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Fuoco e fiamme nell’Artico. gli incendi di quest’estate hanno causato un nuovo record di emissioni

where Milano when Lun, 07/09/2020 who roberto

Dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) presso il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF): sono triplicate dal 2019

L’estate degli incendi al Circolo Polareincendi-circolo-artico.png Artico ha causato un superamento del record di emissioni raggiunto lo scorso anno, con nuvole di fumo che hanno coperto una superficie equivalente a più di un terzo del Canada. Lo rilevano gli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), per conto del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), che controllano giornalmente gli incendi su scala globale, basandosi su osservazioni satellitari della loro intensità ed emissioni stimate.

Utilizzando i dati forniti da CAMS Global Fire Assimilation System (GFAS), gli scienziati hanno ipotizzato che quest’anno le emissioni CO2 dal Circolo Polare Artico sono aumentate di più di un terzo in confronto al 2019. Dal 1° gennaio al 31 agosto 2020, le stime per le emissioni di CO2 nella regione erano di 244 mega tonnellate, in confronto alle 181 mega tonnellate dell’interno anno 2019.

L’incremento più significativo di incendi è stato osservato nella Repubblica di Sakha, decimando milioni di ettari di campi e creando un picco nelle emissioni di CO2 da 208 milioni di tonnellate nel 2019 a 395 milioni di tonnellate nel 2020. Sebbene le cause rimangano incerte e difficili da individuare, si ritiene che alcuni degli incendi all’inizio della stagione siano stati causati dai cosiddetti ‘incendi zombie’ che potrebbero essere rimasti attivi sotto terra durante i mesi invernali.

Secondo quanto riportato dai dati di CAMS GFAS, mentre il picco delle emissioni causate dagli incendi nell’Artico si è verificato a luglio e inizio agosto, nella Repubblica di Sakha e nell'Oblast autonomo di Chukotka è stata registrata ancora un’intensità di incendi totali giornalieri superiori alla media di agosto. Tra giugno e agosto, gli incendi nel Distretto Orientale Federale Russo hanno emesso approssimativamente un totale di 540 milioni di tonnellate di CO2, che supera il precedente picco di emissioni totali, per il set di dati di GFAS. Contemporaneamente, un’ampia regione del sud-ovest degli Stati Uniti d’America ha registrato problemi con incendi dovuti all’ondata di caldo, con grandi nubi di fumo in movimento verso est attraverso i Grandi Laghi verso l’Atlantico del Nord. La California, in particolare, ha registrato un gran numero di incendi, tra i quali il secondo e il terzo peggior incendio nella storia dello stato. 

Divampati tra California e Colorado, questi incendi particolarmente intensi e diffusi sono stati presumibilmente innescati da fulmini. I dati contenuti nel data set di CAMS GFAS mostrano che, per il Colorado, l’intensità per l’intero mese di agosto è stata maggiore della media tra 2003-2019, mentre in California l’intensità ha raggiunto il picco nella seconda metà del mese.

Mark Parrington, Senior Scientist ed esperto di incendi a CAMS, commenta: “Gli incendi nell’Artico stanno bruciando da metà giugno e hanno già sorpassato per intensità e di conseguenza per emissioni di CO2 quelli del 2019. Grazie ai dati forniti dal nostro servizio parallelo presso ECMWF, Copernicus Climate Change Service (C3S), sappiamo che le condizioni climatiche di caldo e secco sono state nuovamente prevalenti durante questa estate. Il nostro monitoraggio è fondamentale per comprendere l’impatto sull’atmosfera, in termini di inquinamento dell’aria, esercitato dalle dimensioni e dall’intensità di questi incendi. Questo permette anche la diffusione in tutto il mondo di informazioni utili per gli scienziati, i politici e per tutti gli enti rilevanti”.
Maggiori informazioni sulla stagione 2020 degli incendi nell’Artico sono disponibili qui: https://atmosphere.copernicus.eu/ano...
Maggiori informazioni su come CAMS monitora gli incendi nel mondo sono disponibili qui: https://atmosphere.copernicus.eu/qa-...

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