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Decarbonizzazione. L’industria presenta la sua roadmap green: vale 10 miliardi di PIL al 2030

where Roma when Lun, 12/07/2021 who roberto

Per i settori “Hard to Abate” servono cattura della CO2, elettrificazione e green fuels, come  idrogeno e biometano. Lo studio di Interconnector Energy Italia

Una roadmap per la piena decarbonizzazione.jpgdecarbonizzazione, entro il 2050, di settori energivori come acciaio, chimica, ceramica, carta, vetro, cemento e fonderie, con un potenziale impatto positivo sul Pil di circa 10 miliardi fino al 2030 e la possibile creazione di 150mila nuovi posti di lavoro, qualora gli investimenti venissero gestiti completamente in Italia. Sono queste le stime dello studio “Strategia per la Decarbonizzazione dei settori Hard to Abate” presentato al presidente di Confindustria Carlo Bonomi e redatto da Interconnector Energy Italia, Federbeton, Federacciai, Assocarta, Confindustria Ceramica, Federchimica, Assofond e Assovetro in collaborazione con Boston Consulting Group.
 
Le tre leve più innovative

Nel documento vengono identificate ed esposte le possibili soluzioni di decarbonizzazione percorribili, identificate con il supporto di fornitori di tecnologia, esperti dei vari settori coinvolti ed esperti in tematiche di decarbonizzazione. Dallo studio, in particolare, emerge come la decarbonizzazione dei settori “Hard to Abate” sia perseguibile esclusivamente attraverso un portafoglio diversificato di soluzioni, in grado di ridurre le emissioni dirette previste fino al 40% entro il 2030. Lo studio segnala inoltre come, per raggiungere gli obiettivi di lungo termine, occorra sfruttare appieno il potenziale delle tre leve più “innovative”: cattura della CO2, elettrificazione e green fuels (idrogeno e biometano). Nel 2050, infatti, queste tre leve da sole potrebbero garantire il 70-80% di riduzione delle emissioni totali dei settori analizzati, mentre le restanti e più “tradizionali” (economia circolare, combustibili low carbon e efficientamento energetico) potrebbero supportare la riduzione delle emissioni per un ulteriore 15-20%.  Lo studio suggerisce una roadmap che prevede, in questo decennio, l’implementazione delle leve di decarbonizzazione “tradizionali” e, allo stesso tempo, un forte focus su ricerca, sviluppo e sperimentazione delle leve innovative, ad oggi non ancora tecnologicamente mature ed economicamente sostenibili, con l’obiettivo di dimostrarne l’applicabilità e la scalabilità industriale e quindi renderle strutturali dal prossimo decennio.
 
Le dichiarazioni
“Il successo di questo percorso dipende da un approccio di sistema, in cui tutti gli attori della supply chain devono essere coinvolti per identificare soluzioni infrastrutturali e distrettuali che garantiscano accesso alle leve di decarbonizzazione alle migliaia di impianti emissivi sparsi per il territorio nazionale – ha sottolineato Antonio Gozzi, Presidente di Interconnector Energy Italia e rappresentante dei settori “Hard to Abate”, che ha aggiunto: – la decarbonizzazione è perseguibile, e per quanto i settori abbiano già fatto tanto in termini di efficienza energetica, circolarità e riduzione delle emissioni, il percorso deve essere sostenuto agendo sull’evoluzione della regolamentazione esistente per rispondere alle nuove esigenze dei settori e predisponendo dei fondi dedicati alla loro decarbonizzazione”. “L'industria Hard to Abate – ha dichiarato Roberto Cingolani ministro della Transizione Ecologica, a cui è stato anticipato nei giorni scorsi lo studio in un incontro al MISE – ha presentato una serie di risoluzioni verticali che afferrano il grande tema della transizione ecologica: passare da un punto A, la situazione iniziale, a un punto B, l'approdo al quale siamo tutti chiamati ad arrivare. Ha trovato il governo coeso nell'ascoltarli e nel lavorare insieme per questa grande trasformazione economica, sociale, ecologica".  “C’è il nostro impegno per coordinarci come governo per arrivare a produzioni che siano ambientalmente sostenibili – ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico – . L’impatto delle decisioni europee in Italia è diverso, più impegnativo rispetto a quello di altri Paesi, e quindi il nostro sforzo deve essere superiore. Naturalmente non solo non ci scoraggiamo, ma siamo tutti allineati per metterci al lavoro. Siamo pronti alla sfida per un’industria del futuro con minori emissioni di CO2. Da parte del Mise c’è la volontà di concretizzare quest’impegno in tempi brevi con un tavolo dedicato insieme con tutte le parti interessate”.

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