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Fanghi in agricoltura. Il protocollo della Lombardia modello da estendere in Italia

where Milano when Lun, 19/05/2025 who roberto

Gli studi dell’Efar confermano che non ci sono rischi ambientali e sanitari nell’uso agricolo dei fanghi di depurazione e dei loro prodotti, di cui si osserva un miglioramento costante della qualità nel tempo, e ora per maggiore sicurezza si affronteranno nell’analisi anche alcuni microinquinanti emergenti da tenere sotto controllo, come gli Pfas e i residui di medicinali.

Non ci sono rischi ambientali e sanitarifanghi-depurazione-immagine-cap.jpeg nell’uso agricolo dei fanghi di depurazione e dei loro prodotti, con un miglioramento costante della loro qualità nel tempo, e ora per maggiore sicurezza si affronteranno nell’analisi anche alcuni microinquinanti emergenti da tenere sotto controllo, come gli Pfas e i residui di medicinali. Il protocollo adottato dalla Lombardia diventa modello in Europa, non a caso in Europa dal 2021 Efar (European Federation for Agricultural Recycling) ha aderito al protocollo per lo sviluppo sostenibile voluto dalla Regione Lombardia, proponendo una serie di azioni, per lo più studi e ricerche inediti inerenti soprattutto all’impatto ambientale e sanitario, che sono stati finanziati dalle aziende del settore e condotti da istituti ed atenei di comprovata competenza.
 
I fanghi
I fanghi e i loro derivati sono ciò che i depuratori estraggono dalle acque per ripulirle; sono formati soprattutto dai materiali biologici delle fognature e sono un concime ottimo per l’agricoltura. In un’epoca in cui abbiamo sempre più bisogno di sostanza organica e nutrienti per l’agricoltura e la conservazione della fertilità dei suoli, appare di fondamentale importanza rafforzare e migliorare l’attività di recupero dei fanghi biologici, rendendola ancor più sicura e di qualità con maggiori investimenti in conoscenza e tecnologia, e un corretto approccio scientifico.
 
Un convegno scientifico
Quest'anno l’Efar ha presentato a Milano una ricerca durante il convegno “Nuovi orizzonti per il recupero sostenibile dei fanghi biologici in agricoltura”. Lo studio si intitola “Campagna di monitoraggio sulla presenza di inquinanti organici in fanghi e nei prodotti derivati utilizzati in agricoltura” ed è stato condotto da Claudio Minero dell'Università di Torino e da Fabrizio Adani dell'Università Statale di Milano.
Efar ha recentemente ampliato il campo d’azione passando dal sostegno alla ricerca, al suo coinvolgimento nei tavoli tecnici istituzionali, al rapporto con gli stakeholder coinvolti nell’intera filiera del recupero dei fanghi biologici in agricoltura. A tal fine importante è stato il rapporto instaurato con l’Osservatorio regionale per l’economia circolare e la transizione energetica e la rinnovata adesione al protocollo per lo sviluppo sostenibile della Regione Lombardia.
Negli anni scorsi erano state condotte ricerche su temi correlati, come lo studio che ha dimostrato l’assenza di ecotossicità dei suoli fertilizzati con i fanghi, condotto nel 2023, come il monitoraggio sull’assenza di inquinanti organici nei fanghi italiani e nei prodotti derivati utilizzati in agricoltura, condotto nel 2024-25, e il confronto con le risultanze dello studio effettuato dal Joint Research Centre (2022) in occasione della
revisione della direttiva europea sui fanghi.
 
Il risultato
Dalla nuova ricerca di Minero e Adani emerge che l’opera di depurazione e di trattamento dei fanghi non ne peggiora le caratteristiche e “i risultati suggeriscono una forte correlazione tra i valori riscontrati nei fanghi-r10 con quella dei fanghi in ingresso agli impianti, anche se non vi è una relazione diretta tra le due categorie di fanghi essendo esse campionate contestualmente”, dice la ricerca.
Secondo lo studio, “in particolare, i processi di trattamento, pur apportando al materiale in ingresso le necessarie igienizzazione e stabilizzazione previste dalla norma, non influenzano significativamente il rapporto delle concentrazioni in ingresso e uscita dagli impianti, come ci si aspetta dal tipo di trattamento in maggioranza utilizzato. In secondo luogo, il complesso delle misure analitiche effettuate sui fanghi e sui fanghi r10 mostra che le misure sono tra loro complessivamente molto consistenti, sia considerando la molteplicità e diversità dei fanghi in ingresso, sia la molteplicità dei laboratori di analisi e di impianti. Pertanto, le risultanze analitiche mostrano che i dati riportati nella presente relazione sono molto robusti e indicativi della qualità dei fanghi r10”.
Le risultanze – afferma lo studio di Minero e Adani – dicono che “i risultati della ricerca sono molto positivi, in quanto non solo sono rispettati i limiti di legge sia per i fanghi che per i fanghi r10, ma in quanto il set di dati prodotto presenta più della metà delle misurazioni al di sotto del limite di rilevabilità, confermando quindi la qualità dei fanghi destinati allo spargimento in agricoltura. Ciò ha tuttavia richiesto una trattazione statistica ad hoc per l’ottenimento di dati medi, e suggerisce che nella progettazione di una campagna di misura sia importante selezionare metodi analitici con sensibilità sufficiente per prevenire eccessivi non rilevamenti. Ciò potrebbe richiedere uno studio preliminare per la dimensione ottimale del set di campioni, e un accordo tra i soggetti interessati sulla scelta dei laboratori di analisi che abbiano la necessaria tecnologia di misura”.
Gli inquinanti rilevati sono in forte calo: “I risultati della presente indagine analitica condotta su fanghi e fanghi trattati per il loro successivo utilizzo in agricoltura, confermano che la concentrazione di inquinanti organici è in linea con autorevoli e recenti investigazioni (Norsk Vann Rapport 283/2023; provincia di Pavia, 2022) e nettamente inferiori a quanto indicato dal Jrc. Si è sottolineato che la difformità con i dati Jrc è probabilmente dovuta all’uso nel rapporto Jrc di fonti bibliografiche datate, con valori di concentrazione eccessivamente alti. Come riportato nel Norsk Vann Rapport 283/2023 si osserva un trend in diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti organici nei fanghi dal 1996/97. Ciò suggerisce un quadro meno allarmante di quello indicato nel rapporto Jrc sia per il presente che per il futuro, poiché si ha una tendenza alla diminuzione della concentrazione di inquinanti organici nei fanghi di depurazione”.
 
Per saperne di più www.efar.be

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