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Clima e territorio. In Veneto il mare risale i fiumi per 12 chilometri

where Venezia when Lun, 04/09/2017 who roberto

Allarme dell’Anbi. "La situazione obbliga a decidere il futuro dell'agricoltura irrigua"

Mentre il lago di Garda è sceso sotto il 30% della capacità (28,8%), scattaanbi-risalita-cuneo-salino-po.png l'emergenza per i fiumi Adige e Po nel Veneto: a segnalarlo è l'Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue).
Nelle settimane scorse la portata dell'Adige, a Boara Pisani, oscillava fra gli 80 e 130 metri cubi al secondo, rendendo più volte insufficiente l'azione della barriera antintrusione del cuneo salino, che viene "scavalcata" dalla marea.
Anche per il Po i livelli erano preoccupanti: la portata, a Pontelagoscuro, ai primi di agosto era sui 550 metri cubi al secondo (a luglio era mc./sec. 600), ma era scesa fino a 400 metri cubi al secondo.
L'abbassamento della portata comporta la chiusura di tutte le derivazioni irrigue nel tratto compromesso dall'ingresso del mare, la cui acqua salata risale la corrente del fiume per oltre 12 chilometri. È una situazione che si ripete da mesi, e solo un afflusso d'acqua dolce importante potrebbe "lavare" il territorio dal sale, che ha contaminato il fiume, con le relative conseguenze per l'agricoltura, mettendo a rischio anche l'uso idropotabile.
Per quanto riguarda il fiume Brenta, il Consorzio di bonifica Bacchiglione ha adottato diverse misure straordinarie, come l'attivazione di pompe d'emergenza sul canale Novissimo, accordi con il Genio Civile per la regolazione delle paratoie che scaricano in laguna, pulizie idrauliche straordinarie per migliorare il deflusso d'acqua. Il Consorzio di bonifica Brenta ribadisce, inoltre, la necessità di finanziamenti per la trasformazione pluvirrigua degli impianti di irrigazione e per il rimpinguamento delle falde; i relativi progetti sono già predisposti.
Dal canale L.E.B. (Lessino Euganeo Berico), che attraversa buona parte della campagna veneta dal veronese fino alla zona di Chioggia, la derivazione irrigua è massima (32 metri cubi, cioè 32.000 litri al secondo) per rispondere alla grande sete del territorio.
È tranquilla, invece, la situazione per il bacino del fiume Piave: i bacini montani sono, infatti, al 95% del volume invasabile.
"Anche la situazione veneta sollecita la politica a prendere decisioni - sottolinea Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) - . I Consorzi di bonifica del Veneto hanno progetti definitivi ed esecutivi di miglioramento della rete irrigua per 147 milioni di euro; ad ogni livello è ormai tempo di scelte concrete."

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