torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Il Covid e l’ambiente. Smog: studio del Cnr, inquina la legna per il riscaldamento domestico

where Bologna when Lun, 08/02/2021 who roberto

Le limitazioni anti-Covid alla mobilità hanno mostrato che il particolato non è generato solo dalle emissioni di traffico e agricoltura

Il riscaldamento domestico, in particolarelegna-riscaldamento.jpg l'uso di legna, contribuisce al superamento dei limiti delle polveri sottili Pm10 pericolose per la salute, quindi all'inquinamento atmosferico. La conferma arriva dal Consiglio nazionale delle ricerche, che assieme l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Cnr Isac) ha partecipato a uno studio coordinato dal Centro Studi per la Qualità dell'Aria e il Cambiamento Climatico della Foundation for Research and Technology Hellas (C-Stacc) di Patrasso, in Grecia, e pubblicato sulla rivista Pnas.
 
La quarantena ha chiarito i fattori
"Nonostante le limitazioni anti-Covid alla mobilità, si continuano a osservare sforamenti delle concentrazioni di particolato in Pianura Padana" spiega il Cnr, aggiungendo che lo studio mostra che il particolato secondario non è generato solo dalle emissioni di traffico e agricoltura.
I dati delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (Arpa) mostrano che i livelli di polveri sottili pericolose per la salute (Pm2,5 e Pm10) in Pianura Padana restano elevati nonostante le limitazioni al traffico.
 
I precursori gassosi
"Gran parte del Pm in Pianura Padana è di origine secondaria, formato cioè a partire da precursori gassosi che reagiscono in atmosfera", afferma Marco Paglione, ricercatore del Cnr-Isac e autore dello studio. "I meccanismi con cui questi inquinanti si trasformano in particolato sono ancora oggetto di studio, anche perché nei mesi freddi la radiazione solare - che solitamente è il motore delle reazioni chimiche che regolano le concentrazioni di inquinanti secondari in atmosfera - è ridotta al minimo".
 
La formazione della nebbia
Lo studio apre però nuove prospettive, mostrando come "il particolato secondario si formi rapidamente anche attraverso trasformazioni chimiche degli inquinanti che avvengono in assenza di radiazione (dark aging) e che sono promosse dalla presenza di particelle liquide in atmosfera, come la nebbia. Il nostro studio evidenzia come anche le emissioni da combustione di legna per il riscaldamento domestico, ad esempio quelle di stufe a legna e pellet, subiscano la stessa sorte, contribuendo alle concentrazioni totali di PM in maniera più sostanziale di quanto supposto finora", conclude Paglione.

immagini
legna-riscaldamento
leggi anche: