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​Animalìe. Al lupo al lupo. Galletti: basta bugie e malafede

where Roma when Lun, 27/02/2017 who redazione

Secondo il ministro “non c'è nessuna riapertura della caccia”. Le attenzioni del Wwf. Che cosa dice la scienza. Il censimento dei danni prodotti dai lupi

220px-howlsnow.jpgIl Piano Lupo "sta diventando la sagra della bufala. Leggo cose inenarrabili: che si sarebbe aperta la caccia ai lupi, qualcuno ha parlato addirittura di eutanasia dei cani nei canili. Il piano non ha che fare con nessuno di questi temi. Non c'è nessuna riapertura della caccia, anzi questo è un piano di tutela". Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. "Senza regole e azioni da parte delle regioni la situazione diventa sì quella di una sostanziale apertura della caccia ai lupi, dando spazio ad assassini di questi animali", aggiunge Galletti invitando tutti a leggere bene le 22 azioni contenute nel Piano. "Io dico: torniamo alla scienza e smettiamo di ragionare con le bugie oppure con la malafede", sottolinea il ministro.

Sul fronte dei fondi per la prevenzione, poi, il ministro dell'Ambiente aggiunge: "Non è vero che ci sono pochi stanziamenti. Chiaramente il mio ministero non è competente su questo. I fondi per l'agricoltura alle regioni arrivano da fondi comunitari. Poi se le regioni decidono di spenderli in altro modo se ne assumono la responsabilità. Ma non si dica che non ci sono i fondi".

Il Wwf - Il lupo non è il flagello degli allevatori e attraverso adeguate misure di prevenzione è possibile vivere con una specie simbolo della fauna selvatica italiana, il lupo. Insomma, "agli abbattimenti, una misura antistorica e nociva di cui si parla nel Piano di gestione del lupo presentato dal ministero dell'Ambiente, esiste un'alternativa in grado di rispondere sia alle esigenze dei conservazione che a quelle degli allevatori". È il Wwf a ribadire che no, il lupo che faticosamente abbiamo protetto con una storia di successo unica in Europa, non va abbattuto. Anzi, gli abbattimenti sono dannosi anche oltre il rischio estinzione di questi splendidi animali, complicando anche la tutela efficace delle greggi.

Abbattimenti inutili - Dopo decenni in cui gli abbattimenti erano accettati come strumento di limitazione dei danni, oggi anche la scienza sta tornando decisa verso la prevenzione. È di questo mese uno speciale della prestigiosa rivista Journal of Mammalogy dedicato alla revisione dei metodi letali e non letali, in cui si evidenzia con chiarezza che i metodi di prevenzione sono molto più efficaci di quelli letali per ridurre i danni causati dai predatori agli allevamenti, in ogni angolo del mondo (Bergstrom 2017), mentre le uccisioni si rivelano inefficaci o addirittura dannose nella maggior parte dei casi. In Idaho negli Usa, ad esempio, i danni sono 3,5 volte minori in aree protette che adottano mezzi di prevenzione non letale rispetto a dove vengono praticati gli abbattimenti (Stone et al. 2017)

Pochi dati sui danni - Esiste poi un problema di dati, perché quelli sui danni provocati dal lupo sono scarsi e poco integrati. In Emilia Romagna, ad esempio, nel 2012, si sono registrati meno danni da Canidi (lupo, cane e volpe insieme € 150.000) che da fagiano (€ 160.000), picchio (€ 240.000), storno (€ 240.000), cinghiale (€ 310.000) e lepre (€ 350.000) (dati della Regione Emilia-Romagna).
In provincia di Grosseto, uno dei territori con il più alto livello di problematicità, la percentuale di capi d'allevamento predati rappresenta lo 0,5% del totale (dati: progetto LIFE MEDWOLF - Regione Toscana-Provincia Grosseto).

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