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L’ambiente e i territori. Ozono nell’aria padana. L’allarme della Legambiente

where Milano when Lun, 06/10/2025 who roberto

Inquinamento da ozono: anche l’estate 2025 si chiude con livelli fuori controllo in quasi tutta la pianura padano-veneta. Male Lombardia occidentale, Torino, Emilia-Romagna e Pedemontana veneta. Va meglio a Sondrio e Belluno e nella Romagna costiera. Il caso Ravenna. La Legambiente: “Occorre combattere le emissioni di precursori dello smog fotochimico, in particolare il metano”.

Con l’arrivo dell’autunno smog-milano-lombardia.jpgè tempo di bilanci sull’estate appena trascorsa, anche per gli inquinanti che affliggono la qualità dell’aria soprattutto in Pianura Padana. Nella stagione calda gli inquinanti atmosferici, per effetto della radiazione solare, reagiscono tra loro dando luogo alla formazione dello smog fotochimico: un mix di sostanze disperse nell’aria che respiriamo, la più tossica delle quali, l’ozono, è una forma altamente instabile dell’ossigeno, in grado di determinare danni alle mucose respiratorie e in generale ai tessuti di tutti gli organismi viventi, vegetali inclusi: l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Eea) stima almeno 2 miliardi all’anno di danno economico dovuto all’effetto dell’ozono sui raccolti agricoli. Ancora una volta le aree più colpite dall’inquinamento sono quelle della Pianura Padana, area più inquinata d’Europa secondo l’Eea.
Secondo la Legambiente, a differenza di altri inquinanti, da anni in lenta riduzione, per l’ozono il miglioramento è ancora fuori dai radar. “La spiegazione va ricercata nei precursori della formazione dell’ozono. Tra questi vi sono gli inquinanti da traffico, soprattutto gli NOx, che sono effettivamente in riduzione, ma anche il metano, le cui concentrazioni sono in aumento, sia per le perdite legate alle estrazioni e distribuzione di combustibili fossili, sia per le emissioni di fonte agricola e delle discariche di rifiuti”.
 
Allevamenti
In Pianura Padana a prevalere sono le emissioni legate agli allevamenti bovini e alla gestione dei liquami zootecnici, con Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna – regioni a più forte intensità di allevamento – che da sole concentrano il 70% delle emissioni nazionali di metano da questa fonte.
“Cresce l’evidenza del ruolo del metano non solo come potente gas climalterante, ma anche come inquinante atmosferico – dichiara Damiano Di Simine, responsabile della campagna di Legambiente MetaNo, coltiviamo un altro clima – per questo occorre invertire la crescita delle emissioni atmosferiche di questo gas, ciò che l’Italia si è impegnata a fare nel 2021 firmando il Global Methane Pledge. È urgente il superamento delle fonti fossili, metano incluso, ma occorre anche ridurre le emissioni agricole, che per l’Italia sono prioritarie, in particolare per quanto riguarda i troppi allevamenti intensivi della Pianura Padana”.
 
I numeri dell’estate
Nell’estate appena trascorsa, alla data del 31 agosto, la città che ha mostrato una situazione più grave è stata Bergamo, con ben 77 giornate di superamento del valore obiettivo. Nelle 4 regioni del nord, le situazioni più critiche hanno riguardato Torino in Piemonte, l’Ovest Lombardia (Bergamo, Lecco, Milano, Pavia e Cremona), i capoluoghi emiliani (Piacenza, Reggio, Modena e Parma), quelli del Piemonte Orientale e Vicenza. All’opposto, il rispetto dei valori obiettivo si è verificato nei capoluoghi alpini di Sondrio e Belluno, in quelli romagnoli di Ravenna e Rimini insieme a Bologna, e nelle città dell’Est Lombardia, Brescia e Mantova.
 
Episodi acuti
Per quanto riguarda gli episodi più acuti, con superamento della soglia di informazione (180 mg/m3 come media oraria), questi hanno riguardato 27 dei 36 capoluoghi delle 4 regioni. Bergamo resta la città che ne ha subito in maggior numero (ben 72 fino al 31 agosto 2025), ma i capoluoghi colpiti con maggiore frequenza sono tutti quelli della Lombardia Occidentale (Bergamo, Lecco, Milano, Varese, Pavia, Monza, Cremona, Como e Lodi), insieme a quelli delle confinanti province emiliane (Piacenza, Modena, Parma e Reggio) e piemontesi (Novara e Asti). Si segnalano anche episodi di superamento della soglia di allarme (a Pavia e in alcuni centri del Milanese). Una fotografia impietosa, considerando anche che l’estate appena trascorsa, con l’eccezione del mese di giugno, non è stata particolarmente favorevole ai fenomeni di smog fotochimico come era avvenuto nei siccitosi anni 2022 e 2023.
 
Ravenna e le altre
Con 24 sforamenti, Ravenna rispetto all'inquinamento da ozono fa meglio di gran parte del centro nord, ma gli obiettivi di riduzione delle emissioni appaiono comunque lontani. Il superamento della soglia di informazione (180 microgrammi per metro cubo d’aria, al 31 agosto si è verificato tre volte. Un dato che pone Ravenna alla pari di Biella tra le migliori città del centro nord: fanno meglio solo Torino, Bologna (uno sforamento) e Padova (due sforamenti).

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