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Clima. Il 2019 si avvicina ad essere il secondo più caldo mai registrato

where ​Firenze when Mer, 08/01/2020 who roberto

Nel 2018 le concentrazioni di gas a effetto serra hanno raggiunto nuovi massimi, con un ruolo dominante della combustione di combustibili fossili. I dati del WMO

Il 2019 sarà molto probabilmente il secondocaldo-anomalo.jpg o il terzo anno più caldo mai registrato, chiudendo un decennio di eccezionale calore globale e condizioni meteorologiche ad alto impatto. Lo rende noto l’ARPAT riprendendo quanto sostenuto da due briefing dell'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO).
 
La temperatura media globale da gennaio ad ottobre 2019 è stata infatti di 1,1 ± 0,1°C al di sopra delle condizioni preindustriali (1850-1900). Le medie quinquennali (2015-2019) e decennali (2010-2019) sono, rispettivamente, quasi sicuramente il quinquennio e il decennio più caldi mai registrati. Dagli anni '80, ogni decennio successivo è stato più caldo dell'ultimo. L'innalzamento medio globale del livello del mare risulta accelerato a causa dello scioglimento delle calotte glaciali in Groenlandia e Antartide, secondo il rapporto. Ad ottobre 2019, il livello ha raggiunto il suo valore più alto a partire da gennaio 1993. L'oceano, che funge da cuscinetto assorbendo calore e anidride carbonica, sta pagando un prezzo pesante, a partire dalle temperature oceaniche che hanno raggiunto livelli record.
Nel decennio 2009-2018, l'oceano ha assorbito circa il 22% delle emissioni annuali di CO2, il che aiuta ad attenuare i cambiamenti climatici. Tuttavia, l'aumento delle concentrazioni atmosferiche di CO2 influisce sulla chimica dell'oceano e delle sue acque, che risultano il 26% più acide rispetto all'inizio dell'era industriale, con conseguenze negative sugli ecosistemi marini. Il continuo declino a lungo termine del ghiaccio marino artico è stato confermato anche nel 2019: l'estensione minima giornaliera di ghiaccio marino artico a settembre 2019 è stata la seconda più bassa.
 
In un altro documento del WMO si apprende che i dati in tempo reale provenienti da una serie di località specifiche indicano che i livelli di anidride carbonica hanno continuato ad aumentare anche nel 2019. La concentrazione di CO2, il principale gas serra correlato alle attività umane, ha raggiunto nuovi massimi nel 2018, con 407,8 parti per milione (ppm), ovvero il 147% rispetto al livello preindustriale del 1750, in crescita rispetto a 405,5 ppm del 2017.
L'aumento dal 2017 al 2018 è stato anche superiore a quello osservato dal 2016 al 2017 e al tasso di crescita medio negli ultimi 10 anni. Il protossido di azoto svolge un ruolo importante nella distruzione dello strato di ozono stratosferico che ci protegge dai dannosi raggi ultravioletti del sole.

Non vi sarebbe dunque alcun segno di rallentamento, per non parlare di calo, nella concentrazione di gas serra in atmosfera, nonostante tutti gli impegni previsti dall'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici: l'ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione comparabile di CO2 è stata 3-5 milioni di anni fa. Allora, la temperatura era più calda di 2-3° C, il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso.

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