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Cantieri in aree vincolate e a rischio: inarrestabile il consumo di suolo

where Roma when Lun, 23/07/2018 who roberto

La superficie naturale si è ridotta di ulteriori 52 chilometri quadri l'anno scorso: ogni due ore viene costruita un'intera piazza Navona, ogni secondo vengono coperti con cemento o asfalto 2 metri quadrati di territorio

È un consumo di suolo ad oltranza quello che in Italia continua ad aumentare ancheconsumo-suolo.jpg nel 2017, nonostante la crisi economica. Tra nuove infrastrutture e cantieri (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all'interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio - coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne - soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai più di 350 mila ettari, circa l'8% della loro estensione totale (dato superiore a quello nazionale di 7,65%).
La superficie naturale si assottiglia di altri 52 chilometri quadri negli ultimi 365 giorni. In altre parole, costruiamo ogni due ore un'intera piazza Navona. Anche se la velocità si stabilizza ad una media di 2 metri quadrati al secondo, quella registrata è solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come accade nel Nord-Est del Paese. Tutto questo ha un prezzo, la cifra stimata supera i 2 miliardi di euro all'anno.
Sono questi i dati del Rapporto Ispra-Snpa sul "Consumo di Suolo in Italia 2018" presentati alla Camera dei Deputati. In questa edizione, l'Istituto aggiorna i dati e approfondisce gli studi analizzando anche il territorio compromesso dai cantieri all'interno delle aree vincolate.
Quasi un quarto (il 24,61%) del nuovo consumo di suolo netto tra il 2016 e il 2017, avviene all'interno di aree soggette a vincoli paesaggistici. Di questo, il 64% si deve alla presenza di cantieri e ad altre aree in terra battuta destinate, in gran parte, alla realizzazione di nuove infrastrutture, fabbricati - non necessariamente abusivi - o altre coperture permanenti nel corso dei prossimi anni. I nuovi edifici,già evidenti nel 2017, soprattutto nel Nord Italia, rappresentano il 13,2% del territorio vincolato perso nell'ultimo anno.
Spostandosi sul fronte del dissesto idrogeologico, il 6% delle trasformazioni del 2017 si trova in aree a pericolosità da frana - dove si concentra il 12% del totale del suolo artificiale nazionale - ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media.
Il consumo di suolo non tralascia neanche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono ormai totalmente impermeabili, anche se la crescita in queste zone è ovviamente inferiore a quella nazionale (0,11% contro lo 0,23%). La maglia nera delle trasformazioni del suolo 2017 va al Parco nazionale dei Monti Sibillini, con oltre 24 ettari di territorio consumato, seguito da quello del Gran Sasso e Monti della Laga, con altri 24 ettari di territorio impermeabilizzati, in gran parte dovuti a costruzioni ed opere successive ai recenti fenomeni sismici del Centro Italia. I Parchi nazionali del Vesuvio, dell'Arcipelago di La Maddalena e del Circeo sono invece le aree tutelate con le maggiori percentuali di suolo divorato.
In linea generale, nell'ultimo anno la gran parte dei mutamenti del suolo (81,7%) è avvenuta in zone al di sotto dei 300 metri (il 46,3% del territorio nazionale). La densità maggiore rispetto alla media nazionale si trova nelle aree costiere, dove l'intensità del fenomeno è più alta rispetto al resto del territorio (2,33 contro 1,73 m2/ha), nelle aree a pericolosità idraulica e nelle aree a vincolo paesaggistico (coste, laghi e fiumi).
A livello provinciale, al centro e nel Nord Italia si concentrano le province con l'incremento più alto nel 2017.
Sissa Trecasali (Parma), con una crescita che supera i 74 ettari, è il comune italiano che ha costruito di più nell'ultimo anno, principalmente a causa della realizzazione della nuova Tirreno-Brennero.
Tutto questo ha un prezzo e ammonta a circa 1 miliardo di euro, se si prendono in considerazione solo i danni provocati, nell'immediato, dalla perdita della capacità di stoccaggio del carbonio e di produzione agricola e legnose degli ultimi 5 anni. La cifra aumenta se si considerano i costi di circa 2 miliardi all'anno, provocati dalla carenza dei flussi annuali dei servizi ecosistemi che il suolo naturale non potrà più garantire in futuro (tra i quali regolazione del ciclo idrologico, dei nutrienti, del microclima, miglioramento della qualità dell'aria, riduzione dell'erosione).
Tre, infine, gli scenari al 2050 (data stabilita per l'azzeramento del consumo di suolo) ipotizzati dall'Ispra: il primo, in caso di approvazione della legge rimasta ferma in Senato nella scorsa legislatura, vede associarsi ad una progressiva riduzione della velocità di trasformazione una perdita di terreno pari a poco più di 800 chilometri quadri tra il 2017 e il 2050.
Il secondo stima un ulteriore consumo di suolo superiore ai 1600 chilometri quadri nel caso in cui si mantenesse la velocità registrata nell'ultimo anno. Nel terzo scenario si arriverebbe a superare gli 8mila chilometri quadri (superficie pari a quella dei 500 comuni più grandi in Italia partendo da Roma in giù fino a Policoro) nel caso in cui la ripresa economica portasse di nuovo la velocità a valori medi o massimi registrati negli ultimi decenni. Sarebbe come costruire 15 nuove città ogni anno fino al 2050.
