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Il clima non può attendere - Allarme siccità al Nord. La Pianura padana sotto osservazione

where Milano when Lun, 18/03/2019 who roberto

I laghi sono a livelli idrometrici estivi, la neve si trova solo sopra i 1.500 metri. Per gli esperti, la gestione delle risorse idriche deve essere indirizzata a una visione di adattamento dei cambiamenti climatici

Le precipitazioni nei mesi invernali meteo-nord-italia.jpgvedono alternarsi alluvioni e siccità, mentre la neve che ricopre le montagne continua a ridursi anno dopo anno: anche l’Italia fa i conti con le conseguenze anomale del cambiamento climatico in atto. Basti pensare che il Po e tre grandi laghi del Nord Italia (Maggiore, Como e Iseo) hanno livelli idrometrici al di sotto della media stagionale, simili a quelli che si registrano nei mesi estivi.

L’allarme è lanciato dai Commissione Risorse idriche del Consiglio Nazionale dei Geologi. Il segretario nazionale Arcangelo Francesco Violo ribadisce “l'importanza di una logica della prevenzione per anticipare e impedire eventuali fasi emergenziali. La gestione delle risorse idriche, anche di quelle sotterranee, deve, in tempi di abbondanza, preparare le riserve per i repentini e frequenti periodi siccitosi". "Se in alcune aree può essere ancora possibile pensare al ricorso a bacini superficiali, in molte altre è il sottosuolo che deve fungere da serbatoio, sia sostenendo i diversi fabbisogni con i sistemi acquiferi più idonei in funzione della qualità, sia potendo essere utilizzato come la più naturale delle riserve d'acqua".
 
Tra le soluzioni più efficaci per la gestione delle risorse idriche, per il segretario del CNG c'è quella di "disporre di metodi per trattenere le acque il più possibile all'interno del territorio, rallentandone il deflusso, mantenendo il deflusso vitale dei fiumi e dei torrenti e favorendo la ricarica delle falde con un positivo effetto di rallentamento dell'abbassamento dei livelli delle falde nei periodi siccitosi". Un'altra risposta concreta è quella di ridurre il numero di norme, mal coordinate tra loro: "Un riordino del settore che include la definizione di normative, procedure e competenze semplici e chiare comporterebbe un costo effettivo prossimo allo zero" conclude il geologo.
Per il Consiglio Nazionale dei Geologi, è importante agire sulla base di una pianificazione idrogeologica secondo una visione di adattamento ai cambiamenti climatici per scongiurare come ha detto il capo dello Stato "una crisi climatica globale".
 
Triveneto, cresce il livello di attenzione - Tutto il Nordest guarda con preoccupazione lo stato delle risorse idriche, considerando l'assenza di precipitazioni e lo scarso manto nevoso sulle montagne.  L'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici per il Distretto delle Alpi Orientali (competente sui bacini dell'Adige, del Brenta-Bacchiglione, del Piave e del Tagliamento), riunitosi a Trento con una settimana d'anticipo a causa della situazione in atto, indica come i dati relativi ai serbatoi nivali (neve) ed al livello nei laghi di montagna segnalino una situazione non ancora critica, ma che va seguita con grande attenzione. Nello specifico, i manti nevosi sulle montagne del bacino del fiume Adige sono al 43% rispetto alla media del periodo; quelli del bacino Brenta Bacchiglione sono al 18% e quelli del Piave sono al 27%. In Veneto, il lago di Pieve di Cadore è al 70% della sua capacità massima; il lago del Mis è al 62%, quello di Santa Croce è al 65%, mentre il bacino del Corlo è al 50%. "Alla luce di questi dati - commenta Andrea Crestani, Direttore di Anbi Veneto - l'Autorità definisce l'attuale scenario come livello di severità idrica bassa, poiché la domanda d'acqua è soddisfatta (la stagione delle irrigazioni deve ancora iniziare), ma gli indicatori mostrano un trend sfavorevole con assenza di precipitazioni e temperature troppo elevate."
 
La situazione in Lombardia - A preoccupare è il volume dei laghi lombardi, la grande riserva idrica, storicamente regolata, artefice delle possibilità di alimentare la rete dei canali irrigui: i dati ad oggi sono allarmanti, soprattutto per i laghi di Como e d'Iseo, dove si è già accesa la spia della riserva, poiché dall'inizio dell'anno gli afflussi dai tributari registrano un forte deficit. Al Verbano da inizio anno sono mancati 174 milioni di mc di afflusso rispetto alla media (-20% rispetto alla media del periodo), sul Lario l'ammanco è di 95 milioni di mc (-21%), sul Sebino di 59 milioni di mc (-28%), mentre per il Benaco il dato è ancora più grave, perché mancano 131 milioni di mc (-51%). Fortunatamente, però, il lago di Garda beneficia di una grande scorta idrica accumulata l'anno scorso, e quindi nonostante la grave carenza di afflussi negli scorsi mesi i livelli idrici restano decisamente alti. "Per superare la situazione, ormai cronica, di emergenza e passare ad una gestione consapevole ed integrata, la Regione Lombardia deve rilanciare il patto per l'acqua: un patto nel quale definire il deflusso minimo vitale, a seconda dei territori e dei fruitori, concordando una mediazione con tutti i soggetti interessati - i gestori dei bacini idroelettrici, gli agricoltori, i sindacati, i consorzi - per prendersi precisi impegni e avviare nuove sperimentazioni che, ovviamente, devono essere supportate anche con le risorse necessarie". Lo ha detto il consigliere regionale del PD Matteo Piloni. Il Patto per l'acqua fu promosso nel lontano febbraio del 2007 e istituito nel 2009, quando fu firmato dalla Regione Lombardia e dai rappresentanti degli Enti Pubblici, dagli utilizzatori idroelettrici e agricoli e dalle associazioni ambientaliste il documento che individuava le linee per un equilibrato uso della risorsa acqua, ma con il cambio di legislatura i lavori sono stati interrotti.
 
In Emilia non piove da 60 giorni - L'Autorità di Distretto del fiume Po ha convocato, giovedì prossimo a Parma, l'Osservatorio sulla Crisi Idrica. Gli annunciati temporali del week-end non sono stati sufficienti e così l'agricoltura dell'Emilia Romagna, leader dell'eccellenza agroalimentare italiana, si avvia verso i 60 giorni di astinenza dalle piogge, che segnano un calo di circa il 40% rispetto alla media del periodo. Alla presa di Boretto, in particolare, la portata del più importante fiume italiano si aggira sugli 800 metri cubi al secondo, con un calo del 25% circa sulla media del periodo; il livello idrico segna, nella prima settimana di Marzo, -2,49 metri sullo zero idrometrico: è il peggior dato nell'ultimo triennio, compreso il 2017 particolarmente siccitoso. La particolare situazione climatica, con temperature già da primavera inoltrata, comporta l'avvio anticipato dell'irrigazione, resa più complessa anche dal progressivo insabbiamento degli alvei fluviali, caratterizzati oggi dalla presenza di vere e proprie isole.

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