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​Clima. Ets. Il Parlamento Ue sostiene taglio annuale 2,2% dei crediti

where Strasburgo (Francia) when Lun, 20/02/2017 who redazione

Approvato il testo per avviare i negoziati con i governi. Ridurre ogni anno del 2,2% (invece dell'attuale 1,7%) il numero di crediti di carbonio (quote di emissione)

giulio-pedrollo.jpgIl Parlamento Ue ha approvato la riduzione delle quote di emissione di gas serra disponibili sul mercato del carbonio Ets allo scopo di riallineare la politica climatica europea agli obiettivi dell'accordo di Parigi.

I deputati sostengono la proposta della Commissione di ridurre ogni anno del 2,2% (invece dell'attuale 1,7%) il numero di crediti di carbonio (quote di emissione) da mettere all'asta, però vogliono raddoppiare la capacità della riserva stabilizzatrice del mercato per il 2019, che permetterebbe di assorbire fino al 24% di crediti in eccesso venduti all'asta ogni anno, per i primi quattro anni. Sulla base del testo approvato a Strasburgo comincerà il negoziato con il Consiglio.

Gli europarlamentari hanno concordato con il ritiro di 800 milioni di quote collocate nella riserva stabilizzatrice del mercato dal 2021. Dalla vendita all'asta delle quote Ets saranno finanziari un fondo aggiornare i sistemi energetici nazionali e un fondo per innovazioni su rinnovabili, cattura e stoccaggio del carbonio, progetti a basso tenore di carbonio.
Per il Parlamento, il settore dell'aviazione dovrebbe ricevere il 10% meno rispetto alla media del 2014-2016.

Secondo BusinessEurope, l’associazione europea delle industrie, va rivista la riduzione annuale lineare del 2,2% del numero di crediti di carbonio da mettere all'asta nel momento in cui i maggiori partner commerciali della Ue non attuano misure comparabili.

“Il voto del Parlamento europeo sulla riforma della direttiva Ets conferma gli ambiziosi obiettivi che l'Unione Europea ha presentato a Parigi per sottoscrivere lo storico accordo sul clima, malgrado oggi il quadro internazionale sia estremamente incerto”, dice Giulio Pedrollo, vicepresidente di Confindustria per la Politica Industriale. Le misure “dovranno essere confermate fino a quando i Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi non metteranno in campo misure equivalenti a quelle europee, che chiedono all'industria lo sforzo maggiore in termini di riduzione delle emissioni”.

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Giulio Pedrollo, vicepresidente di Confindustria per la Politica Industriale
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