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​Consumo di suolo. L’Ispra stima i costi: 800 milioni di danni l’anno

where Roma when Lun, 25/07/2016 who redazione

Cementati 4 metri quadri al secondo. In Lombardia, Veneto e Campania si costruisce di più. Peggiori i Comuni minori. Il rapporto 2016

ispra-logo.jpgLombardia, Veneto e Campania sono le regioni in cui si costruisce di più e c’è più “consumo di suolo”. Ma che effetti ha l’attività costruttiva? I costi sono difficili da valutare, ma l’Ispra ha provato a contabilizzarli: ammontano a circa 800 milioni di euro i costi occulti che gli italiani pagano ogni anno a causa del consumo di suolo. È questo il dato che emerge dal rapporto "Consumo di suolo in Italia 2016".

Meno attività costruttiva - Nonostante che il tasso con cui in Italia si consumi suolo nell'ultimo triennio (2012-2015) sia diminuito, scendendo a 4 metri quadri al secondo, 35 ettari al giorno, per un totale di circa 250 kmq, i costi ecologici sono alti.

Il costo del cemento - I ricercatori dell'Ispra hanno calcolato un costo medio di circa 55mila euro per ogni ettaro di terreno sottratto alla natura. Si tratta tuttavia di un costo medio, che può variare a seconda del tipo di uso a cui il terreno poteva essere destinato o al tipo di habitat naturale che lo caratterizzava prima di essere edificato. Per esempio, per le produzioni agricole perse, abbiamo subito un danno di 400 milioni di euro, per il mancato stoccaggio di carbonio (la conversione fatta dalle piante attraverso la fotosintesi dell'anidride carbonica presente in atmosfera) perdiamo circa 150 milioni di euro. E poi ci sono altre voci: dalla protezione dell'erosione (oltre 120 milioni), ai danni provocati dalla mancata infiltrazione dell'acqua (quasi 100 milioni) e dall'assenza di impollinatori (quasi 3 milioni).
Solo per la regolazione del microclima urbano (ad un aumento di 20 ettari per km2 di suolo consumato corrisponde un aumento di 0,6 °C della temperatura superficiale) è stato stimato un costo che si aggira intorno ai 10 milioni all'anno.

Le città più “costose” - Milano (45 milioni), Roma (39 milioni di euro), e Venezia (27 milioni) sono le città metropolitane con i costi annuali più alti per gli effetti dell’edificazione.
Dove si costruisce - Dal 2012 al 2015 il territorio sigillato è aumentato dello 0,7%, invadendo fiumi e laghi (+0,5%), coste (+0,3%) e aree protette (+0,3%), avanzando anche in zone a pericolosità sismica (+0,8%), da frana (+0,3%) e idraulica (+0,6%).

La qualità del suolo perso - La maggior parte del suolo consumato è di buona qualità: lo studio condotto in Abruzzo e in Veneto ha dimostrato che i suoli modificati sono quelli con maggiore potenzialità produttiva. Gli effetti, le perdita di parte delle funzioni fondamentali, si ripercuotono sul suolo fino a 100 metri di distanza. In altri termini, oltre la metà del territorio nazionale (56%) risulta compromesso.

Le regioni - Nell'anno appena trascorso, 3 regioni superano il 10% di suolo consumato, con il valore percentuale più elevato in Lombardia, Veneto e Campania. In Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Piemonte, Toscana, Marche troviamo valori compresi tra il 7 e il 10%. La regione più virtuosa è la Valle d'Aosta (3%).

Le due Italie - Nel triennio 2012-2015 l'Italia si è divisa in due: il consumo avvenuto nella metà dei comuni italiani (51%) coincide con l'incremento della popolazione, mentre l'altra metà (49%) ha consumato a perdere, nonostante che la popolazione non crescesse. I piccoli comuni (con meno di 5.000 abitanti) sono i più inefficienti, avendo i valori più alti di consumo marginale di suolo: per ogni nuovo abitante divorano mediamente tra i 500 e i 700 m2 di suolo contro i 100 m2 dei comuni con più di 50.000 abitanti.
 
Per leggere il rapporto vai in pagina Approfondimenti 

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