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Auto. Il parlamento europeo decide di tagliare del 40% le emissioni

where Strasburgo (Francia) when Lun, 08/10/2018 who roberto

Via libera alla riduzione del 40% entro il 2030. Preoccupati il Partito Popolare e le aziende costruttrici, soddisfatti i Cinquestelle

Tagliare le emissioni delle nuove auto del 20% entro il 2025 e del 40%emissioni-co2-auto.jpg entro il 2030. È la posizione adottata dal Parlamento europeo a Strasburgo con 389 voti a favore, 239 contrari e 41 astensioni.

Il progetto di legge rivede al ribasso il taglio del 45% proposto dalla commissione ambiente e prevede misure per accelerare l'introduzione delle auto elettriche, test in condizioni reali e un sostegno alla produzione europea di batterie. Previste anche sanzioni alle case che non rispettano gli obiettivi.

I costruttori dovranno garantire inoltre che i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni come le auto elettriche abbiano una quota di mercato del 35% entro il 2030 e del 20% entro il 2025. Nel caso in cui non dovessero adeguarsi alle nuove disposizioni, i produttori di auto dovranno pagare un'ammenda al bilancio dell'Ue da destinare ai lavoratori altamente qualificati colpiti da cambiamenti nel settore automobilistico. Gli eurodeputati chiedono inoltre strumenti di finanziamento più forti per contrastare le possibili perdite di posti di lavoro. Ora dovranno cominciare i negoziati con il Consiglio, che deve adottare la sua posizione il 9 ottobre.

Il partito popolare si oppone - Il taglio della emissioni del 40% entro il 2030 approvato a Strasburgo da "un Parlamento profondamente spaccato" è un "target fissato senza fare i conti con la realtà, frutto di totale irresponsabilità verso la transizione industriale a una mobilità più sostenibile, che tutti vogliono ma che solo alcuni hanno il coraggio di analizzare nel merito". Così l'eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini, relatore per il Ppe dell'opinione nelle commissioni industria e trasporti sulla normativa che fissa nuovi limiti di emissioni CO2 per auto e furgoni. "A differenza del target" proposto dal Ppe "del 35% per le auto e del 30% per i mezzi commerciali entro il 2030, ambizioso ma realistico, quelli avallati sono obiettivi non solo insostenibili che minacciano industria e posti di lavoro ma anche contraddittori: ignorando il principio di neutralità tecnologica ed esasperando il modello dell'auto elettrica, forzeranno infatti la transizione green, costringendo il sistema industriale a produrre paradossalmente energia elettrica anche con modalità poco rispettose dell'ambiente, come le centrali a carbone".
Contrario anche l'eurodeputato del Ppe Giovanni La Via. "Ho votato contro il provvedimento, perché ritengo il livello di ambizione troppo elevato", ha detto l'europarlamentare, spiegando che "occorre certamente intervenire sulle emissioni dei mezzi su strada attuando una politica volta alla transizione ai veicoli ad emissioni zero, ma essa deve avvenire in modo graduale".
Soddisfatti i Cinquestelle - "È la rivoluzione del trasporto stradale. Con il voto sul regolamento che stabilisce gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 rilasciate da auto e furgoni nuovi, il Parlamento europeo getta le basi per la transizione verso la mobilità a zero e basse emissioni invocata da cittadini e imprese europee". Così l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi. "Grazie a questo voto le emissioni inquinanti caleranno, ci sarà un miglioramento della qualità dell'aria e quindi meno decessi causati dall'inquinamento. Finalmente si abbandona la dipendenza dal settore petrolifero e si spinge il settore automobilistico europeo a investire sulla mobilità pulita, aumentando i posti di lavoro in Europa". Secondo Evi, "l'Unione europea archivia la stagione miope che ci ha visti regalare lo sviluppo del settore della auto pulite alla Cina. Sul mercato ci sono solo 20 modelli di auto elettriche e altrettanto poche ibride, contro i 417 modelli a combustione convenzionale. Fra qualche anno questo dato si invertirà anche grazie al contributo del Movimento 5 Stelle".

Preoccupati i costruttori - "Restiamo particolarmente preoccupati dai target di riduzione della CO2 estremamente aggressivi e dall'imposizione di quote di vendita per vetture elettriche"; in quanto tutto questo, "rischia di avere un impatto molto negativo sull'occupazione nell'intera catena del valore dell'automotive". È la denuncia del segretario generale dell'associazione dei costruttori auto europei dell'Acea, Erik Jonnaert. Queste nuove norme "forzerebbero l'industria a un cambiamento drammatico a tempo di record", oltre al fatto, denuncia ancora l'Acea, che "non c'è garanzia che avremo il giusto quadro in piedi per facilitare questa improvvisa transizione alla mobilità elettrica", dalla mancanza dei punti di ricarica all'armonizzazione degli incentivi per gli acquisti di veicoli estremamente costosi. "Possiamo solo sperare", concludono i costruttori, "che i governi nazionali portino un po’ di realismo sul tavolo, quando adotteranno la loro posizione comune sui target la prossima settimana".

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