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Emissioni. L’Europarlamento approva il nuovo piano contro la CO2. Nel mirino anche case e auto

where Strasburgo (Francia) when Lun, 24/04/2023 who roberto

Il testo prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese, limitazioni alle emissioni di edifici, veicoli e navi. Arriva il dazio ecologico Cbam sui prodotti d’importazione

È passata al Parlamento Europeo policyeuets0.jpgcon 413 voti a favore 167 contrari e 57 astensioni la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Ets), che prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034. Vengono regolate per la prima volta anche le emissioni di edifici, veicoli e navi. Viene istituito il dazio ecologico Cbam che conteggerà le emissioni dei prodotti d’importazione. Arriva anche un fondo per aiutare le classi meno abbienti a sopportare l’aumento di costi indotto dalle misure a tutela dell’ambiente.
I testi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio. Saranno quindi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue ed entreranno in vigore 20 giorni dopo.
 
Il nuovo Ets
La riforma prevede riduzioni in emissioni, nei settori coperti dall’Ets, pari al 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Prevede anche la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034. In base all’accordo stabilito con i governi Ue, la riserva stabilizzatrice del mercato sarà rafforzata mantenendo anche dopo il 2023 il tasso di immissione annuale delle quote più elevato (24%) e definendo una soglia di 400 milioni di quote.
Viene rafforzato il meccanismo relativo alle fluttuazioni eccessive dei prezzi, anche prevedendo lo svincolo automatico sul mercato delle quote della riserva stabilizzatrice. Gli impianti che beneficeranno delle quote assegnate a titolo gratuito dovranno rispettare requisiti di condizionalità, anche sotto forma di audit energetici e, per alcuni impianti, di piani in materia di neutralità climatica. Un'assegnazione supplementare a titolo gratuito per un periodo transitorio può essere concessa a determinate condizioni al settore del teleriscaldamento in taluni stati membri, al fine di incoraggiare gli investimenti nella decarbonizzazione di tale settore. Entro il 31 luglio 2026 la Commissione valuterà la possibilità di includere il settore dell'incenerimento dei rifiuti urbani nel sistema Ets al fine di procedere all'inclusione a partire dal 2028, e valuterà la necessità di un'opzione di non partecipazione fino al 31 dicembre 2030.
 
Nel mirino veicoli ed edifici
Il nuovo sistema, detto Ets II, conteggerà per la prima volta anche le emissioni dei carburanti per il trasporto su strada e degli edifici. Verrà determinato il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell'energia saranno troppo elevati).
 
Sotto controllo anche le navi e gli aerei
Il Parlamento ha votato per includere nel sistema Ets, per la prima volta, le emissioni di gas a effetto serra del settore marittimo, con 500 voti favorevoli, 131 contrari e 11 astensioni, e ha approvato la revisione dell'Ets per l'aviazione con 463 voti favorevoli, 117 contrari e 64 astensioni. La revisione dovrebbe permettere di eliminare gradualmente le quote gratuite per il settore dell'aviazione entro il 2026, spingendo così l'industria all'uso di combustibili più sostenibili.
 
Arriva il Cbam, il dazio verde per le importazioni
Approvato anche il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), con 487 voti a favore 81 contrari e 75 astensioni.
Il nuovo meccanismo imporrà alle aziende importatrici nell'Ue di prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera e includerà ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni.
L’obiettivo è incentivare i Paesi non Ue ad aumentare le proprie ambizioni climatiche e garantire che gli sforzi climatici globali e dell'Ue non siano messi in pericolo dalla delocalizzazione della produzione in Paesi con politiche climatiche meno ambiziose.
La aziende importatrici nell’Ue di prodotti coperti dal sistema Ets dovranno poi acquistare certificati di emissioni corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all'interno dell'Ue. Il Cbam sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in concomitanza con l'eliminazione progressiva delle quote gratuite nell'Ets.
Inoltre, una parte delle assegnazioni a titolo gratuito prodotte a seguito dell'applicazione della condizionalità sarà trasferita agli stati membri per la vendita all'asta per far fronte a eventuali rischi residui di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Prima del 2026 la Commissione riesaminerà l'impatto del Cbam, anche sui rischi di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, e valuterà se siano necessarie misure supplementari.
 
