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Covid. Il virus nel 48% delle acque di scarico delle città. E perfino sul 5% delle superfici disinfettate

where Milano when Lun, 30/11/2020 who roberto

Indagini di Lifeanalytics in 180 aziende italiane e in 100 città: è stata rilevata la presenza di Rna del coronavirus in molti casi insospettabili

Non bastano tamponi per monitorareacque-scarico-cover_0.jpg l’andamento complessivo dell’epidemia in Italia. Le analisi delle acque, dell’aria e delle superfici degli ambienti lavorativi e ospedalieri possono fornire una panoramica completa sulla diffusione del coronavirus e addirittura svelare focolai di contagio prima che si manifestino alle altre analisi. Gli esperti del gruppo Lifeanalytics, che fornisce analisi chimica, microbiologica e biologica, hanno condotto indagini su tutto il territorio italiano al fine di tracciare il materiale genetico del coronavirus su superfici, acqua e aria, con l’obiettivo di fornire ad aziende e Comuni un ulteriore strumento per contenere la diffusione del virus.
 
Il controllo delle superfici già pulite
Il primo monitoraggio è stato effettuato, da aprile ad oggi, all’interno di oltre 180 aziende e strutture sanitarie per verificare la buona riuscita delle attività di disinfezione, garantendo ambienti lavorativi covid-free. Secondo l’indagine, la presenza dell’Rna del coronavirus, in media, è stata rilevata sul 5% delle superfici anche dopo la normale attività di disinfezione. Nonostante la trasmissione da contatto con superfici contaminate poco frequente, questa percentuale identifica comunque un rischio per i lavoratori e per il personale ospedaliero. Lifeanalytics (gruppo Lifebrain) nasce nel 2018 dall’unione di più di 20 società e laboratori italiani di analisi chimiche, microbiologiche e biologiche per industria, istituzioni, consumatori, ospedali. Le analisi condotte dai laboratori del gruppo si basano sulla reazione a catena della polimerasi di trascrizione inversa che include l'estrazione di Rna (acido ribonucleico) dai campioni, cioè lo stesso metodo utilizzato per identificare la positività di un paziente con il tampone.
 
L’analisi antivirale delle mascherine
Un fattore di rischio contagio sicuramente più alto è rappresentato dall’utilizzo di dispositivi di protezione individuale non adatti al contenimento del virus. Un recente studio pubblicato su Lancet dimostra come le tracce del coronavirus possano resistere anche fino a 7 giorni sull’esterno della mascherina. Lifeanalytics ha eseguito test di efficacia e qualità sulle mascherine fornite ai dipendenti di oltre 50 imprese italiane. I test si sono concentrati sulla resistenza alla penetrazione di sangue sintetico, l’efficienza di filtrazione batterica (BFE) e sulla determinazione della carica microbica sulla superficie.
 
Nelle acque di scarico
Per fornire un quadro completo dell’andamento dei contagi fondamentali restano il monitoraggio delle acque reflue. Secondo le recenti attività svolte da Lifeanalytics in circa 100 città, la presenza dell’Rna del virus è stata riscontrata nel 48% dei casi nelle acque reflue.
 
L’importanza dei controlli
“In questo periodo in cui in molte zone d’Italia le uniche attività aperte producono o distribuiscono beni essenziali, crediamo sia importante trovare un sistema rapido che consenta l’analisi dei rischi e il monitoraggio delle condizioni di sanificazione, sia per garantire la continuità produttiva ma anche per permettere ai dipendenti di lavorare in tutta sicurezza – spiega Giovanni Giusto, CEO di Lifeanalytics – Per questo motivo i nostri laboratori adottano procedure standardizzate che consentono di consegnare in poche ore l’esito dei test effettuati. Studi internazionali dimostrano come il monitoraggio delle acque reflue consenta di prevedere, anche con qualche giorno di anticipo, la presenza di un focolaio”.

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