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​Cominciato alla Corte d’assise il processo sulla discarica chimica di Bussi, in Abruzzo

where Chieti when Lun, 07/04/2014 who redazione

Il Wwf e la Legambiente sono parti civili

È cominciato a Chieti con la prima udienza di discussione il processo per la discarica di Bussi. Al vaglio della Corte d'Assise gli atti contenuti in 110 faldoni, per complessive 110.000 pagine di documentazione. È il primo caso in Italia in cui si tiene un processo dinanzi alla Corte d'Assise (che giudica dei reati più gravi) per inquinamento ambientale.
La discarica di Bussi e l'area interessata all'inquinamento delle falde si trova all'incrocio di tre parchi nazionali, Parco della Majella, Parco del Gran Sasso Monti della Laga e Parco d'Abruzzo, un crocevia di biodiversità ferito da un insediamento industriale che per anni ha inquinato le falde acquifere.
I pozzi che sono stati sequestrati fornivano acqua a tutta la Val Pescara.
Scrive il Wwf Italia in una nota che “il processo si sta celebrando per disastro ambientale e avvelenamento doloso di acque destinate all'uso potabile è stato avviato nel 2008, dopo indagini del Corpo Forestale dello Stato, stimolate anche dalle segnalazioni del Wwf Abruzzo di inquinamento dell'acqua, emerse nel 2006 a seguito delle analisi commissionate dall'associazione a un laboratorio di Roma. Da allora il Wwf ha promosso campionature epidemiologiche, raccogliendo i dati e finanziando le prime analisi sui campioni d'acqua”.
“Si ipotizza una condotta volontaria su acque inquinate destinate all'uso potabile umano - ha sottolineato l'avvocato Tommaso Navarra, difensore del Wwf Italia e della Legambiente al processo. - In altri casi di inquinamento, da Porto Marghera a Priolo, gli imputati venivano accusati di imperizia o imprudenza. Qui la questione è ben altra: gli imputati sapevano e con coscienza hanno inquinato volontariamente l'acqua delle falde che alimentano gli acquedotti di un'intera valle di 700.000 persone, contaminandola con valori di inquinanti chimici, tra cui il cloroformio, di 2-3 milioni di volte superiori ai limiti di legge".
Aggiunge Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo, che “gli accertamenti sono estremamente complessi e richiedono tempo, ma siamo fiduciosi perché si dovrebbe arrivare, grazie al rito abbreviato, ad una sentenza entro l'estate”.

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