torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Animalìe. Studio italiano su Nature: a rischio il 90% delle specie

where Milano when Lun, 06/04/2020 who roberto

Uno studio internazionale pubblicato su Nature, che ha coinvolto ricercatori dell'Università Statale di Milano e della Sapienza di Roma, ha sviluppato mappe degli habitat di 20.000 specie animali

In uno studio pubblicato su Naturelemuri.jpg, un team internazionale composto da ricercatori australiani, britannici e italiani, dell'Università Statale di Milano e della Sapienza di Roma, ha misurato quanto le aree protette del mondo riescono a tutelare le nicchie delle specie. Per fare ciò, gli studiosi hanno sviluppato mappe degli habitat per 20.000 specie di mammiferi, uccelli e anfibi, e le hanno combinate con le mappe dei climi e delle aree protette di tutto il mondo, con risultati sorprendenti.
 
Il 90% a rischio
Purtroppo le nicchie del 90% degli animali considerati non sono tutelate adeguatamente dalle aree protette. Questo significa che, per moltissime specie, parchi e riserve non sono attualmente in grado di conservare tutte le popolazioni necessarie per la loro sopravvivenza a lungo termine.
 
La rana veneta
Adattamenti locali sorprendenti si osservano anche in molte specie minacciate. Per esempio, la rana di Lataste (Rana latastei) è un piccolo anfibio minacciato, che vive esclusivamente negli ultimi frammenti di foresta nella Pianura Padano-Veneta. Le popolazioni di questa rana che vivono in aree diverse della Pianura Padana sono state capaci di evolvere per adattarsi alle differenze di clima tra le aree collinari e le aree di bassa pianura. Purtroppo, anche questa rana non è tutelata adeguatamente dalle nostre aree protette e molte popolazioni stanno scomparendo. L'analisi mostra come la rete di aree protette deve essere migliorata per preservare il potenziale adattativo di questa e di molte altre specie.
 
Il mondo evolve
Il nostro pianeta sta cambiando rapidamente, e molte specie devono adattarsi per sopravvivere. Per rispondere alla crisi della biodiversità, nel 1992, 195 governi (compreso quello italiano) hanno firmato la Convenzione sulla Diversità Biologica, che richiede di proteggere non solo le specie, ma anche i loro processi evolutivi. Le popolazioni infatti possono evolvere per adattarsi all'ambiente e la capacità di evolvere è essenziale per sopravvivere in un pianeta che cambia.
 
Tesori preziosi
Conservare i processi evolutivi significa che riserve e progetti di conservazione dovrebbero proteggere non solo le specie, ma anche la diversità delle condizioni ambientali che hanno permesso i processi evolutivi (ovvero, proteggere la nicchia delle specie).
Queste nuove aree protette devono essere distribuite in modo strategico per far sì che ogni specie abbia una tutela adeguata. Poichè le risorse disponibili sono sempre limitate, è necessario ottimizzare questo processo con particolari strumenti di calcolo.
 
Le zone studiate
Sono state identificate così alcune aree prioritarie per la conservazione delle nicchie delle specie, che possono essere combinate con le aree protette attuali. Queste aree prioritarie sono soprattutto in corrispondenza degli hot-spot di biodiversità, quali le Ande tropicali, il Madagascar, l'Himalaya e l'Indonesia. Ciononostante, diverse aree prioritarie si trovano anche in Europa, e l'Italia è tra i paesi europei con la maggiore densità di aree prioritarie.
 
Per leggere lo studio: https://www.nature.com/articles/s41586-020-2138-7
 

immagini
lemuri
leggi anche: