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Coronavirus e smog. I satelliti: dopo la clausura, l’inquinamento non è ancora risalito

where Bruxelles when Lun, 15/06/2020 who roberto

Copernicus ha rilevato che non c’è stato un aumento degli inquinanti con l'allentamento del lockdown. In maggio sono però aumentate le polveri. Sondaggio antismog e i Cittadini per l’Aria

In seguito all'allentamento delle restrizioni milano-citta.jpgda parte dei paesi europei dovuto al calo del tasso di infezione di Covid-19, Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams), implementato da Ecmwf per conto della Commissione europea, non ha ancora rilevato un chiaro segnale di aumento dei livelli di inquinanti e di ritorno alle condizioni "business as usual". Ciò è in contrasto con quanto avvenuto in Cina, ad esempio, dove le attività e le emissioni sono già ampiamente tornate ai livelli pre-Covid. Nel frattempo, un sondaggio d’opinione di Yougov condotto in Europa ha chiesto ai cittadini se vogliono tornare ai livelli di smog pre-Covid: tutti contrari. In Italia il 78% dice "no" e raddoppia il numero dei residenti delle nostre città che vuole usare la bici per andare a lavorare: gli italiani dimostrano più voglia di cambiamento rispetto alla media degli europei.
 
Il meteo confonde i dati
"Tra gennaio e aprile, abbiamo assistito a una diminuzione degli inquinanti come il NO2, e in misura minore il PM2,5 e PM10, in molte aree europee. La riduzione ha coinciso con l'introduzione di severe misure di lockdown per far fronte all'emergenza Covid-19", commenta Mark Parrington, senior scientist di Cams.
"Ora che le misure sono state allentate, ci aspettiamo di vedere un aumento degli inquinanti, che tuttavia non è ancora stato rilevato nei dati raccolti. Ci sono grandi variazioni nelle concentrazioni superficiali di inquinanti a causa di fattori come il clima; rimane quindi difficile rilevare i cambiamenti nelle concentrazioni di inquinanti. Le fonti naturali di inquinanti non sono state influenzate dalle misure di blocco, infatti l'Italia e il sud-est dell'Europa, nel mese di maggio, hanno registrato un aumento dell'inquinamento atmosferico dovuto alle nubi di polvere provenienti dal Sahara."
 
Aria migliore
"Ci sono differenze tra le diverse parti del mondo. In Europa, l'allentamento delle misure di lockdown sembra attualmente essere prudente e progressivo, il che significa una riduzione graduale del pendolarismo e dei trasporti legati alle imprese", aggiunge Vincent-Henri Peuch, direttore di CAMS. "Questo è molto importante perché alcuni dei benefici per la salute che abbiamo sperimentato durante il periodo di lockdown, derivanti dal miglioramento delle condizioni della qualità dell'aria, potrebbero essere mantenuti in modo permanente. Alcuni obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, che potrebbero essere apparsi in precedenza come troppo ambiziosi o addirittura controproducenti, possono ora essere accolti con fiducia perché sostenuti da prove. Con sforzi combinati, come quelli proposti dall'iniziativa European Green Deal, possiamo vedere un cambiamento".
 
Gli strumenti di analisi
Per fornire maggiori informazioni sulla qualità dell'aria a sostegno della crisi COVID-19, CAMS ospita un microsito con diversi servizi di informazione. Oltre a mappe, serie temporali e animazioni di biossido di azoto (NO2) e particolato fine (PM2.5) relative a 50 grandi città europee, CAMS ha ora aggiunto anche PM10 e ozono per fornire un quadro più completo. Le mappe regionali vengono aggiornate quotidianamente e le medie del periodo 2017-2019 sono state aggiunte nella serie temporale per favorire la comparabilità. Al fine di valutare l'impatto previsto delle variazioni stimate delle emissioni indotte dalle misure di blocco sulla qualità dell'aria europea, è stato aggiunto anche uno strumento di visualizzazione dello scenario di emissione.
 
