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Diossina Taranto: l’inquinamento non proviene dall’Ilva

where Taranto when Lun, 07/03/2016 who michele

Il ministro Galletti: “ Effettueremo i necessari approfondimenti non appena arriverà la documentazione”

ilvataranto.jpgNei giorni scorsi l’associazione ambientalista pugliese Peacelink ha denunciato l’inquinamento da diossina che pare caratterizzare l’aria di Taranto. Le diossine sono una gamma molto estesa di composti, con caratteristiche molto diverse secondo la fonte. Come le impronte digitali, la tipologia di diossina fa riconoscere in modo inequivocabile che cosa l’ha prodotta. E in questo caso l’acciaieria Ilva di Taranto sembra assolta.
La vicenda. Venerdì 26 febbraio al ministero dell’Ambiente è giunta ufficialmente notizia - dal presidente della Regione Puglia Emiliano che ha inviato per conoscenza una lettera destinata ad Arpa Puglia e all’azienda sanitaria locale - dell’esistenza di dati da cui si evincerebbe la problematica relativa alla diossina in talune aree della città di Taranto.
“Tali dati, insieme ad un documento elaborato dal Politecnico di Torino, sono stati richiesti per le vie brevi ad Ilva”, avverte il ministero. “Non appena tale documentazione perverrà al ministero sarà pubblicata sul sito istituzionale dello stesso come accade per tutti i documenti di interesse pubblico. Contestualmente il Ministero solleciterà ad Ispra una valutazione della documentazione, anche in relazione agli impianti industriali operanti nell’area. Chiarita la portata di quanto affermato nel documento si decideranno le azioni da intraprendere”.

Nel frattempo l’Ilva ha fornito all’Arpa Puglia, nei termini e secondo le modalità previste, tutti i dati sulla presenza di diossina rilevati dai deposimetri delle nuove centraline installate in ottemperanza alle prescrizioni Aia. “Secondo la perizia realizzata per conto della Società dal Politecnico di Torino, i valori anomali di diossina riscontrati nei deposimetri della centralina del quartiere Tamburi non sono stati determinati dalle attività industriali del gruppo”, precisa l’acciaieria. “Appare evidente come l’impronta digitale delle polveri depositate a Tamburi differisca da quella delle polveri raccolte da Parchi e Cokeria e sia indicativa della presenza di contributi dovuti a sorgenti differenti da quelle dell’insediamento industriale”.

In altre parole, lo studio del Politecnico di Torino esplicita chiaramente che la composizione delle diossine rilevate nel deposimetro ubicato nel quartiere Tamburi è differente da quella delle diossine rilevate all’interno dello stabilimento Ilva. “Pertanto si esclude che i picchi di diossina siano riconducibili al siderurgico e si invita a cercare altre possibili fonti”, aggiunge la società siderurgica. “Ilva conferma la propria disponibilità a fornire tutto il supporto necessario alle Autorità competenti nello svolgimento di ulteriori analisi sui dati raccolti”.

immagini
Lo stabilimento dell'acciaieria Ilva di Taranto visto dal mare
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