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Animalìe. Il Wwf lancia il progetto Savesharks per salvare i pescecani

where Trieste when Lun, 15/10/2018 who michele

Pescatori, ricercatori e ambientalisti uniti per ridurre la mortalità degli animali catturati dagli attrezzi da pesca. Nel 2015 oltre 14mila tonnellate di squali e razze pescati nel Mediterraneo

wwf-adotta-squalo.jpgGli squali sono sopravvissuti alle ere geologiche, ma oggi sono a rischio per colpa dell'uomo, soprattutto nel Mediterraneo. Sebbene si conosca ancora poco sulle loro abitudini, una cosa è certa: oltre la metà delle 86 specie che popolano il Mediterraneo tra squali, razze e chimere sono a rischio, soprattutto perché catturate nelle reti a strascico o negli attrezzi da pesca utilizzati per la pesca al tonno o al pesce spada.Si calcola che nel 2015 siano state pescate circa 14.065 tonnellate di squali e razze in Mediterraneo. Il 10-15% dei pesci catturati dai palangari (lunghissime lenze con centinaia di ami) destinati al pesce spada e tonno sono purtroppo squali pelagici.

Il Mediterraneo quindi si conferma come uno dei luoghi più pericolosi al mondo per squali e razze, soprattutto per questo fenomeno di cattura accidentale con reti e palangari, che colpisce anche molte altre specie protette come tartarughe marine, delfini e balene e perfino uccelli marini. Inoltre, se vengono sbarcati a terra dopo essere stati catturati, la carne di squalo (soprattutto verdesca e smeriglio) viene spesso spacciata per pesce spada sui banchi del mercato. L'allarme è stato lanciato dal Wwf nell'ambito della Barcolana 2018, la regata velica triestina che quest'anno compie mezzo secolo, celebre per essere la più affollata del mondo.
La scelta della Barcolana non è casuale: il Wwf aveva già lanciato dalla sede triestina nel 2017 l'iniziativa Sos Plastica.
Quest'anno, per la Campagna GenerAzione Mare, parte da Trieste il progetto SafeSharks, che vedrà proprio in Adriatico il Wwf attivarsi a tutela degli squali in collaborazione con Coispa, Inca e Wwf Adria.

Il progetto contaminerà enti museali e aree marine protette adriatiche con attività di sensibilizzazione, ma soprattutto coinvolgerà circa 100 pescatori del basso Adriatico e i ricercatori, tutti uniti da un solo obiettivo: scoprire qual è la modalità migliore di rilascio degli squali in mare, una volta pescati accidentalmente, per aumentarne le probabilità di sopravvivenza.
Gli squali, prima di essere liberati in mare, verranno marcati con uno speciale sistema satellitare (Tag) in grado di trasmettere le informazioni sugli spostamenti e soprattutto il loro termine di sopravvivenza. Grazie al monitoraggio satellitare si potranno anche mettere in sicurezza le aree di crescita e riproduzione.
Le attività di marcatura satellitare partiranno nei prossimi mesi e la raccolta dei dati ovviamente dipenderà dal numero dei Tag disponibili. Considerato il costo di ciascun apparecchio, circa 5mila euro, il Wwf ha anche lanciato una raccolta fondi per sostenere il progetto che vuole salvare gli squali del Mediterraneo dall'estinzione.

"Nell'immaginario collettivo, lo squalo rappresenta il pericolo per eccellenza a tal punto che il termine squalo viene usato oggi nel linguaggio comune con un'accezione negativa", spiega la presidente del Wwf Italia Donatella Banchi, che aggiunge: "Quello che non tutti sanno, invece, è che essendo all'apice della catena alimentare la sua è una funzione chiave nel mantenimento degli equilibri dell'ecosistema marino e che nel rapporto tra uomo, mare ed i suoi abitanti, il ruolo dello squalo è tutto nostro, perché oltre a cacciare nel suo territorio lo abbiamo perseguitato al punto da metterlo in serio pericolo di estinzione".
Poiché la salvaguardia di questi animali passa anche attraverso la conoscenza delle loro abitudini e dei rischi che corrono ancora per mano dell'uomo, il progetto SafeSharks prevede anche l'installazione di Info-Point interattivi in alcuni musei scientifici e Aree Marine Protette lungo le coste adriatiche, a partire dal Biodiversitario Marino - BioMa - presso le Scuderie di Miramare a Trieste (Riserva gestita dal Wwf), il Museo di Zoologia Adriatica di Chioggia e la Riserva di Porto Cesareo in Puglia.

Il Wwf ha anche prodotto una speciale app gratuita di realtà aumentata, grazie alla quale si può scaricare un'immagine tridimensionale di squalo bianco: ai visitatori degli info-point del progetto basterà avere uno smartphone con cui scaricare il codice QR sul poster speciale installato nei musei partners di safesharks. Con l'immagine in 3D dello squalo, ciascuno potrà poi fare una foto ovunque si trovi e condividerla con i propri amici con #safesharks.

La drastica diminuzione di questi predatori induce cambiamenti nella popolazione delle loro prede, cambiamenti che si trasmettono lungo la catena alimentare causando le cosiddette "cascate trofiche". Ad esempio, uno studio condotto negli Stati Uniti ha rivelato che dal 1970 al 2005, sulla costa orientale del paese si è verificato un rapido declino di 11 differenti specie di squalo, a cui è corrisposto l'aumento di 12 specie di predatori intermedi, un'esplosione che ha provocato l'eliminazione di una grande quantità di bivalvi, e il conseguente fallimento della florida industria basata sulla pesca della capasanta locale, Argopecten irradian.

Gli squali fanno anche bene all'economia di molte aree costiere, e non solo: il turismo basato sullo shark-watching è, infatti, un'industria cresciuta rapidamente negli ultimi anni. Una recente ricerca svolta nelle sette aree del mondo più interessate da questa attività - Bahamas, Isole Fiji, Palau, Maldive, Australia, Moorea (Polinesia francese), Gansbaai (Sud Africa) - ha svelato che le comunità e i governi tendono a gestire in maniera più oculata e con un'attenzione alla tutela dell'habitat costiero e marino laddove vivono gli squali.
Delle 86 specie di squali mediterranee, quelle attualmente protette sono 24 e devono essere rilasciate illese e vive, non possono essere ritenute a bordo, sbarcate e commercializzate. Invece, spesso gli squali pescati accidentalmente, anche le specie protette, vengono introdotti nel mercato, volontariamente o involontariamente (in quanto non correttamente identificati), etichettati in modo scorretto (ad esempio come pesce spada) o venduti illegalmente, fenomeno conosciuto come frode alimentare che inficia la sicurezza del consumatore.
 
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