Ecologia

Dopo Venezia e Madrid, l’opera viene esposta a Roma. Istituito con l’Unesco lo Stato dell’Isola di Spazzatura, con tanto di ambasciata

Lo "Stato di plastica" che galleggia negli oceani compie un anno e apre la sua prima ambasciata al Maxxi di Roma. È una delle installazioni realizzate nella piazza del museo dall'artista Maria Cristina Finucci nell'ambito del suo progetto Wasteland.
Un work in progress, iniziato un anno fa con la fondazione dello "Stato" nella sede dell'Unesco di Parigi, proseguito nell'Università di Ca’ Foscari a Venezia durante la Biennale e poi alla mostra di Arte contemporanea Arco di Madrid, dove l'artista vive. E che ora sbarca a Roma per denunciare i danni provocati dalle enormi isole di rifiuti plastici che esistono nei nostri oceani e nel Mediterraneo: un'estensione totale di 16 milioni di chilometri quadrati, in continua crescita. I visitatori del Maxxi possono passare sotto un'onda realizzata con milioni di scaglie di Pet provenienti dal processo di riciclaggio di bottiglie, e scoprire cosa c'è sotto il livello del mare. Inoltre, all'interno dell'ambasciata del Garbage Patch State - nel padiglione del Dipartimento educazione nella piazza del Maxxi - possono acquisire la cittadinanza come simbolo di adesione a un comportamento rispettoso nei confronti del pianeta, coscienti che wasteland rappresenta una minaccia di sterminio per la fauna marina e l'ecosistema.
Per l'installazione e la mostra, che si potranno visitare fino al 2 maggio, Cristina Finucci ha creato anche un'anagrafe di tutti i possibili oggetti candidati a finire sversati in mare: migliaia di schede che saranno affisse all'interno dell'ambasciata, fino a coprirne interamente le pareti. I visitatori possono adottare virtualmente un oggetto - una bottiglia, un pallone, un contenitore di cibo - destinati a essere buttati, per evitare che vadano ad accrescere il Garbage Patch State.