torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Finanza verde. Arriva la “tassonomia” europea, ma su metano e nucleare la decisione è rinviata

where Bruxelles when Lun, 26/04/2021 who roberto

L’informativa sulle performance aziendali sarà obbligatoria per le grandi imprese e per le società quotate. Le critiche delle associazioni ambientaliste

Si avvicinano le regole per poter european-commission.jpgriconoscere gli investimenti sostenibile e la finanza verde e per poterli distinguere da ciò che vanta virtù ambientali ma non tutela l’ambiente. È questo lo scopo della “tassonomia”. Grandi flussi di capitale, finanziamenti pubblici e privati, investimenti della finanza e dei fondi si spostano verso le attività verdi ed esigono una garanzia di sostenibilità per i loro impegni economici. Per questo motivo, la Commissione Ue ha presentato una serie di dispositivi legali, tra cui diversi atti delegati, per la cosiddetta “tassonomia”: si tratta della classificazione delle attività che contribuiscono maggiormente al raggiungimento degli obiettivi ambientali europei. Come atteso, energia nucleare (che non emette anidride carbonica) e gas naturale (che aumenta l’efficienza energetica e abbassa le emissioni rispetto agli altri combustibili fossili) sono ricompresi in via ipotetica, ma la modalità di ingresso di queste tecnologie energetiche nella lista “verde” viene rinviata di diversi mesi, con l’obiettivo di decidere entro l’anno. Vi rientrano comunque energia, silvicoltura, industria manifatturiera, trasporti, edilizia.
Insoddisfatti molti ambientalisti, le cui associazioni hanno protestato.
 
La procedura europea

La Commissione ha presentato l’atto delegato relativo agli aspetti climatici della classificazione degli investimenti per chiarire quali attività contribuiscono di più al conseguimento degli obiettivi pro clima: sarà adottato a fine maggio dopo la traduzione nella lingue Ue; la proposta di direttiva sull'informativa in materia di sostenibilità delle imprese; sei atti delegati modificativi relativi ai doveri fiduciari e alla consulenza in materia di investimenti e assicurazioni per garantire che le società finanziarie, consulenti, gestori di attivi o assicuratori, includano la sostenibilità nelle loro procedure e nella consulenza in materia di investimenti fornita ai clienti.
 
I criteri adottati
Le attività vengono definite in base al contributo all’adattamento ai cambiamenti climatici (devono contribuire in modo sostanziale a ridurre o prevenire l'impatto negativo del clima attuale o previsto, o i rischi di tale impatto negativo, sia sull'attività stessa che sulle persone, sulla natura o sui beni) e alla mitigazione di tali cambiamenti (devono contribuire in modo sostanziale alla stabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra evitandole o riducendole, o aumentando l'assorbimento dei gas serra). Sono comprese le attività di circa il 40% delle società quotate in borsa, in settori che in Europa sono responsabili di quasi l'80% delle emissioni dirette di gas a effetto serra. I criteri saranno riesaminati periodicamente.
 
Gli impegni per le società quotate
Per quanto concerne l’informativa delle imprese in materia di sostenibilità l’obiettivo è portarla sullo stesso piano dell'informativa finanziaria classica.
La Commissione indica che “se il mercato degli investimenti verdi vuole essere credibile, gli investitori devono conoscere l'impatto sulla sostenibilità delle società in cui investono. Senza tali informazioni, il denaro non può essere incanalato verso attività rispettose dell'ambiente”. Gli obblighi di rispetto dei nuovi requisiti ambientali sono estesi a tutte le grandi società, che siano quotate o meno e senza la precedente soglia di 500 dipendenti. Ciò implica che “tutte le grandi aziende sono pubblicamente responsabili dell’impatto del loro business sulle persone e sull'ambiente”.
 
Le informative ambientali

Gli obblighi di informativa sulla sostenibilità saranno estesi a tutte le grandi imprese e le società quotate, cosicché diverranno quasi 50mila le imprese che dovranno conformarsi a standard dettagliati, rispetto alle 11 mila che attualmente sottostanno a tali obblighi vigenti. Il calendario proposto è che gli standard si applicherebbero per la prima volta ai rapporti societari pubblicati nel 2024 relativi all'esercizio finanziario 2023.
Obblighi anche per le pmi quotate in Borsa: se non segnaleranno informazioni sulla sostenibilità, “potrebbero trovarsi a rischio di esclusione dai portafogli di investimento, un rischio che aumenterà man mano che le informazioni sulla sostenibilità diventeranno sempre più importanti in tutto il sistema finanziario” in Europa come a livello globale. Ci sono norme separate e proporzionate per le pmi che le pmi non quotate possono utilizzare su base volontaria. Si tratta di assicurare che le società “pubblichino informazioni affidabili e comparabili sulla sostenibilità, in risposta ai bisogni degli investitori e altri portatori di interessi garantendo la loro coerenza all'interno del sistema finanziario; le società dovranno dar conto dell'incidenza degli aspetti inerenti alla sostenibilità, come i cambiamenti climatici, sulle loro attività e l'impatto delle loro attività sui diritti umani”, indica Bruxelles.
Per evitare il “finto ecologismo” (greenwashing), si prevede che nell’attività di consulenza su investimenti e assicurazioni il consulente dovrà discutere con il cliente le sue preferenze di sostenibilità; la società finanziaria dovrà valutare i rischi per la sostenibilità, come l'impatto delle alluvioni sul valore degli investimenti; chi vende prodotti finanziari e i consulenti finanziari dovranno considerare i fattori di sostenibilità.
 
I dubbi su nucleare e metano
Per l’inclusione dell’energia nucleare tra i settori coinvolti nella “tassonomia”, la Commissione indica che è stato trovato “’un delicato compromesso”: l’impatto sulla sostenibilità è attualmente all'esame di due gruppi di esperti indipendenti sulla protezione dalle radiazioni e sulla gestione dei rifiuti da un lato, del comitato scientifico per la salute, l'ambiente e i rischi emergenti sull'impatto ambientale, dall’altro.
I due comitati hanno tre mesi di tempo per emettere la loro valutazione. Sulla base delle loro conclusioni la Commissione prenderà una decisione.
Quanto al gas naturale, il regolamento sulla tassonomia “non lo include né lo esclude” da essa.
Le divergenze tra gli Stati sono note (lo sono anche sul nucleare) sull'opportunità e sul modo in cui le tecnologie energetiche basate sul gas naturale dovrebbero essere riconosciute nella tassonomia in particolare come potenziale attività di transizione che facilita il passaggio dal carbone e dal petrolio alle energie rinnovabili.
Il metano è chiesto soprattutto dalla Germania, mentre il nucleare è la tecnologia su cui puntano molti Paesi, a cominciare dalla Francia.
La Commissione indica che l'atto delegato complementare, che sarà adottato entro la fine dell'anno, “coprirà il gas naturale e tecnologie affini come attività di transizione nella misura in cui rientrano nei limiti del regolamento sulla tassonomia”. Inoltre, prenderà in considerazione una legislazione specifica che copre le attività del gas che contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra ma non possono essere coperte dalla “tassonomia”, in quanto non soddisfano i criteri.
L’atto delegato Ue per il clima copre sia la bioenergia che la silvicoltura, come chiesto dai Paesi scandinavi che producono carta e legname.
Quanto all’agricoltura, dato che sono in corso negoziati tra le istituzioni Ue sulla politica agricola comune, è stato deciso di posticipare l'inclusione del settore agricolo fino al prossimo atto delegato. Ciò fornirà una maggiore coerenza tra i diversi strumenti disponibili al fine di realizzare le ambizioni ambientali e climatiche del Green Deal europeo.
 
Il commento di Rossella Muroni
"Gas e nucleare non sono nella tassonomia verde europea, il documento dell'Ue che definisce quali attività possono essere considerate green. È un passo avanti importante verso la decarbonizzazione e la sostenibilità. Tuttavia, non possiamo abbassare la guardia perché la Commissione europea continuerà a esaminare questi temi, su cui dovrebbe arrivare una proposta ad hoc nella seconda parte dell'anno. Vigileremo con attenzione affinché non rientri dalla finestra quello che è uscito dalla porta e affinché in questa partita l'Italia si schieri dalla parte giusta”, dice la deputata Rossella Muroni, capogruppo alla Camera di FacciamoEco - Federazione dei verdi.
 
La protesta degli ambientalisti
Le organizzazioni ambientaliste e dei consumatori hanno lasciato per protesta il gruppo di esperti Ue che ha contribuito a stilare i criteri per la finanza sostenibile presentati dalla Commissione europea. Lo comunicano in una nota il Wwf Europa, Transport & Environment (T&E), BirdLife Europa, il gruppo di consumatori Beuc e i sostenitori degli standard ecologici Ecos. L'iniziativa è per "protestare contro la decisione della Commissione europea di classificare come investimenti sostenibili pratiche forestali distruttive e tipi di biomassa ad alta emissione".

immagini
commissione-europea
leggi anche: