torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Clima. Rapporto “Ghiaccio bollente” del Wwf: l’effetto serra scioglie i poli

where Roma when Lun, 05/10/2015 who michele

“Nelle mani dell’uomo il pianeta si squaglia”

Artide, Antartide e ghiacciai alpini come Himalaya, Alpi, Patagonia, Alaska e altri: il 40% del pianeta è coperto da ghiacci e manti nevosi, un sistema di raffreddamento che si sta rompendo a causa del riscaldamento globale.
wwfitaliaghiacciobollentecopertina.jpgIl rapporto “Ghiaccio bollente” del Wwf, una visione planetaria sulla riduzione dei ghiacci del pianeta e i suoi effetti su specie e uomo basata sulle più recenti evidenze scientifiche, segnala la preoccupante riduzione dei ghiacci delle zone polari: qui l’aumento della temperatura media è il doppio di quella registrata nel resto del globo. Il tasso di decrescita dell’estensione della superficie ghiacciata marina nell’Artico, secondo il quinto rapporto dell’Ipcc, è tra il 3,5 e il 4,1% per ogni decennio. La massima estensione raggiunta nel marzo 2015 è stata di 14.280 milioni di chilometri quadrati, la più bassa delle estensioni invernali mai registrate dalle rilevazioni satellitari.

Già nel 2012 i ghiacci marini estivi avevano raggiunto una posizione minima: quasi il 50% e la calotta artica si sta riducendo in maniera drastica e, se il riscaldamento globale dovesse continuare con il trend attuale, gli esperti prevedono che prima della metà del secolo il mare Artico sarà praticamente privo di ghiacci nei mesi estivi.
Anche il continente di ghiaccio, l’Antartide, si è riscaldato di circa 3 °C negli ultimi 50 anni: in questo arco di tempo l’87% dei suoi ghiacciai si sono ritirati e ben nove piattaforme di ghiaccio hanno subito un significativo collasso.
Il terzo polo freddo della Terra, ovvero i ghiacciai cosiddetti alpini (Alpi e Himalaya, Patagonia, Alaska, ma anche Caucaso e Urali, Kilimangiaro e Ruwenzori in Africa) vede una riduzione fino al 75%, in particolare per le cime sotto ai 3000 metri. Sulle nostre Alpi si è passati dai 519 chilometri quadri del 1962 agli attuali 368, il 40% in meno.
Il problema non è così remoto come sembra: dal ghiaccio del pianeta dipendono risorse idriche, mitigazione del clima, equilibrio degli Oceani, emissioni di gas serra.
Il 95% dell’agricoltura è alimentata dai ghiacciai del Karakorum, mentre in India il 65% dell’agricoltura è collegata ai ghiacciai dell’Himalaya.

Anche il clima dei paesi europei che si affacciano sull’Atlantico, compresi quelli del nord, potrebbe risentire dell’effetto fusione.
Moltissime città potrebbero essere sommerse per l'innalzamento dei mari e gli eventi estremi, in particolare quelle costiere. Tra le grandi città a rischio ci sono Miami, New York, Shangai, Bangkok, Mumbai, Londra, Amsterdam, Alessandria d'Egitto. Il 70% delle coste del mondo subirà forti modificazioni. Le Maldive, nell’Oceano Indiano, potrebbero essere inondate entro 30 anni.
La banchisa artica in riduzione spinge i grandi carnivori, come gli orsi polari, ad avvicinarsi ai centri abitati in cerca di cibo. Senza ghiaccio, nel 2050 i due terzi degli orsi polari potrebbero scomparire. In Antartide la stessa sorte potrebbe capitare al 75% della popolazione di pinguino di Adelia. In Alaska i trichechi, per l’assottigliamento del ghiaccio marino artico, si ammassano sempre più sulle coste russe, con assembramenti di 3.500 animali.

“Lo scioglimento dei ghiacci della Terra riguarda animali cui siamo molto affezionati, ma tocca da molto vicino anche gli esseri umani: la lettura del quadro d’insieme è impressionante - dichiara il WWF -. Il 2015 è un anno cruciale per le decisioni che la comunità internazionale dovrà prendere, a partire dal Summit delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i prossimi 15 anni (New York 25-27 settembre) e la COP21 di Parigi sul Cambiamento Climatico”
Esiste una piccola zona a cavallo tra Canada e Groenlandia (guarda sul sito) dove lo spessore del ghiaccio e le condizioni atmosferiche consentiranno nei prossimi decenni di mantenere l’habitat cruciale per l’orso. The Last Ice Area potrebbe diventare in poco tempo l’unico spazio artico adatto ad ospitare orsi polari.
La fusione dei ghiacci in questi anni ha reso anche accessibili aree preziose: la spinta a sfruttare giacimenti d’idrocarburi, a intensificare le rotte commerciali e ad attingere ai sempre più preziosi stock ittici (il 70% del pesce bianco viene prelevato in Oceano Artico) insieme al riscaldamento climatico stanno mettendo a repentaglio gli equilibri ecologici del Polo Nord.
Inoltre, da alcuni anni è stata creata una squadra di tracker che segue gli spostamenti degli orsi polari per capire la loro vita, gli spazi necessari, le esigenze. (Guarda il “Diario dal Campo” su You Tube).
 
Il rapporto Ghiaccio bollente è a questo indirizzo. Qui il video.

immagini
La copertina del Rapporto "Ghiaccio Bollente" del WWF
leggi anche: