protezione dalle inondazioni.
Il rapporto dell'Eea costituisce l'analisi più completa sullo stato attuale e sulle prospettive dell'ambiente, del clima e della sostenibilità nel continente, basata sui dati provenienti da 38 Paesi. È stato redatto in collaborazione con la Rete europea di informazione e osservazione ambientale (Eionet) dell'Eea che si avvale di esperti e scienziati ambientali provenienti dai 32 Paesi membri dell'Eea e dai 6 Paesi cooperanti.
Bravi contro la CO2
La relazione scientifica dell'Agenzia europea dell'ambiente sottolinea la leadership dell’Ue in materia di clima grazie alla continua riduzione delle emissioni di gas serra e dell'uso di combustibili fossili, al simultaneo considerevole aumento della quota di energie rinnovabili e al miglioramento dell'efficienza energetica. Dalla relazione emerge che dal 1990 l’Ue ha ridotto del 37% le emissioni interne di gas serra. In forte calo anche lo smog.
Maltempo
Per quanto riguarda il riscaldamento globale, l'Europa è il continente del pianeta che si sta riscaldando più rapidamente. La condizione meteorologica sta cambiando a un ritmo allarmante, minacciando la sicurezza, la salute pubblica, gli ecosistemi, le infrastrutture e l'economia. La crescente frequenza e grandezza degli eccessi meteorologici, nonché la consapevolezza che il tempo continuerà a cambiare anche con gli ambiziosi sforzi di mitigazione dell’Ue, sottolineano l'urgente necessità di adattare la società e l'economia europee, garantendo al contempo che nessuno venga lasciato indietro.
Male la biodiversità
La natura continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità. La relazione sottolinea che il riscaldamento globale e il degrado ambientale rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell'Europa, che dipende dalle risorse naturali. La biodiversità sta diminuendo negli ecosistemi terrestri, d'acqua dolce e marini in Europa a causa delle pressioni persistenti esercitate da modelli di produzione e consumo non sostenibili, particolarmente evidenti nel sistema alimentare. Guardando al futuro, secondo il rapporto il deterioramento dello stato della biodiversità e degli ecosistemi europei è destinato a continuare e gli obiettivi politici concordati difficilmente saranno raggiunti entro il 2030.
Stress idrico
Le risorse idriche europee sono sottoposte a forti pressioni. Lo stress idrico colpisce attualmente il 30% del territorio europeo e il 34% della popolazione. Secondo il rapporto, mantenere ecosistemi acquatici sani, proteggere i bacini idrografici e garantire il reintegro delle risorse idriche sotterranee è fondamentale per garantire la futura resilienza idrica dell'Europa.
Obiettivi
Sulla base dell'analisi dei dati provenienti da 38 Paesi, la relazione lancia un chiaro invito all'azione per continuare a ripristinare la natura europea, proteggere la biodiversità e ridurre l'inquinamento, poiché lo stato generale dell'ambiente europeo deve essere migliorato. La protezione delle risorse naturali, la mitigazione e l'adattamento al riscaldamento globale e la riduzione dell'inquinamento contribuiranno alla resilienza dell'Europa. L'Unione europea ha adottato misure per affrontare queste sfide e continua ad adoperarsi per un continente pulito, sostenibile e resiliente, mantenendo la rotta verso gli obiettivi climatici e ambientali. Secondo il rapporto, è urgentemente necessario un cambiamento trasformativo dei sistemi di produzione e consumo: decarbonizzare l'economia, passare alla circolarità, ridurre l'inquinamento e gestire in modo responsabile le risorse naturali.
La presentazione in Italia
L’Italia presenterà il rapporto europeo il 28 ottobre congiuntamente con i due rapporti nazionali “Stato dell'ambiente in Italia 2025: indicatori e analisi” di Ispra e “Rapporto ambiente Snpa” del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, realizzati con la medesima base informativa.
Il caso Italia
Il profilo dell'Italia fornisce una panoramica concisa delle tendenze principali in tre dimensioni: ambiente e clima; cambiamenti socioeconomici; cambiamenti sistemici (energia, mobilità e alimentazione) nel Paese. Evidenzia i principali sviluppi e le sfide in questi settori, comprese le misure a sostegno del progresso verso la sostenibilità in Italia. Una valutazione per ciascuna delle tre dimensioni è stata preparata da esperti nazionali della Rete europea di informazione e osservazione ambientale (Eionet) in Italia, sulla base di 20 indicatori stabiliti dall'Aea o da Eurostat.
Italia biologica
L'Italia sta compiendo progressi significativi verso la sostenibilità, ma deve affrontare molte sfide. L'Italia eccelle nell'agricoltura biologica. Le aree protette coprono il 21,7 % del territorio; tuttavia, l'Italia deve aumentare questa percentuale per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo dell’Ue del 30 % entro il 2030.
Italia e CO2
Le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 20% negli ultimi 30 anni. Tuttavia, le proiezioni per il 2030 indicano che le emissioni del settore esr potrebbero diminuire solo del 41% rispetto ai livelli del 2005, non raggiungendo l'obiettivo del 43,7%. Allo stesso tempo, le energie rinnovabili, sebbene in crescita, richiedono un significativo aumento degli sforzi per raddoppiare la loro quota e raggiungere il 38,7% entro il 2030. Sebbene il consumo energetico sia diminuito, il tasso di riduzione deve essere raddoppiato per raggiungere gli obiettivi futuri.
Italia e società
L'Italia deve affrontare sfide socioeconomiche, tra cui un crescente divario economico tra le generazioni, una scarsa mobilità sociale e una significativa povertà energetica, che colpiscono milioni di famiglie. Le riforme strutturali e gli investimenti (ad esempio il piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia) mirano ad affrontare tali questioni promuovendo la prosperità e la competitività sostenibili, la digitalizzazione e l'innovazione. L'interazione tra le sfide sociali, ambientali ed economiche è affrontata nell'ambito della strategia nazionale di sviluppo sostenibile, che incorpora l'agenda 2030 e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile per l'Italia, allineandosi al contempo con gli obiettivi del piano nazionale di ripresa e resilienza. La strategia nazionale di sviluppo sostenibile costituisce il quadro di riferimento per mantenere politiche nazionali coerenti in materia di sviluppo sostenibile attraverso il monitoraggio annuale dei 55 indicatori più rappresentativi.
Italia e consumo di suolo
Tuttavia, il consumo di suolo continua a essere una questione critica: dal 2006 sono stati impermeabilizzati oltre 120mila ettari, di cui il 40 % concentrati nelle regioni settentrionali, esercitando una pressione significativa sugli ecosistemi.
Le acque italiane migliorano
La gestione delle risorse idriche mostra segni incoraggianti. Tra il 2016 e il 2021, il numero di corpi idrici in buono stato chimico è aumentato, mentre il numero di corpi idrici non classificati è diminuito rispetto ai livelli del periodo 2010-2015. Tuttavia, la biodiversità acquatica continua a essere minacciata dall'inquinamento e dal riscaldamento globale.
Il meteo peggiora
Infine, le perdite economiche causate dagli eventi meteorologici estremi sono in aumento, sottolineando la necessità di un adattamento strutturale. Nonostante i progressi compiuti, la transizione ecologica dell'Italia richiede un approccio più forte e integrato per affrontare in modo sistematico le sfide ambientali e climatiche.
Leggi il Rapporto sull'ambiente in Europa nel 2025 https://www.eea.europa.eu/en/newsroo...
Leggi il profilo nazionale dell'Italia nel rapporto https://www.eea.europa.eu/en/europe-...


