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L’ecologia del terreno. La “Compagnia del Suolo” confronta bio e tecno

where Roma when Lun, 02/05/2022 who roberto

Appello delle associazioni ecologiste: con la crisi alimentare deve crescere l’attenzione per un suolo fertile e sano

La campagna di comunicazione compagniadelsuolo.jpge sensibilizzazione “Compagnia del Suolo” sulla salute dei suoli di Cambia la Terra, il progetto di FederBio con Legambiente, Lipu, Isde Medici per l’ambiente, Slow Food e Wwf, ha analizzato 12 terreni agricoli convenzionali comparandoli con altrettanti terreni biologici contigui e adibiti alle stesse colture, in un monitoraggio a carattere dimostrativo, su un totale di 24 aziende agricole. I risultati, in breve: nei campi bio sono stati trovati tre composti chimici di sintesi, nei campi convenzionali sono state ritrovate 20 sostanze chimiche di sintesi tra insetticidi, erbicidi e funghicidi. Il rame, metallo pesante altamente inquinante usato per pesticidi usati anche dal bio, era presente in tutte le colture analizzate, sia bio sia tecno. La sostanza di sintesi più rilevata è il diserbante glifosate, che compare in 6 campi convenzionali su 12, seguito dall’Ampa, il metabolita che deriva dalla biodegradazione del glifosate.

Delle altre 18 sostanze chimiche di sintesi ritrovate, 5 risultano revocate da anni: l’insetticida Ddt (e il suo metabolita Dde) è vietato dal 1978 e la sua presenza conferma la persistenza nell’ambiente, oppure il suo uso in modo irregolare.

La permetrina e l’imidacloprid, vietati nel 2001 e nel 2018, sono stati ritrovati in un campo di pomodori; l’oxodiazon, revocata nel 2021, era in un pereto.
I composti di sintesi erano invece pochissimi o del tutto assenti in altre colture tecnologiche, come in un oliveto in Puglia
e in una coltura di frumento in Basilicata.
Per quanto riguarda i campi biologici, le sostanze di sintesi rilevate sono tre, tra cui un insetticida e, in un campo, le tracce di Ddt e del suo metabolita di degradazione Dde. Il rame, un metallo pesante altamente inquinante, è un composto usato per numerosi fitofarmaci anche bio, come il verderame e la poltiglia bordolese, ed è stato ritrovato in quantità sia nei terreni a coltura bio che in quelli a coltura tecno. In quasi 5 su 12, ce n’era una quantità maggiore nelle aziende convenzionali; in 4 casi su 12 c’è una equivalenza tra bio e convenzionale e in 3 casi su 12 il rame nei campi biologici prevale significativamente sull’analogo convenzionale. A presentare i risultati della campagna nel corso del convegno “La tutela del suolo passa da un’agricoltura pulita” che si è svolto a Roma sono stati tra gli altri la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini, il docente di Agronomia della Scuola Sant’Anna di Pisa, Paolo Bàrberi, il ricercatore Ispra Lorenzo Ciccarese, il coordinatore del comitato tecnico di FederBio Daniele Fichera.
Tra gli interventi all’evento quelli di Debora Fino (Re Soil Foundation); Gianmaria Sannino (Enea); Stefano Ciafani (Legambiente); Alessandro Polinori (Lipu); Barbara Nappini (Slow Food Italia), Isabella Pratesi (Wwf).
“I risultati del monitoraggio dimostrativo evidenziano che i dati relativi ai campi coltivati con il metodo biologico sono decisamente migliori rispetto a quelli coltivati in convenzionale, a conferma che il bio è un metodo di produzione che favorisce la tutela del suolo e della biodiversità”, commenta Maria Grazia Mammuccini.
 
La ricerca sui terreni https://www.cambialaterra.it/wp/wp-c...
Il video https://youtu.be/Qxg-e7heC-o

immagini
compagniadelsuolo