Lo smog di maggio in Italia
Il microsito è uno strumento utile per monitorare la qualità dell'aria e dimostra che l'Europa meridionale, in particolare l'Italia e il sud-est dell'Europa, ha subito alcuni significativi aumenti temporanei dell'inquinamento atmosferico locale all'inizio di maggio. Tuttavia, questi non sono legati all'allentamento delle misure contro il COVID-19, ma alla polvere trasportata attraverso il Mediterraneo dal Sahara. Particelle di polvere come queste contribuiscono a ridurre la qualità dell'aria, cosa che emerge chiaramente nei grafici delle serie temporali PM2.5 e PM10 relativi a diverse città. Questo aumento non è legato alle misure prese per combattere il COVID-19 e dimostrano come gli eventi meteorologici possono influenzare la qualità dell'aria.
 
Il sondaggio: non torniamo indietro
La maggioranza dei cittadini europei, e degli italiani in particolare, non vuole che le città ritornino ai livelli di smog precedenti la pandemia. Sono moltissime, secondo il sondaggio di YouGov, le persone in Europa pronte a sostenere profondi cambiamenti nella mobilità urbana che consentano di mantenere la qualità dell'aria sperimentata durante la quarantena, quando i livelli di inquinamento atmosferico si sono ridotti drasticamente.
Il sondaggio di YouGov ha analizzato la propensione di 7.545 abitanti di 21 diverse città europee, fra cui Milano e Roma, a modificare le abitudini precedenti alla pandemia. È emersa una fotografia chiara del desiderio degli italiani di cambiare aria nelle città: il 78% dei nostri connazionali - contro il 64% a livello europeo - vuole continuare a respirare aria pulita anche dopo la fine del lockdown.
 
Il parere di milanesi e romani
Gli abitanti di Milano e Roma battono di gran lunga la media europea quanto a consenso verso misure di riduzione del traffico e provvedimenti capaci di mantenere basse le concentrazioni degli inquinanti dell'aria. L'84% dei residenti nelle città italiane (84% Milano e 85% a Roma) chiede che vengano adottate misure che li proteggano dall'inquinamento, anche garantendo più spazio a chi cammina, alle bici e al trasporto pubblico.
I residenti di Milano e Roma, il 79% e 76% rispettivamente, sono favorevoli all'adozione di divieti di ingresso in città delle auto e all'introduzione di aree a zero emissioni, così da ridurre l'inquinamento atmosferico. Anche qui ampio distacco con il resto dell'Ue: a livello europeo, è il 63% dei cittadini che auspica misure simili.
Ancora, a Milano il 68% e a Roma il 77% dei cittadini ritengono che si dovrebbe dare molto più spazio al trasporto pubblico realizzando corsie dedicate. Sia in Europa che in Italia circa l'80% degli intervistati non ha intenzione di smettere di utilizzare il trasporto pubblico, a patto che vengano adottate misure igieniche e distanziamento sociale a bordo.
 
Viva la bici
Ancora di più colpiscono i dati raccolti fra i residenti di Roma e Milano riguardo alla mobilità attiva. Il desiderio di utilizzare la bicicletta per recarsi al lavoro è raddoppiato rispetto a quanto accadeva prima della pandemia a Milano (dal 17% al 33%) e a Roma (da 8% a 16%). Il 78% dei residenti del capoluogo lombardo e il 74% di quelli della Capitale auspica che venga dedicato più spazio pubblico all'uso della bici. E, con una percentuale appena inferiore, il 71% dei residenti in entrambe le città vorrebbe più aree e strade dedicate alla pedonalità.
 
Il commento dei Cittadini per l’Aria
"Questo sondaggio fa emergere un dato su tutti: la fame degli italiani di tornare a vivere le città portandole ad una qualità ambientale migliore nel più breve tempo possibile. I nostri cittadini, nel post-covid, chiedono misure che riducano l'inquinamento e favoriscano la mobilità attiva: questo non potrà avvenire fintanto che la gran parte dello spazio in città sarà dedicato alle auto, permettendo loro di spadroneggiare su strade, marciapiedi e ogni spazio urbano". Così Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l'aria.
 
Il sondaggio di Yougov: https://www.transportenvironment.org/sites/te/files/publications/Briefing%20-%20polling%20Covid-19%20%26%20mobility.pdf

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