Il Wwf - "Il consumo del suolo è una malattia che debilita l'Italia e che, dopo aver cancellato buona parte della fascia costiera e reso irriconoscibili le aree interne, si sta ora propagando alle aree più pregiate del Paese, come evidenziano i dati Ispra che assegnano la maglia nera del consumo del suolo nelle aree protette ai due parchi dei Monti Sibillini e del Gran Sasso-Monti della Laga, che più sono stati colpiti dal sisma del Centro Italia 2016-2017". Lo dice la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. "Questa malattia che affligge il Belpaese non solo si può, ma si deve curare, riprendendo innanzitutto il percorso del disegno di legge sul "Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato" che, nella passata legislatura, dopo essere stato approvato nel 2016 dalla Camera, si è interrotto al Senato".
Briziarelli (Lega) - "Il Rapporto Ispra sul consumo di suolo deve far riflettere. Siamo d'accordo col ministro Costa e con il suo intervento alla presentazione Rapporto Ispra: la tematica è nel contratto di governo e la Lega intende affrontarla. Il consumo di suolo va inquadrato nel contesto del suo utilizzo responsabile in un'ottica di "bilancio ambientale". Ogni opera realizzata va considerata per il costo beneficio che la stessa può portare in termini di tutela e valorizzazione dell'ambiente. Ciò vale in primo luogo per le infrastrutture, basti pensare ai depuratori, alle ferrovie e ad opere di ingegneria civile che, pur sottraendo suolo, ripagano le comunità di qualità ambientale e servizi al territorio". Così il senatore della Lega, Luca Briziarelli, a margine della presentazione del rapporto Ispra sul consumo del suolo.
Legambiente Lombardia - Sono Lombardia e Veneto le regioni italiane in cui si consuma più suolo in Italia, ed è nella macroregione del Nord, includendo anche Piemonte ed Emilia Romagna, che si perde oltre la metà del territorio agricolo nazionale, per trasformarlo in nuove urbanizzazioni e infrastrutture. In Lombardia, in particolare, nell'ultimo anno si sono persi oltre 600 ettari di campi agricoli: in pratica è come se fosse sorta dal nulla una cittadina delle dimensioni di Saronno. Per crescita delle urbanizzazioni, la Lombardia in Italia è seconda solo al Veneto. “In mancanza di strumenti e norme di chiaro indirizzo degli investimenti del settore delle costruzioni, rischiamo di assistere ad una ripresa della bolla di espansione delle periferie, proprio a partire dalle regioni che più beneficiano della ripresa economica - dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia - . È questo il momento per affrontare percorsi di riforma delle norme che, per quanto riguarda la nostra regione, devono accompagnare il rilancio dell'edilizia del riuso degli spazi delle città, nel nome della qualità urbana e dell'efficienza energetica".
Il ministro Costa - "Serve una nuova legge per difendere il suolo dal consumo e dallo spreco. Partiamo dal buon lavoro fatto nella scorsa Legislatura", con "una legge che era prossima all'approvazione e che è stata guardata con positività da tutto l'arco costituzionale; non ci sono steccati quando si parla di ambiente, appartiene a tutti quanti noi. Io vorrei, ma il Parlamento poi valuterà, che fosse inserito il concetto di bilancio ecologico preventivo rispetto alle autorizzazioni che si danno per le cementificazioni o costruzioni". Lo afferma il ministro dell'Ambiente Sergio Costa.
L’ex ministro Catania - "Il consumo di suolo continua ad avanzare incessantemente, come emerge dal rapporto Ispra", così l'ex ministro Mario Catania commentando la presentazione del rapporto Ispra. "Una media di 15 ettari al giorno di cementificazione in un Paese con un territorio delicatissimo è una stima impressionante, che non può che preoccupare. Le coperture artificiali interessano aree di pregio, coste e aree a rischio sismico e idrogeologico - prosegue Catania - , per questo è sempre più urgente una legge in grado di arrestare il consumo di suolo".
Chiara Braga del Pd - "I dati non sono suscettibili né di servilismo, né di intimidazione, siano essi dati di natura economica o tecnici e ambientali, come oggi nel caso del Rapporto Snpa 2018 sul consumo di suolo in Italia. Ed è positivo che il confronto pubblico su questo delicato tema avvenga a partire da basi oggettive. Da questo punto di vista, lo studio ci segnala, tra gli aspetti particolarmente interessanti, il legame che continua a persistere tra ripresa economica e dinamiche sul consumo di suolo. La crisi, purtroppo, non è stata occasione per ripensare il modello di sviluppo insediativo e delle infrastrutture. Molto utile anche l'analisi dei servizi eco-sistemici, che rivela l'impatto economico del consumo di suolo soprattutto sui costi necessari a mitigare il rischio idrogeologico e a garanzia di un ciclo efficiente delle acque naturali”.
Rossella Muroni di Leu - “Visto che i Cinque Stelle hanno sempre fatto degli slogan rifiuti zero e consumo di suolo zero una bandiera sorprende che proprio la Roma a guida M5S, con quasi 31.700 ettari impermeabilizzati al 2017, sia il comune con il record di superficie consumata. Evidentemente il numero zero non porta fortuna ai 5 Stelle della giunta capitolina. Proprio pensando alla corretta gestione del territorio, alla mitigazione del dissesto idrogeologico e alla sicurezza dei cittadini, il primo giorno di Legislatura ho presentato una proposta di legge contro il consumo di suolo (AC 279) sottoscritta da tutto il gruppo di LeU”. Lo afferma Rossella Muroni, vicepresidente del gruppo LeU alla Camera.

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