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Animalìe. Ancora l’orso. Ora il Wwf spiega come migliorare la coesistenza difficile con l’uomo

where Trento when Lun, 15/05/2023 who luca

Per i pericolosi animali inseriti fra la popolazione umana bisogna “affidarsi alla scienza e non alla demagogia”. Il Wwf accusa “evidenti responsabilità in una gestione non adeguata”

Dopo l’uccisioneorso1.jpg di una persona da parte di una orsa violenta, secondo il Wwf “lavorare per costruire un sistema di convivenza che garantisca la sicurezza degli orsi e delle persone in Trentino è possibile. A condizione che si cominci a lavorare da subito per affrontare gli evidenti limiti che la gestione politica ha prodotto negli ultimi anni e che si abbandoni una gestione basata su demagogia e strumentalizzazioni”.
Il Wwf ha inviato al ministero dell’Ambiente un documento di proposte basate sulle conoscenze tecnico-scientifiche più aggiornate e delle migliori esperienze in tema di coesistenza tra grandi carnivori e comunità umane.
Secondo l’associazione ecologista, “le responsabilità di una gestione non adeguata della presenza dell’orso da parte della Provincia Autonoma di Trento negli ultimi anni sono evidenti in diversi ambiti. Il Wwf auspica che il Ministero dell’Ambiente voglia effettivamente assumere un ruolo più diretto nella gestione dell’orso in Trentino mantenendo un tavolo di confronto tra istituzioni, istituti di ricerca e portatori di interesse”.
Il Pacobace (il Piano di gestione dell’Orso sulle Alpi, sottoscritto anche dalla Provincia Autonoma di Trento) prevedeva interventi di comunicazione, formazione ed educazione rivolti alle comunità locali che in larga misura risultano inattuati. “Non si è lavorato sufficientemente sulla prevenzione dei danni, sul favorire la diffusione della popolazione sull’arco alpino centro-orientale, sulla prevenzione di comportamenti problematici negli orsi”.
A parere dell’associazione, la proposta di rimozione o di spostamento di un cospicuo numero di orsi, come ipotizzato dalla Provincia Autonoma di Trento e come chiesto dagli abitanti spaventati, è inattuabile.
Ecco i suggerimenti.
È urgente una forte campagna di comunicazione volta a informare e sensibilizzare sui corretti comportamenti da tenere durante le uscite in natura di turisti, escursionisti, ciclisti, cacciatori, fungaioli, tartufai e qualsiasi altra categoria di persone che usufruisca del territorio montano ricadente nell’areale dell’orso sulle Alpi. Vista la complessità, la campagna di informazione deve essere predisposta avvalendosi del supporto di specialisti.
Va migliorata la messa in sicurezza delle risorse organiche nei pressi dei centri abitati attraverso un piano di gestione dei rifiuti organici che tenga conto del potenziale effetto attrattivo che questi esercitano nei confronti degli animali selvatici. I Comuni ricadenti nell’areale dell’orso devono adottare in modo capillare dei cassonetti per i rifiuti con dispositivi anti-orso, attraverso la stipula di specifici protocolli d’intesa con le aziende responsabili dello smaltimento dei rifiuti.
Va consentito l’utilizzo del bear spray (spray al peperoncino anti-orso) da parte del personale della Forestale, degli altri corpi di sorveglianza ambientale e anche delle persone che frequentano le aree forestali e montane ricomprese nell’areale dell’orso sulle Alpi. L’utilizzo del bear spray ha mostrato la sua efficacia in Nord America e in altri Paesi nel gestire i rari casi di aggressione di orsi ad escursionisti, prevenendo effetti gravi o fatali a danno delle persone coinvolte e condizionando negativamente gli orsi che mettono in campo tali comportamenti, pertanto limitando la probabilità che si ripetano in futuro.
Otto anni dopo la precedente modifica, va rivisto il Pacobace di concerto con il ministero dell’Ambiente e l’Ispra. La revisione deve prevedere l’inserimento di criteri più stringenti per la definizione delle categorie di orso problematico, dannoso e pericoloso, e un adeguamento nella valutazione delle azioni gestionali previste in risposta ai differenti comportamenti di un orso, lasciando minore discrezionalità nelle decisioni e riducendo così i margini interpretativi e i relativi conflitti (anche giudiziari e mediatici).
Va avviato un tavolo per l’individuazione di corridoi ecologici per migliorare la connettività tra l’areale centrale della popolazione alpina di orsi (corrispondente a grandi linee con il Trentino occidentale) e altre aree limitrofe idonee. Occorre da un lato individuare le principali aree potenziali di connessione (anche grazie ai dati di radiotelemetria disponibili) e dall’altro progettare interventi per migliorare la permeabilità del territorio, così da favorire l’espansione naturale della popolazione lungo l’arco alpino e mantenere la densità di orsi nel Trentino occidentale a livelli compatibili ecologicamente e socialmente nel lungo periodo.
Va garantito, anche attraverso un sistema sanzionatorio, il rispetto delle regole di comportamento essenziali per evitare incidenti con gli orsi: obbligo di conduzione del cane al guinzaglio su sentieri, sterrate e altri percorsi escursionistici e comunque nelle zone di presenza dell’orso; obbligo di mantenimento della distanza minima di 100 m in caso di avvistamento di un orso; divieto di effettuare trekking e passeggiate fuori dai sentieri segnati durante i periodi di maggiore attività dell’orso (es. in orari crepuscolari e notturni, e durante i periodi riproduttivi e di iperfagia); divieto di lasciare cibo a disposizione degli orsi e di attrarli con esche alimentari.
 

 

 

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