torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

L’aria e la città. Per l'Europa tra le peggiori ci sono Cremona e Brescia. I finanziamenti dal Pnrr

where Milano when Lun, 21/06/2021 who roberto

Legambiente: "L'eccessiva densità di allevamenti tra le principali cause della cattiva qualità ". La Lega: 115 milioni per migliorare la qualità dell’aria

È stata pubblicata dall'Agenzia torrazzo-cremona.jpgEuropea dell'Ambiente (Eea) la classifica della qualità dell'aria nel continente, stilata valutando l'indicatore delle polveri ultrafini (PM2,5) in 323 città dell'Unione Europea. Nel quadro d'insieme, nessuna novità: la mappa dell'Europa ritrae i già ben noti agglomerati di punti rossi in Pianura Padana e nei Paesi dell'Est Europa. Di fronte a un progressivo miglioramento registrato nell'Europa centrale, sono questi gli zoccoli duri in cui la qualità dell'aria continua ad essere cattiva. La sorpresa emerge dal fondo della classifica: Cremona è penultima, in 322° posizione, peggio di lei solo Nowi Sacz, nel sud della Polonia.
Risalendo la classifica, tra le città in cui l'aria è comunque classificata come cattiva si ritrovano altre città lombarde, a partire da Brescia (al 315°posto), Pavia, Bergamo, ma bisogna risalire di una ventina di posizioni per trovare le grandi: Milano occupa la posizione 303. Solo Lecco (222) si distingue per una qualità dell'aria che è solo 'mediocre'.
 
Condizioni meteorologiche, ma anche allevamenti
La cattiva qualità dell'aria nelle piccole città della bassa Padana ha cause che non possono essere riconducibili esclusivamente a traffico e riscaldamento, ma sulle quali pesa soprattutto la condizione meteo fisica (la mancanza di venti, la posizione nel fondo di un catino chiuso), ma conta sempre di più il contributo emissivo degli allevamenti intensivi. Consultando gli inventari delle emissioni (www.inemar.eu) per la provincia di Cremona, per esempio, si riscontra che nel territorio provinciale vengono emesse polveri ultrafini per 781 tonnellate annue (il 51% da combustioni di biomasse per riscaldamento), ma molto maggiori sono le emissioni di sostanze che funzionano da precursori delle stesse polveri: ammoniaca (ben 18.241 tonnellate annue, il 99% da fonti agrozootecniche) e ossidi d'azoto (6.503 tonnellate annue, il 41% da trasporti su strada). La situazione per la Lombardia è resa critica dal fatto che in regione si concentra quasi un terzo dei bovini allevati in Italia, e oltre la metà dei suini nazionali.
 
Il parere della Legambiente

"Il carico zootecnico rappresenta una fonte prioritaria di emissioni inquinanti: non sarà possibile alleviare il quadro scadente della qualità dell'aria nella nostra regione senza affrontare il nodo della sostenibilità dell'allevamento intensivo. Nella prossima PAC occorre prevedere misure che perseguano la riduzione del numero di animali allevati, oltre a mitigare l'impatto della gestione dei reflui di allevamento, supportando gli investimenti agroambientali delle aziende", commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
 
I finanziamenti dal Pnrr
“30 milioni di euro per l’anno 2022, 35 milioni per il 2023 e 50 milioni per il 2024. Queste le cifre approvate oggi in aula nel decreto legge al Fondo complementare PNRR relative agli investimenti per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano. Una somma inferiore rispetto a quanto richiesto dalla Lega con un
 emendamento al DL del 6 maggio 2021, n. 59, ma comunque significativa”. Lo dichiara il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega e tra i firmatari dell’emendamento. “Per questo importante risultato ha pagato la determinazione della Lega, che aveva inizialmente evidenziato il problema facendolo riconoscere  già nel parere al provvedimento della Commissione Ambiente del Senato e che ha poi intrapreso un grande lavoro di squadra tra le regioni del Bacino Padano e i colleghi senatori leghisti, a partire dai componenti della Commissione Bilancio Roberta Ferrero, Antonella Faggi, Elena Testor, Paolo Tosato e, soprattutto, Enrica Rivolta, relatrice del provvedimento”, commenta Arrigoni. “Ora occorre agire presto con gli investimenti per ridurre le emissioni ed evitare le procedure di infrazione europee per superamento di PM10 e ossidi di azoto e scongiurare il rischio di sanzioni pecuniarie, stimate tra 1,5 e 2,3 miliardi, conseguenti la sentenza contro l’Italia della Corte di Giustizia Ue del novembre 2020”.

immagini
cremona
leggi anche: