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​Clima. La Corte europea boccia Bruxelles sul mercato delle quote di emissione Ets 2013-2020

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 02/05/2016 who redazione

La Commissione ha dieci mesi per stabilire il nuovo quantitativo e superare il vuoto legislativo. Per il Wwf serve una riforma del meccanismo

logocuria1.pngLa Corte europea di giustizia ha dichiarato invalido il quantitativo massimo annuo di quote gratuite di emissioni di gas a effetto serra stabilito dalla Commissione europea per il periodo dal 2013 al 2020. I giudici stabiliscono inoltre che la Commissione europea dispone di dieci mesi per stabilire un nuovo quantitativo, fermo restando che le precedenti assegnazioni di quote non possono essere rimesse in discussione. Fra i ricorrenti alla Corte di giustizia anche l’Esso Italiana e Api Raffineria.

La Corte rileva che l'ambito di applicazione della direttiva è stato esteso, a decorrere dal primo gennaio 2013, ad includere, in particolare, le emissioni derivanti dalla produzione di alluminio e da determinati settori dell'industria chimica. Inoltre, la Corte osserva che la direttiva la Commissione nel calcolare il quantitativo massimo annuo di quote deve fare riferimento solo alle emissioni degli impianti inclusi nel sistema comunitario a partire dal 2013, e non all'insieme delle emissioni incluse da tale data.

Per quanto riguarda il periodo posteriore alla data di pronuncia della sentenza, la dichiarazione di invalidità crea un vuoto giuridico temporaneo che rischia di interrompere l'attuazione del sistema di scambio di quote e, dunque, la realizzazione degli obiettivi della direttiva. Per questo motivo la Corte ha deciso che la sua sentenza produrrà effetti solo al termine di un periodo di dieci mesi a decorrere dalla data della pronuncia, al fine di consentire alla Commissione di adottare le misure necessarie. Per il passato, invece, non ci sarà alcun effetto sulle assegnazioni finali, che hanno già avuto luogo negli Stati membri sulla base di una normativa ritenuta valida.

"La Commissione europea ha preso nota della sentenza della Corte Ue e studierà le sue implicazioni". Questo il commento di Jakub Adamowicz, portavoce dell’esecutivo Ue. "Lavoreremo diligentemente per attuare la sentenza e ridurre le incertezze legate ai permessi gratuiti da qui al 2020. L'ambizione dell'Ue di attuare i target per il 2030" di riduzione del 40% della CO2 di efficienza energetica, del 27% di efficienza energetica e di una quota di almeno il 27% di energia prodotta da rinnovabili al 2030 "e preparare il passaggio ad un'economia a basso contenuto di carbonio, come previsto nell'accordo di Parigi".

L'Unione europea deve riformare il mercato europeo della CO2 (Ets) "per far pagare chi inquina, invece di pagarlo". Così Imke Lubbeke, dell'ufficio Ue del Wwf, commenta la sentenza della Corte di giustizia Ue di oggi, spiegando che in sintesi la sentenza afferma che "le industrie energivore hanno ricevuto troppe quote di emissioni sul mercato dell'Ets".

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