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La crisi non ferma le trivelle: la mappa Wwf del Mediterraneo che rischia

where Roma when Lun, 03/09/2012 who redazione

Dossier ambientalista. Dalla Spagna alla Croazia ci sono tesori naturalistici minacciati dalla ricerca e dal trasporto di petrolio. Il mare nostrum è uno scrigno di biodiversità che occupa due milioni e mezzo di chilometri quadrati. La delicata “rotta di cristallo” veneziana

I tesori naturalistici del Mediterraneo sono messi in pericolo dal petrolio: le nazioni interessate dal rischio sono Italia, Spagna, Marocco, Algeria, Grecia e  Croazia. È quanto rileva il Wwf nel dossier “Teniamo la rotta – Tutela dell’ambiente marino e navigazione marittima” lanciato in queste ore in occasione della partenza del Giro d’Italia a vela da Trieste.
Il “mare nostrum” (2,5 milioni di chilometri quadrati e circa 46.270 chilometri di costa) “è uno  scrigno di biodiversità su cui grava un’ondata di traffico merci da 3,6 miliardi di tonnellate di beni movimentati nel solo 2010, di trasporto di petrolio per 9 milioni di barili ogni giorno pari al 20% del greggio trasportato in tutto il mondo, di cui metà scaricati nei soli porti petroli italiani, tra cui Genova, Trieste e Venezia, la rotta di cristallo”, spiega l’associazione. Ci sono anche 750 porti turistici e 286 commerciali, 13 impianti di  produzione di gas e 180 centrali termoelettriche.
Nella mappa delle aree più esposte alla “minaccia” delle trivelle c’è il mare di Alboran, tra Spagna, Marocco e Algeria, acque in cui migrano nel Mediterraneo balene, delfini, tartarughe marine, pesce spada e tonno, le Isole Baleari, dove sono presenti praterie a posidonia e numerose specie di cetacei, e tutti il bacino sardo-corso-liguro-provenzale che, soprattutto in estate, si popola di balene e diverse specie di delfini. Ma non solo. A rischiare sono anche le bocche di Bonifacio, il mar Egeo, Bosforo e Dardanelli – che ospitano la più consistente popolazione di foca monaca del Mediterraneo (tra i 120 e i 250 esemplari), – le coste della Dalmazia, dell’Algeria e della Tunisia, il Tirreno meridionale e lo stretto di Messina, il golfo di Gabes e della Sirte, in Tunisia, tutto il Mediterraneo orientale da Iskenderun Bay (Turchia) alle lagune costiere adriatiche.

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