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Difendiamo l’Amazzonia. Il Cospe lancia una raccolta di fondi per gli indigeni

where Roma when Lun, 15/11/2021 who roberto

Al via AMAzzonia, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’organizzazione umanitaria attiva da anni nei Paesi del bacino amazzonico a fianco dei custodi della foresta. Progetti di tutela ambientale in Brasile, Colombia e Bolivia

L’organizzazione umanitaria Cospeamazzonia.jpg torna a denunciare la “caccia al tesoro per l’accaparramento sfrenato di terre da destinate alle coltivazioni di soia, agli allevamenti di bestiame o agli impianti estrattivi di metalli preziosi e idrocarburi”. Al via AMAzzonia, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’organizzazione umanitaria attiva da anni nei Paesi del bacino amazzonico a fianco dei custodi della foresta. Nel solo mese di settembre l’Amazzonia ha perso ogni giorno un’area pari a oltre 4mila campi da calcio, più di 1.220 km², equivalenti all’intera superficie di Roma. È il dato peggiore degli ultimi dieci anni (attorno al 2005 il disboscamento era assai più intenso rispetto a oggi). Dice il Cospe: “A causa di incendi e deforestazione, ogni anno il Pianeta cede un pezzo del polmone verde per far posto a coltivazioni di soia e allevamenti di bestiame, ma anche impianti minerari e pozzi per l’estrazione d’idrocarburi. Una caccia al tesoro che non si è fermata neanche di fronte alla pandemia. E il contagio si è diffuso rapidamente tra le popolazioni indigene e le altre comunità che storicamente abitano e custodiscono il bacino amazzonico, minacciandone la sopravvivenza stessa”. Il Cospe lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi AMAzzonia con l’obiettivo di dare voce a chi non ne ha e realizzare progetti concreti di tutela e difesa ambientale.
 
La Cop-26 di Glasgow
C’era anche il Brasile tra gli oltre cento Paesi che, riuniti a Glasgow per la Cop26, hanno siglato l’intesa per lo stop alla deforestazione entro il 2030: “L’accordo rappresenta un passo in avanti rispetto ad analoghe iniziative del passato come la Dichiarazione di Parigi del 2014 perché impegna per la prima volta i governi su questo obiettivo, dispone risorse per lo sviluppo di economie sostenibili della foresta viva e per il sostegno ai popoli indigeni. Ma sono come al solito promesse non vincolanti, che ogni governo può oggi sottoscrivere e domani aggirare senza subire sanzioni, in primo luogo chi ha bisogno di rifarsi un’immagine dopo anni di politiche scellerate - commenta il presidente di COSPE Giorgio Menchini - . Il rischio che tutto si riduca a un’operazione di greenwashing utile per sedare le proteste degli attivisti nelle strade è dunque molto alto, ma deve fare i conti con un’opinione pubblica sempre più consapevole, che non si accontenta più delle promesse, ma pretende azioni concrete, impegni vincolanti, obiettivi all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”.
 
Alimentazione consapevole
Il Brasile - dove si trova il 60% della foresta amazzonica - è il primo esportatore di soia e il secondo produttore di carne bovina al mondo. Dopo la Cina, l’Europa è il principale mercato di destinazione, Italia inclusa. Per questo la campagna mira anche a promuovere cambiamenti nei nostri stili di vista. A cominciare dalle abitudini alimentari. Diminuire il consumo complessivo di carne, acquistare prodotti da filiere sostenibili, limitare gli sprechi sono solo alcune delle azioni che possiamo intraprendere per contribuire alla riduzione della nostra impronta ecologica, oltreché prenderci cura della nostra salute.
 
L’epidemia
Mentre la campagna di vaccinazione arranca tra le popolazioni più isolate, a cominciare dalle comunità indigene, le più vulnerabili ai contagi, il Covid-19 continua a propagarsi senza sosta in tutta la regione Panamazzonica arrivando a sfiorare i 3,8 milioni di casi confermati e le 107mila morti accertate.
 
I “custodi” della foresta
Come documenta la Fao, le popolazioni indigene sono i migliori custodi della foresta: il tasso di deforestazione è nettamente inferiore nei territori dove le autorità pubbliche hanno riconosciuto loro il diritto di proprietà. E, oltre che custodi, sono anche guardiani della foresta, in prima linea contro le invasioni dei nuovi colonizzatori. Non a caso ogni anno si moltiplicano le aggressioni nei confronti degli attivisti ambientali. Il 2019 ha registrato 212 omicidi, il numero più alto in assoluto. La Colombia, con 64 vittime, è in testa alla macabra classifica, seguita da Filippine (43) e Brazile (24).
 
I progetti in Brasile, Colombia e Bolivia
Il Cospe - presente da anni del bacino amazzonico con progetti di tutela e gestione sostenibile del territorio, difesa dei diritti e promozione del ruolo della donna - oggi rinnova il proprio impegno con la campagna AMAzzonia. Tre in particolare i Paesi dove realizzerà progetti di tutela ambientale a favore di popolazioni indigene e comunità locali. In Brasile, nella Riserva Estrattivista Chico Mendes, dove circa 3.500 famiglie vivono dell’estrazione tradizionale di castagna, caucciù e açai e lottano contro la deforestazione, la contaminazione da pesticidi e i continui tentativi di riduzione dell’area protetta. In Colombia, nel dipartimento di Putumayo, dove la comunità Ukumari Khanke è proprietaria di una riserva naturale di cui si prende cura. Infine in Bolivia, nel municipio di Riberalta, l’organizzazione umanitaria sosterrà l’Associazione Giovani Riforestatori in Azione (AJORA) in progetti di riforestazione e produzioni locali (miele, noce, cacao).

Per partecipare alla raccolta fondi e alla lotteria di Natale https://lotteria-natale.cospe.org/

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