L’aria che tira. Gli Amici della Terra: “Chi ha paura del regolamento Ue sul metano?”
Amici della Terra: riaprire il regolamento penalizzerebbe i risultati e gli impegni delle imprese italiane della filiera del gas naturale.
Gli Amici della Terra esprimono profonda preoccupazione per le notizie sulla proposta di inserire nelle bozze di conclusioni del Consiglio Ue Energia del 16 giugno la riapertura del regolamento 2024/1787 sulla riduzione delle emissioni di metano, in vigore dall'agosto scorso.
Il regolamento rappresenta una tappa fondamentale negli sforzi dell’Ue per ridurre in modo efficace ed efficiente le emissioni di gas serra, migliorare la trasparenza del mercato energetico – avanzando al contemporaneo verso la neutralità climatica e la sicurezza energetica. Il metano è uno dei gas serra più potente che alimenta il riscaldamento globale a breve termine.
Il regolamento metano
L’Italia è tra i pochi Paesi che non hanno ancora proceduto ai primi adempimenti obbligati dal regolamento Ue. A differenza delle direttive, che richiedono un percorso di recepimento e adattamento nazionale, i regolamenti europei entrano in vigore il giorno stesso della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, e sono subito applicativi. L’Italia è già inadempiente: avrebbe dovuto nominare sei mesi fa, entro lo scorso 5 gennaio, le autorità competenti per l’attuazione del regolamento, ma non ha istituito queste autorità “senza che se ne sappia il motivo” affermano gli Amici della Terra; così l’Italia è entrata nella fase di pre-infrazione.
Le imprese
Il regolamento è basato su basi scientifiche e su pratiche operative ben consolidate che disciplinano l'accordo volontario delle imprese Ogmp (Oil and gas methane partnership), che prevede di quantificare le emissioni basandosi su misurazioni dirette. Già molte imprese italiane aderiscono all'Ogmp 2.0: Eni, Adrigas, Gei, Italgas, LD Reti, Lereti, RetiPiu, Retragas, Snam, 2i Rete Gas, Adriatic Lng, Unareti. Questo approccio pone le basi per riduzioni sostenute e invia un chiaro segnale all'industria affinché investa in solidi sistemi di monitoraggio, rendicontazione e verifica in vista dei limiti di intensità del metano previsti per il 2030.
Con quasi la metà delle importazioni di petrolio e gas dell’Ue già allineate all'Ogmp 2.0 o alla Carta di decarbonizzazione del petrolio e del gas (sottoscritta anche dall'Eni), il regolamento sfrutta l'impegno già in atto nel mondo delle imprese, in particolare quelle italiane.
La richiesta
Dicono gli Amici della Terra: “Invitiamo con forza l'Italia e gli altri Stati membri dell’Ue a respingere qualsiasi riferimento o tentativo volto a ritardarne l'attuazione, a partire dalla riunione del Coreper, dove è prevista la presentazione della proposta da portare al Consiglio. Il regolamento ha bisogno solo di essere attuato e il nostro Paese, che vanta la più grande ed efficiente infrastruttura industriale del gas naturale europea, non ha alcun motivo per non confermare la posizione favorevole sempre mantenuta nella fase legislativa ascendente. Qualsiasi diversa posizione, oltre a mettere in difficoltà le imprese che si stanno attrezzando per adeguarsi alle nuove regole, farebbe ritenere che il nostro Paese non sia tra i più virtuosi nella riduzione delle emissioni, come invece è”.
I rischi
A parere dell’associazione ambientalista, una revisione prematura del regolamento rischia di creare confusione, ritardare l'attuazione (già in corso) e compromettere la certezza normativa dell'Europa, inviando un segnale contraddittorio a istituzioni nazionali e industrie che stanno già investendo. “Compromettere questi progressi danneggerebbe non solo gli obiettivi positivi dell'Europa, ma anche la capacità dell’Ue di utilizzare il potere di mercato – in quanto maggior importatore mondiale di gas naturale – per promuovere standard più rigorosi sul metano anche oltre i confini, considerato che siamo noi a usare quel gas. In ogni caso, chiarire alcuni punti controversi del regolamento ed eventuali semplificazioni è possibile con atti delegati della commissione, senza rimettere in discussione il regolamento. È tutto ciò che serve per garantirne un'attuazione efficace sfruttando gli ampi margini di flessibilità già previsti.
Per gli Amici della Terra, che hanno in corso dal 2019 una campagna su questo tema, l'Italia e gli altri paesi membri devono mantenere la rotta. L'Ue ha un'opportunità unica per innalzare l'ambizione globale attraverso gli standard e la diplomazia”.
Per saperne di più, un articolo di Andrea Trenta su l'Astrolabio https://astrolabio.amicidellaterra.i...
L’Ogmp https://www.ogmpartnership.org