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​Cop21 di Parigi. I dati Ispra: in Italia crescono le emissioni di case e servizi

where Roma when Lun, 30/11/2015 who redazione

Crescono le emissioni del settore residenziale e dei servizi, in lieve aumento i trasporti, crollano le emissioni di industria e centrali elettriche. L’agricoltura e il beneficio del biogas

L’Ispra, nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (Unfccc) e del protocollo di Kyoto, ha realizzato l’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra per l’anno 2013.
Ecco nel dettaglio i gas che noi italiani emettiamo.

991721287304a14c8e35.jpgI gas serra - Le emissioni di metano (CH4) e di protossido di azoto (N2O) sono rispettivamente pari a circa il 10,1% e 4,4% del totale e sono in calo sia per il metano (-18,3%) che per il protossido di azoto (-29,6%). Gli altri gas serra, gas fluorurati quali idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), trifluoruro di azoto (NF3) e esafluoruro di zolfo (SF6), hanno un peso complessivo sul totale delle emissioni che varia tra lo 0,01% e il 2,6%; le emissioni degli HFC evidenziano una forte crescita, mentre le emissioni di PFC decrescono e quelle di NF3 e SF6 mostrano un minore incremento.

I settori che emettono gas serra - I settori della produzione di energia e dei trasporti sono quelli più importanti, contribuendo alla metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti.

I trasporti - Rispetto al 1990, le emissioni di gas serra del settore trasporti presentano un leggero aumento (0,2%), a causa dell’incremento della mobilità di merci e passeggeri; per il trasporto su strada, per esempio, le percorrenze complessive (veicoli x km) per le merci sono aumentate del 32%, e per il trasporto passeggeri del 15%. Per il secondo anno consecutivo, però, si riscontra una riduzione delle percorrenze di merci ed anche i consumi energetici del settore, dopo aver raggiunto un picco nel 2007, sono in riduzione.

Le centrali elettriche - Sempre rispetto al 1990, nel 2013 le emissioni delle industrie energetiche sono diminuite del 21,9%, a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica da 178,6 Terawattora (TWh) a 192,9 TWh, e dei consumi di energia elettrica da 218,7 TWh a 297,3 TWh. Dall’analisi dell’andamento delle emissioni di CO2 per unità energetica totale, emerge che l’andamento delle emissioni di CO2 negli anni ’90 ha seguito sostanzialmente quello dei consumi energetici; solamente negli ultimi anni si delinea un disaccoppiamento delle curve, dovuto principalmente alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale nella produzione di energia elettrica e nell’industria e ad un incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili.

Il settore residenziale - Nel periodo 1990-2013, le emissioni energetiche dal settore residenziale e servizi sono aumentate del 9,4%. A questo proposito si può osservare che in Italia il consumo di metano nel settore civile era già diffuso nei primi anni ’90 e la crescita delle emissioni, in termini strutturali, è invece correlata all’aumento del numero delle abitazioni e dei relativi impianti di riscaldamento oltre che, in termini congiunturali, ai fattori climatici annuali.

L’industria manifatturiera - Le emissioni del settore dell’industria manifatturiera sono diminuite del 42% rispetto al 1990 prevalentemente in considerazione dell’incremento nell’utilizzo del gas naturale in sostituzione dell’olio combustibile per produrre energia e calore e per gli ultimi anni a seguito del calo della produzione industriale.
Per quel che riguarda il settore dei processi industriali, nel 2013 le emissioni sono diminuite del 24,1% rispetto al 1990. L’andamento delle emissioni è determinato prevalentemente dalla forte riduzione delle emissioni di N2O (89,3%) nel settore chimico, grazie all’adozione di tecnologie di abbattimento delle emissioni nella produzione dell’acido nitrico e acido adipico. D’altro lato le emissioni dei gas fluorurati, in particolare di quelli utilizzati per la refrigerazione e per l’aria condizionata, sono notevolmente aumentate dal
1990.

L’agricoltura - Le emissioni dal settore dell’agricoltura sono diminuite del 14,9% tra il 1990 e il 2013. La riduzione principale si è ottenuta nelle emissioni dovute alla fermentazione enterica (-12%) e alle deiezioni animali (-21,3%) poiché sono diminuiti i capi allevati, in particolare bovini e vacche da latte e, grazie a un minor uso di fertilizzanti azotati, anche alle emissioni dai suoli agricoli (-16,3%). Negli ultimi anni si è registrato un incremento della produzione e raccolta di biogas dalle deiezioni animali a fini energetici, evitando emissioni di metano dallo stoccaggio.

I rifiuti - Nella gestione e trattamento dei rifiuti, le emissioni sono diminuite del 20,5%, e sono destinate a ridursi nei prossimi anni, per la riduzione delle emissioni dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica, avvenuta attraverso il miglioramento dell’efficienza di captazione del biogas e la riduzione di materia organica biodegradabile in discarica grazie alla raccolta differenziata.
 
L’inventario delle emissioni italiane è all’indirizzo unfccc.int

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Logo della Convenzione Quadro su Cambiamenti Climatici di Nazioni Unite (Unfccc)