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Dopo la Cop21. L’accordo di Parigi e i cambiamenti climatici: pareri e commenti

where Milano when Lun, 21/12/2015 who redazione

Gli interventi di Assorinnovabili, Gian Luca Galletti, Gianni Silvestrini, Greenpeace e altri

cop21parigilogo.jpgCalato il sipario sulla conferenza internazionale di Parigi sul clima, che ha visto per la prima volta la totalità dei Paesi concordi sull'urgenza di individuare soluzioni efficaci per contrastare le emissioni di CO2 su scala globale, ecco un collage di pareri e commenti sul’evento e sull’intesa.

Assorinnovabili - Il ruolo delle energie rinnovabili si è confermato tanto strategico quanto fondamentale per evitare il concretizzarsi degli scenari più devastanti: sono le uniche, infatti, in grado di rendere le economie più sostenibili e, al tempo stesso, indipendenti dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico, oltre ad offrire grandi opportunità di lavoro e sviluppo. "Questo accordo - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di Assorinnovabili - rappresenta un fondamentale punto di svolta nella percezione della pericolosità dei cambiamenti climatici. L'Europa non è più sola in questa lotta e, per non perdere la leadership, deve rilanciare sugli obiettivi al 2030, che si era data ad ottobre 2014, portando il target dal 40% al 50% di taglio delle emissioni di CO2".

Greenpeace - Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, ha dichiarato: "A volte sembra che i Paesi dell'Onu non siano in grado di parlare a una sola voce, ma oggi quasi 200 nazioni si sono sedute intorno allo stesso tavolo per sottoscrivere un accordo globale sul clima. Oggi la razza umana si è unita per una causa comune, ma a fare davvero la differenza sarà ciò che accadrà dopo questo vertice. Gli accordi di Parigi sono solo il primo passo di un lungo cammino. Alcuni passaggi del testo approvato oggi sono frustranti e deludenti, ma un progresso è stato fatto. Questo accordo da solo non ci tirerà fuori dalla situazione in cui ci siamo cacciati, ma trovare una via d'uscita sarà più facile."
 
Il libro di Francesca Santolini - Una fotografia aggiornata e completa dell’Italia che fa sistema nella lotta ai cambiamenti climatici, con il quadro dei rischi, delle azioni e delle opportunità e le voci dei protagonisti di quella che dovrà essere la madre di tutte le battaglie. A scattarla è Francesca Santolini con il libro "Un nuovo clima" (Edizioni Rubbettino). Il volume punta dritto sugli obiettivi di Parigi, con riflessioni, proposte e provocazioni dei massimi esponenti nel dibattito pubblico e della politica: dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi al ministro francese Ségolène Royal, dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a quello delle Infrastrutture Graziano Del Rio, dal sottosegretario Claudio De Vincenti al parlamentare ambientalista Ermete Realacci, dal Cardinale Peter Turkson che ha curato l’enciclica “ Laudato Sì “ di Papa Francesco ai grandi manager di Stato come Francesco Starace (Enel) e Mauro Moretti (Finmeccanica) e molti altri big e protagonisti.
 
Coordinamento Free - "L'accordo è una base di lavoro per tutti i paesi, indica un percorso e riconosce un problema che va affrontato e risolto. Per quello che riguarda l'Europa, pensiamo che sia necessario alzare gli obiettivi al 2030, portando il taglio delle emissioni di CO2 al 50%, aumentando la quota di efficienza energetica dal 30% al 40% e quella di produzione di energia da rinnovabili al 33%. Per questo il Governo Renzi deve fare proprio l'obiettivo di una politica che combatta il cambiamento climatico, con un programma ambizioso che sinora è stato troppo timido". Così Gianni Silvestrini, presidente del Coordinamento Free, fonti rinnovabili ed efficienza energetica che raggruppa 30 associazioni del settore.
 
Ermete Realacci - "L'accordo proposto a Parigi è sicuramente solo un primo passo, ma è importantissimo perché mette in moto il mondo per un obiettivo comune. Per dirla con uno storico slogan francese, Ce n'est qu'un debut, e credo che i fatti supereranno quanto previsto. Affrontare i mutamenti climatici significa non solo fronteggiare un pericolo, ma anche cogliere una grande opportunità. Quando parliamo della questione clima parliamo infatti anche di una nuova economia, basata sulle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico, sul riciclo dei materiali, sulla mobilità sostenibile. Sull'utilizzo della fonte più pulita e rinnovabile che c'è: l'intelligenza umana. L'Italia c'è, se da una parte la politica deve fare di più, dall'altra abbiamo già energie e talenti da mettere in campo per vincere questa sfida”.