Il fondo per una transizione meno cara

Inoltre viene istituito, con 521 voti a favore 75 contrari e 43 astensioni, un Fondo sociale per il clima dell'Ue “per garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva”. Il testo prevede che, non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all'asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro. Un ulteriore 25% sarà coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi).
Il Social Climate Fund, Scf in gergo comunitario, arriverà nel 2026 ed è stato adottato con 521 voti favorevoli, 75 e 43 astensioni. Ne beneficeranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica.
Il Fondo viene istituito per il periodo 2027-2032, con ammissibilità delle spese a partire dal 1° gennaio 2026 sulla base della vendita all'asta di 50 milioni di quote nel 2026 per consentire il sostegno all'avvio del Fondo ("anticipazione del volume d'asta"), mentre il nuovo sistema di scambio di quote di emissione prevedrebbe il finanziamento del Fondo a partire dal 2027.
Ogni stato presenterà alla Commissione un "piano sociale per il clima" contenente le misure e gli investimenti per attenuare l'impatto del nuovo sistema di scambio di quote di emissione sulle famiglie vulnerabili. Tali misure potrebbero comprendere l'aumento dell'efficienza energetica degli edifici, la ristrutturazione degli edifici, la decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento degli edifici e la diffusione della mobilità e dei trasporti a zero e a basse emissioni, come pure misure che forniscono un sostegno diretto al reddito in modo temporaneo e limitato. Per quanto riguarda la possibilità per gli Stati membri di offrire un sostegno diretto temporaneo al reddito sarà applicato un massimale del 37,5% dei costi totali stimati dei piani sociali per il clima. Gli stati contribuiranno a livello nazionale, attingendo ai propri bilanci, alle misure adottate (cofinanziamento del 25%).
Per quanto riguarda il metodo di gestione del Fondo, il Consiglio e il Parlamento hanno concordato la gestione diretta delle prestazioni combinata con elementi di gestione concorrente. Gli Stati avranno la possibilità di ricevere assistenza tecnica fino al 2,5% per l'attuazione delle misure del piano e il 15% delle risorse potrebbe essere utilizzato nell'ambito dei programmi della politica di coesione.
 
Il commento di Von der Leyen
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha accolto il raggiungimento di un'altra "pietra miliare" del Green Deal. La presidente ringrazia gli eurodeputati ed esorta il Consiglio ad approvare formalmente i testi. "Insieme faremo dell'Europa il primo continente climaticamente neutrale", conclude.
Di parere opposto alcuni parlamentari europei. “Con l’ok del Parlamento europeo a tre pilastri del Fit for 55, l’Ue dà il via libera a un pacchetto iniquo che penalizza vergognosamente il nostro tessuto economico e occupazionale. Categorico il nostro no alla riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Ets), unitamente all’astensione sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), che avvantaggiano i ‘soliti noti’, ovvero i Paesi che producono già con standard ambientali più bassi. Queste nuove regole aumentano il costo delle quote di emissione a carico delle imprese e quindi dei cittadini. Per quanto riguarda invece il Fondo sociale per il clima dell’Ue - che ambisce a garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva – il nostro voto favorevole rappresenta, in tutto e per tutto, un’assunzione di senso di responsabilità per le fasce a reddito più basso. Il testo prevede che, non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all'asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro - si legge a riguardo - ma tengo a rimarcare che è intollerabile che si faccia spesa pubblica per coprire i danni causati da una legislazione che sui temi di ambiente ed energia è insostenibile finanziariamente”. Così Paolo Borchia, europarlamentare della Lega.

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