Attenzione, il cibo è il primo responsabile del cambiamento climatico. Più dei trasporti
Agricoltura e allevamento rappresentano il 31% delle emissioni. Dal 1990 i gas serra prodotti dalle colture sono aumentati del 20% e raddoppiati dal 1960
L'impatto maggiore sull'ambiente deriva da quello che mangiamo.
Se consideriamo solo le emissioni di gas serra, infatti, è il cibo a dare il contributo maggiore al cambiamento climatico, con il 31% del totale, superando il riscaldamento (23,6%) e i trasporti (18,5%).
È la fotografia scattata dal Barilla Center for Food & Nutrition (Fondazione Bcfn, centro di pensiero e di proposte nato con l'obiettivo di analizzare i grandi temi legati all'alimentazione e alla nutrizione nel mondo) che ha lanciato nei giorni scorsi, alla presenza tra gli altri del presidente Guido Barilla, la seconda edizione di “Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro”. Un libro per raccogliere e raccontare riflessioni, sfide e proposte concrete per raggiungere un sistema sostenibile per la salute dell'uomo e del pianeta.
Un percorso che passa dall'Expo appena concluso agli ambiziosi obiettivi fissati nella Conferenza di Parigi, Cop21, per affrontare i tre grandi paradossi dell'attuale sistema agroalimentare.
In merito all'impatto ambientale, particolarmente rilevante è il consumo di carne, responsabile del 12% delle emissioni totali, mentre i prodotti lattiero-caseari contribuiscono per il 5%.
Inoltre, dal 1990 a oggi, le emissioni di gas serra derivanti dall'agricoltura sono aumentate del 20% e raddoppiate dal 1960.
Le nostre scelte alimentari hanno, dunque, un ruolo fondamentale nella salvaguardia del pianeta. Ecco allora che, secondo la Fondazione Bcfn, l'adozione della doppia piramide alimentare e ambientale, un modello che promuove la dieta Mediterranea e ne dimostra i benefici per la salute dell'uomo e dell'ambiente, diventa uno dei primi passi da compiere in cammino per la salvaguardia del pianeta e della salute.