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Dopo la Cop27. I commenti, tra soddisfazione e delusione

where Sharm el-Sheik (Egitto) when Lun, 21/11/2022 who roberto

Per il Wwf un’occasione persa sui combustibili fossili. Greenpeace: il nuovo fondo era atteso da tempo

Ecco alcune delle voci e dei commenti cop27.jpgsulla conclusione della Cop27 che si è svolta per due settimane a Sharm el-Sheik, in Egitto.
 
Wwf
"L'accordo sul Loss&Damage, cioè sulle perdite delle persone e i danni alle cose provocati dagli impatti della crisi climatica, è un passo positivo, ma rischia di diventare un fondo per la fine del mondo se i Paesi non si muoveranno molto più velocemente per ridurre le emissioni e limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5 °C”, afferma Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, di ritorno da Sharm El-Sheikh. “Non riuscendo a inserire nessun riferimento nelle decisioni finali della Cop27, i leader hanno perso l'occasione di accelerare l'eliminazione dei combustibili fossili”.
 
Italian climate network
Secondo Jacopo Bencini, policy advisor e capo delegazione Italian Climate Network a Cop27, “nonostante le emissioni globali continuino a crescere e il mondo si avvii sempre più verso una situazione di non ritorno, la Cop africana sblocca il sistema multilaterale dal punto di vista delle compensazioni per responsabilità storiche, tema-tabù per oltre trent’anni. Quanto deciso a Sharm el-Sheikh rimarrà. Necessario, ora, concentrarsi da subito sull’aggiornamento degli obiettivi nazionali verso COP28 e sul reperimento di risorse finanziarie a sostegno della transizione globale, anche attraverso una ristrutturazione del sistema finanziario globale”.
 
Kyoto Club
Dice Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club: “Giudicare i risultati di una Conferenza delle Parti sul clima, come l’ultima COP tenutasi in Egitto, è sempre un’operazione delicata. Da un lato, infatti, c’è la consapevolezza dell’assoluta urgenza del taglio delle emissioni, sottolineata dal segretario generale delle Nazioni Unite: siamo su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore. D’altra parte, si deve riconoscere che, con qualche eccezione, le Cop hanno consentito nel tempo di fare progressivi passi in avanti.  Per esempio, sul fronte degli impegni dei vari paesi, la Iea ha calcolato che, se questi fossero rispettati (cosa tutt’altro che scontata), l’incremento della temperatura sarebbe stato di 2,1 °C prima della Cop26, di 1,8 °C con gli impegni di Glasgow lo scorso anno, Cop26, e di 1,7 °C con gli innalzamenti degli obiettivi presentati quest’anno in Egitto (come hanno fatto l’Indonesia e l’Australia)”.
 
Greenpeace
Greenpeace accoglie con favore l'accordo della Cop27 per l'istituzione di un Fondo per il finanziamento delle perdite e dei danni (Loss and damage), una base importante verso la giustizia climatica. Yeb Saño, direttore esecutivo di Greenpeace Sud-Est asiatico e capo della delegazione di Greenpeace presente alla Cop27, dichiara: "L'accordo per un Fondo di finanziamento delle perdite e dei danni segna una svolta per la giustizia climatica. I governi hanno posto la prima pietra di un nuovo fondo, atteso da tempo, per fornire un sostegno vitale ai Paesi e alle comunità vulnerabili, già devastati dall'accelerazione della crisi climatica. I negoziati sono stati inficiati dai tentativi di scambiare l'adattamento e la mitigazione con le perdite e i danni”. Secondo Greenpeace, “gli Stati petroliferi e un piccolo esercito di lobbisti dei combustibili fossili erano presenti in forze a Sharm el-Sheikh per assicurarsi che ciò non avvenisse. Alla fine, se non si eliminano rapidamente tutti i combustibili fossili, nessuna somma di denaro sarà in grado di coprire il costo delle perdite e dei danni che ne deriveranno”.
 
Ecco
“La Cop27 di Sharm El-Sheikh si chiude con un risultato importante per la fiducia e la solidarietà internazionale, ma insufficiente per affrontare in modo adeguato la causa primaria del riscaldamento climatico. Manca infatti l’impegno per un’uscita sicura e socialmente sostenibile dai combustibili fossili” afferma Luca Bergamaschi, co-fondatore e direttore del think tank Ecco.

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