Marevivo - Gli impatti del cambiamento climatico sugli oceani non erano mai stati discussi prima in seno alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e che se ne sia parlato in questa COP21 rappresenta un buon segnale, ma l'obiettivo è mettere in atto delle misure concrete per la protezione degli oceani. Il timore è che, ancora una volta, si sottovaluti da parte dei singoli Stati l'importanza degli oceani come regolatori del clima e garanzia di vita dell'uomo sulla Terra. Accanto alle enunciazioni relative alla volontà di ridurre l'emissione di anidride carbonica, esiste infatti un aspetto del problema forse non sufficientemente considerato, quello relativo alla vita degli oceani. Sul Pianeta che abitiamo i mari rappresentano il 71% della superficie globale: è fondamentale sostenere e rafforzare una politica mirata al mare poiché, se è in buona salute, esso produce la metà dell'ossigeno che respiriamo e assorbe fino ad un terzo delle emissioni di anidride carbonica.

Gian Luca Galletti - "La stessa esistenza di interi territori, specie di quelli insulari - afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti - è messa a rischio dal surriscaldamento globale: per questo l'Italia spinge fin dall'inizio gli Stati del mondo all'impegno, che è prima di tutto etico, di indicare nell'accordo di Parigi il riferimento all'obiettivo del contenimento della febbre del Pianeta entro gli 1,5 gradi, l'unico in grado di salvare le isole più esposte al pericolo e di creare le condizioni per la crescita sostenibile dei Paesi in via di sviluppo".
Maxxi - Si è tenuta nella piazza del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (MAXXI) di Roma la mostra-appello #WeAreTheClimateGeneration, che abbina divulgazione scientifica e fotografie per sensibilizzare sul tema del cambiamento climatico. È una sorta di passaggio di testimone ideale tra Parigi e Roma per sensibilizzare e informare il grande pubblico sull'importanza di un accordo globale vincolante sul clima. La mostra abbina una galleria di ritratti fotografici a pannelli con spiegazioni scientifiche sulle cause dell'aumento della temperatura globale e sulle possibili strategie per ridurre le emissioni e promuovere l'efficienza, le rinnovabili, il trasferimento tecnologico ai Paesi più poveri e vulnerabili.  L'esposizione, aperta fino a domenica 20 dicembre, ha compreso un percorso fotografico di 12 scatti d'autore che riuniscono tre generazioni di una stessa famiglia, realizzati in Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Danimarca e Turchia.

Aicarr - "Su Cop 21 speravamo di essere smentiti ma il risultato finale non ci dà motivo di essere soddisfatti. Basare un accordo sul meccanismo di un protocollo che deve essere ratificato dalla maggior parte dei paesi, come è stato per Kyoto, non è la strada migliore per raggiungere obiettivi ambiziosi che salvino il pianeta. Anche a Parigi è mancato un serio lavoro sul capitolo del climate finance, infatti ci troviamo a dover fronteggiare il cambiamento climatico con risorse economiche del tutto insufficienti. Inoltre, non si è fatto riferimento all'obiettivo di arrivare al 2050 con una produzione di energia da rinnovabili al 100% e con una moratoria sulle estrazioni dei fossili. Per queste ragioni non brindiamo all'accordo, che si può considerare al ribasso".  Così Livio de Santoli, presidente di Aicarr, associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione sui risultati di COP21 di Parigi.

Antonio Navarra - "L'Accordo di Parigi rappresenta un momento molto importante per le politiche sui cambiamenti climatici e per la ricerca scientifica. I contenuti del testo, infatti, si fondano sulle conoscenze prodotte dalla comunità scientifica internazionale negli ultimi anni e indicano l'importanza che la ricerca avrà in futuro per fornire strumenti e ulteriori conoscenze necessarie a raggiungere gli obiettivi definiti dall'accordo". Con queste parole Antonio Navarra, presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

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